29 Ottobre 2025
Deloitte, Best Managed Companies Award 2025 premia,72 le aziende italiane vincitrici della edizione 2025.
Valorizzare le imprese eccellenti a livello nazionale, accompagnandole in un percorso di crescita strutturato e duraturo. Questa la missione del Best Managed Companies Award, il premio per le eccellenze imprenditoriali di Deloitte Private che oggi pomeriggio ha celebrato la sua ottava edizione presso Palazzo Mezzanotte. In occasione della premiazione, Deloitte Private, con la partecipazione di ELITE-Gruppo Euronext, Piccola Industria Confindustria e con il supporto metodologico e strategico di ALTIS Graduate School of Sustainable Management dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha conferito il Best Managed Companies Award alle 72 aziende italiane vincitrici della edizione 2025.
Le Best Managed Companies di questa edizione sono: A.L.A., Alfa Parf Group, Alma Petroli, Alpac, Beta 80, Casillo, Cmo Group, Comes, Ct Pack, Dexelance, Diesse Diagnostica Senese, Ecopack, Edil San Felice, Elt Group, Elica, Elmec Informatica, Enegan, Epta, Eternoo, Eurofork, Fantini Group Vini, Farmol, Feralpi Siderurgica, Ferrari F.lli Lunelli, Fervo, Fidia Farmaceutici, Florim, Fratelli Ibba, Friul Intagli Industries, Gessi, Gibus, Graded, Gruppo Borghi, Gruppo Dolomiti Energia, Gruppo Società Gas Rimini, Illumia, Impresa di costruzioni Albini e Castelli, Irritec, Istituto Ganassini di Ricerche Biochimiche, L.M.A., Landoll, Lincotek Group, Logistica Mediterranea, Lucart, Maiora, Manini Prefabbricati, Manuli Ryco, Marazzato Soluzioni Ambientali, Minerali Industriali, Movi, Mutti, Nau, Neodecortech, NWG Energia, Opocrin, Oropan, Overmach Holding & C., Pettenon Cosmetics, Pharma Quality Europe, Pietro Fiorentini, Porto Intermodale Ravenna, Powersoft, RDR, Sabaf, San Marco Group, Scm Group, Susa, Teddy, UmbraGroup, Unox, Vici & C. e Webranking.
"In questa ottava edizione abbiamo premiato 72 realtà imprenditoriali eccellenti del nostro Paese. Nel valutare le loro performance, anche quest’anno abbiamo usato una serie di parametri consolidati nel tempo e caratterizzanti l’Award che è sviluppato da Deloitte Private in 47 paesi con metriche di valutazione univoche. Nel complesso, si tratta di aspetti che Deloitte Private considera fondamentali per valutare l’operato delle imprese e cogliere quelle che sono le loro performance nel complesso e che mettono in evidenza le eccellenti capacità del loro management e leadership. Questa distintività delle BMC risulta ancora più evidente alla luce dello scenario di mercato attuale, sempre più competitivo e sfidante. Quest’anno abbiamo anche ampliato lo sguardo su un’ulteriore dimensione, che è quella della sicurezza informatica, elemento su cui le aziende ritengono prioritario agire e che in futuro sarà sempre più cruciale, in considerazione della spinta tecnologica e digitale in corso", ha detto Ernesto Lanzillo, Partner Deloitte e Leader di Deloitte Private dell’area Central Mediterranean (Italia, Grecia e Malta).
A testimoniare e analizzare le performance eccellenti di queste aziende virtuose è stata una giuria di esperti composta da: Marta Testi, CEO di ELITE-Gruppo Euronext; Fabio Antoldi, Professore Ordinario di Strategia Aziendale e di Imprenditorialità presso la Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore; Renato Goretta, Consigliere delegato alla Responsabilità sociale d’Impresa di Piccola Industria Confindustria. La valutazione si è basata sui parametri di “Strategia”, “Competenze e Innovazione”, “Impegno e Cultura Aziendale”, “Governance e Misurazione delle Performance”, “Corporate Social Responsibility”, “Internazionalizzazione e Filiera” e “Cyber Security”.
"Anche quest’anno abbiamo premiato una solida base di aziende di altissimo profilo che hanno deciso di continuare con noi questo percorso. Oltre l’80% delle aziende premiate nell’ambito dell’attuale iniziativa, infatti, sono state riconosciute Best Managed anche nel corso delle precedenti edizioni; in particolare abbiamo 9 imprese a cui per il settimo anno consecutivo viene riconosciuta la gestione virtuosa del loro operato (categoria “New Platinum”) e ben 5 realtà sono simbolo di eccellenza imprenditoriale dal 2018, ovvero dal primo anno in cui abbiamo lanciato l’Award in Italia (categoria “Platinum”). Ci sono, inoltre, 12 aziende new entry, anch’esse portavoce di un modo eccellente di fare impresa in Italia", ha affermato Andrea Restelli, Partner di Deloitte e responsabile Italia del programma Best Managed Companies."Per tutte le aziende partecipanti, le peculiarità e le performance sono state valutate attentamente da un gruppo di professionisti Deloitte e da una giuria di esperti, tenendo conto della maturità di partecipazione all’iniziativa da parte delle aziende premiate: l’Award è il risultato finale di questo percorso e la premiazione di oggi è occasione per valorizzare l’eccellenza del loro operato, ma anche di confronto con e tra tutte le imprese premiate, che si distinguono sul mercato e sono vero motore di crescita per tutta l’Italia".
Identikit delle Best Managed Companies: più diffuse al Nord, in prevalenza del settore manifatturiero (51%), 7 su 10 hanno oltre 250 dipendenti, 3 su 5 sono a conduzione familiare, una su 10 è quotata e il 12,5% è partecipata da un fondo di Private Equity
Le 72 Best Managed Companies di quest’anno hanno una distribuzione geografica concentrata per il 33% al Nord Ovest, per il 36% al Nord Est, per il 17% al Centro e il 14% al Sud. In continuità con le edizioni precedenti, le tre regioni leader nell’eccellenza imprenditoriale sono la Lombardia, che ospita il 25% delle BMC, l’Emilia-Romagna, sede del 22% delle aziende premiate, e il Veneto, dove hanno base il 10% delle imprese.
Metà delle BMC (51%) sono realtà del settore manifatturiero, seguito dai comparti del commercio (10%), del trasporto e fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (8%) e delle costruzioni (6%). Sono presenti, in minor numero, anche aziende impegnate in altri settori come, ad esempio, il trasporto e il magazzinaggio (4%), la sanità e l’assistenza sociale (3%), le attività estrattive (3%). Ci sono anche aziende che si occupano di servizi di informazione e comunicazione, difesa, attività professionali, scientifiche e tecniche, agricoltura, silvicoltura e pesca, fornitura d’acqua e attività di risanamento e trattamento rifiuti (tutte 1%), nonché, altre attività di servizi (8%).
Sette BMC su 10 impiegano oltre 250 dipendenti, il 29% delle BMC ne conta tra i 50 e i 249, mentre l’1% ha una forza lavoro fino a 49 unità. Circa 3 imprese su 5 sono a gestione familiare e il 44% ha preso parte al programma ELITE-Gruppo Euronext. Il 12,5% del panel è partecipato da un fondo di Private Equity e una su 10 è quotata in Borsa, con il 50% su EGM, il 37,5% su STAR e il 12,5% su EXM. Dalle interviste alle Best Managed Companies risulta inoltre che il 60% si dichiara molto fiducioso riguardo al proprio successo nei prossimi 2 anni e, ad esclusione di chi non ha indicato una risposta, 9 aziende su 10 prevedono una crescita del fatturato nei prossimi 12 mesi.
La cyber security come nuova priorità strategica: attacchi cyber, shortage dei talenti, instabilità geopolitica e aumento dei costi sono i nodi cruciali secondo le aziende premiate
Tra giugno e luglio 2025 Deloitte Private ha intervistato le aziende vincitrici di questa ottava edizione BMC per esplorare il loro approccio alla cyber security, oltre al loro percepito sulle sfide da affrontare: il sentiment delle BMC è che nel breve termine dovranno operare nell’incertezza (67%). Tuttavia, le imprese si mostrano positive rispetto alla crescita del proprio settore (oltre sette su dieci) e ulteriormente fiduciose rispetto al proprio business (93%). Nel complesso, i rischi a cui le BMC indicano che faranno maggiore attenzione nei prossimi 12 mesi sono legati agli attacchi cyber, allo shortage dei talenti, all’instabilità geopolitica e all’aumento dei costi.
Dall’indagine, inoltre, emerge che il livello di adozione tecnologica tra le BMC di questa edizione è elevato: rispetto ad una scala da 1 a 10, le imprese che indicano una autovalutazione tra l’8 e il 10 è del 67%, mentre il restante 33% è nel range di voto tra il 5 e il 7. Le principali sfide che la tecnologia può aiutare le BMC a risolvere sono l’incremento della produttività e competitività e soprattutto l’aumento della sicurezza informatica.
Circa 7 MBC su 10 dicono di rientrare nella definizione di “soggetti essenziali e importanti” della NIS2, la Direttiva Ue che ha l’obiettivo di incrementare il livello di sicurezza e ridurre il rischio di attacchi informatici a danno delle imprese. Nel complesso, i risvolti che l’introduzione di misure di sicurezza in ambito informatico come la Direttiva NIS2 possono avere per le aziende sono valutati in modo positivo dall’87% delle BMC, le quali indicano che gli ambiti su cui ci sarà un impatto positivo sono principalmente l’organizzazione del lavoro e dei nuovi processi, le decisioni e strategie di investimento e la reputazione e comunicazione esterna dell’azienda.
La maggioranza delle BMC (98%) indica che la cyber security è un aspetto prioritario per la strategia complessiva della propria azienda. Gli attacchi informatici, al netto di una quota minima del 2% che non lo indica, hanno riguardato solo un terzo delle imprese (32%), i quali nel 74% dei casi non hanno determinato alcuna conseguenza negativa. La preparazione che le BMC si riconoscono qualora dovessero subire un cyberattacco è elevata: il 18% si ritiene molto preparata e il 74% abbastanza preparata. Gli investimenti in sicurezza informatica nel prossimo anno aumenteranno moderatamente per il 57% delle intervistate e significativamente per il 30% del panel.
Nell’ottica di potenziare la sicurezza in ambito cyber, circa 3 imprese su 5 indicano di esser attive nel ricorrere a soluzione basate sull’Intelligenza Artificiale. Il 20% afferma di avere già in uso diffuso soluzioni di AI, mentre il 38% in maniera marginale. Circa un terzo (31%) ancora non ne fa uso, ma ne prevede l’adozione nei prossimi 12 mesi, e solo l’11% non prevede alcuna introduzione. Infine, per migliorare il proprio approccio alla cyber security, le BMC riconoscono l’importanza di potenziare la formazione interna (74% molto + 21% abbastanza prioritario), aggiornare la governance tramite una strategia cyber (52% molto + 43% abbastanza prioritario) e ottimizzare il controllo del proprio ecosistema di business dal punto di vista dei rischi (49% molto + 46% abbastanza prioritario).
Annex: i parametri di valutazione delle Best Managed Companies 2025
Strategia – Secondo le BMC, i principali fattori che rendono distintiva la propria azienda sul mercato sono investire in tecnologia e innovazione (78%), diffondere una cultura aziendale a tutti i livelli dell’organizzazione (76%), mentre il 69% indica il forte coinvolgimento e impegno dei propri dipendenti. Alla luce della complessità e delle sfide relative al contesto, per operare nel nuovo scenario competitivo le aziende riconoscono come prioritarie una serie di azioni. In particolare, le priorità sono sulla digitalizzazione dei processi aziendali (94%), sulla valorizzazione delle risorse umane (90%) e sulla tematica della cyber security (86%), oltre che sul potenziamento dei servizi di well-being/welfare aziendali (82%). Per continuare a crescere, in prospettiva, le imprese sono consapevoli di dover affrontare una serie di tematiche cruciali, tra cui in particolare quella di individuare, assumere e successivamente trattenere i talenti (79%), seguita dal rafforzamento e sviluppo del management (78%). A queste seguono, l’espansione su nuovi mercati a livello internazionale (64%) e gli investimenti in nuovi prodotti e servizi (61%). Per un terzo delle imprese, inoltre, un tema da attenzionare è quello della difesa da attacchi cyber. Guardando ai prossimi 5 anni, a livello strategico le BMC dichiarano di voler puntare sul miglioramento delle performance ESG (75%), sull’avere una crescita organica (71%) e sull’espansione internazionale (68%). Sempre nell’arco dei prossimi 5 anni, gli elementi che le imprese vincitrici riconoscono potranno avere un impatto sul loro business sono principalmente la possibilità di poter far leva sui talenti con le giuste competenze (72%) e il potere trasformativo dell’Intelligenza Artificiale (68%). Inoltre, circa 1 azienda su 2 indica l’attenzione crescente sul tema ESG e il 46% la rapida evoluzione tecnologica. Infine, il tema degli attacchi cyber viene citato da quasi 2 imprese su 5.
Competenze e Innovazione – Per incrementare la produttività, le BMC indicano di investire soprattutto nelle aree dell’innovazione (89%), della tecnologia (83%) e della struttura organizzativa (71%). Inoltre, 4 aziende su 5 dichiarano di aver implementato un processo formale per continuare a incoraggiare e individuare nuove idee di business. Guardando alle aree aziendali dove si sono concentrati gli sforzi innovativi nell’ultimo anno, i leader intervistati dichiarano di aver investito in R&D (81%), Operations (69%) e Talent management (58%). Rispetto ai prossimi 12 mesi, invece, le imprese ritengono probabile focalizzarsi principalmente su soluzioni di data analytics e business intelligence (76%), Intelligenza Artificiale e automazione dei processi di business (entrambe 65%) e cyber intelligence (61%).
Impegno e Cultura Aziendale – Il tema della cultura aziendale è un elemento di distintività dell’azienda ed è visto come cruciale per il successo imprenditoriale: per ben l’85% degli intervistati è ritenuto molto importante. Guardando alle attività di coinvolgimento dei propri dipendenti, le BMC indicano che negli ultimi 12 hanno erogato training per aree funzionali (86%) e attività di team building (82%). Seguono gli eventi riservati ai dipendenti e i sistemi di compensazione e rewarding (entrambi 79%).
In merito al tema della formazione, 9 aziende su 10 dichiarano di puntare sullo sviluppo delle competenze dei propri dipendenti. Inoltre, l’86% delle organizzazioni indica di rendere sfidante il compito dei dipendenti migliori, tramite maggiori responsabilità o ruoli/mansioni più complessi, fa leva sulle loro qualità e punti di forza e assicura l’apporto di diverse competenze nei processi decisionali. Per la valutazione delle performance, oltre 9 BMC su 10 svolgono formalmente una o più performance review all’anno e il 53% di queste dichiara di aver somministrato nel corso dell’ultimo anno un questionario volto a rilevare la soddisfazione dei dipendenti. Inoltre, il principale strumento cui le BMC fanno ricorso per premiare e motivare i propri dipendenti è quello di offrire pacchetti retributivi che includono principalmente il riconoscimento di componenti variabili e bonus (93%) e l’accesso a un’automobile aziendale (92%). Il tasso di turnover delle BMC non risulta elevato: per 3 aziende su 5 nell’ultimo anno è stato inferiore al 10%.
Infine, l’orientamento strategico delle BMC in ottica di talent retention e attraction si concentra principalmente sul diffondere la cultura aziendale tramite una comunicazione aperta e trasparente (85%).
Governance e Misurazione delle Performance – In relazione al governo societario, la metà delle BMC (51%) si avvale del contributo e dell’esperienza di amministratori indipendenti all’interno del proprio consiglio di amministrazione. Inoltre, nell’ambito della governance aziendale lo strumento principale cui le BMC fanno particolarmente ricorso è quello dei meeting formali, che vengono svolti periodicamente (88%), seguito dal possedere un sistema di controllo interno (75%).
Dal punto di vista dei rischi, il 46% delle aziende mostra una moderata propensione al rischio; mentre, per la gestione del rischio d’impresa, le principali best practice cui attualmente ricorrono le BMC sono mantenere un bilancio solido e instaurare relazioni solide con gli stakeholder per garantire la stabilità finanziaria (entrambe 92%). Per quasi tutte le aziende, il sistema di reporting finanziario interno è valutato in modo positivo in termini di affidabilità: tre BMC su quattro lo ritengono addirittura molto affidabile. Complessivamente, i principali fattori percepiti come rischio per la crescita della propria impresa nei prossimi 12 mesi sono l’aumento dei costi delle materie prime, l’incertezza legata al contesto geopolitico, la capacità di assumere e trattenere i talenti e gli attacchi cyber.
Corporate Social Responsibility – Quello della sostenibilità è aspetto fondamentale per quasi 2 BMC su 3; lo strumento principale utilizzato per monitorare e dare disclosure degli impatti sociali e ambientali del business è il Bilancio di sostenibilità (72%). Inoltre, il 64% include informazioni sul tema della sostenibilità sul sito web aziendale. Chi ancora ad oggi non ha un documento di informativa non finanziaria (bilancio di sostenibilità, bilancio integrato e bilancio sociale) dichiara che ne sta valutando la pubblicazione nel corso del 2025 o nel 2026. Dal punto di vista della gestione dei temi legati alla sostenibilità, il 54% delle BMC dichiara di avere un piano di sostenibilità, ovvero un documento formalizzato in grado di illustrare gli impegni e gli obiettivi in ambito di sostenibilità definiti dall'azienda, con uno specifico orizzonte temporale; mentre, il 63% è dotato di una governance di sostenibilità e di una figura preposta, come il Sustainability Manager. Nei prossimi 5 anni, le tematiche più importanti sia in termini di rischi che di opportunità relativamente alle tre componenti ESG sono: il tema energetico e del cambiamento climatico per la componente ambientale (E); il tema dell’attrazione e retention dei talenti per la componente sociale (S); il tema dell’integrazione dei criteri di sostenibilità all’interno della propria catena di fornitura per la componente di governance (G).
Filiera – Il 54% delle BMC appartiene ad almeno una filiera (il 40% solo ad una e il 14% a più di una), mentre un ulteriore 3% ne sta valutando l’ingresso. Si tratta principalmente di filiere della meccanica industriale (31%), agro-alimentare e dell’energia (entrambe 18%) o dell’edilizia e chimico-farmaceutico (entrambe 10%). Inoltre, nell’87% dei casi tali filiere sono normate da protocolli di qualità e relative certificazioni, che monitorano in particolare la qualità del prodotto e del processo (82%), oppure la governance (74%). Le aziende che, invece, non appartengono ad una filiera nella maggior parte dei casi (79%) dichiarano di essere fornitrici di clienti che richiedono la compilazione di questionari conoscitivi su tematiche di qualità del processo e del prodotto, governance e solidità finanziaria o questionari propedeutici a “ESG rating”. Nel complesso, oltre 7 BMC su 10 raccolgono informazioni su temi ESG quando selezionano e monitorano i fornitori. Anche il rapporto con gli istituti bancari tiene conto dei temi legati alla sostenibilità: nel 90% dei casi c’è un interesse da parte delle banche di richiedere la compilazione di questionari relativi a tale ambito e/o proporre condizioni di finanziamento agevolato a fronte di rating ESG acquisito; la tipologia di informazioni richieste è eterogenea, dalla qualità del prodotto/processo (85%), alle policy e procedure su temi sociali (82%), alle certificazioni sulla governance o di tipo ambientale (entrambe 80%). Appartenere a una filiera, secondo le BMC, assicura soprattutto il potenziamento della competitività e stimola la crescita (68%) e il rafforzamento della collaborazione e interazione con aziende della stessa dimensione (54%).
Internazionalizzazione – A livello geografico, il business delle BMC si concentra prevalentemente in Italia, mentre il secondo mercato di riferimento è quello europeo. Al netto di chi attualmente non ha o non prevede una strategia di internazionalizzazione, la principale modalità per l’ingresso nei mercati esteri è l’esportazione diretta (77%), a cui seguono altre soluzioni come l’investimento diretto (45%), l’esportazione indiretta tramite consorzi per l’esportazione, trading company, buyer e importatori (36%) oppure gli accordi strategici (28%). Inoltre, le BMC indicano che guardano all’estero in modo sistematico per aumentare le proprie vendite e ampliare i propri clienti (42%), mentre una su quattro lo fa per avviare collaborazioni con nuovi fornitori (24%); il 39%, invece, non ricorre mai all’estero per la localizzazione delle Operations, mentre il 21% mai per il recruiting di posizioni lavorative.
Cyber Security – Dal punto di vista della sicurezza cyber, oltre un’azienda su 3 dichiara di avere degli specifici obiettivi strategici e possiede un piano formale per gestire la cybersecurity.
Dal punto di vista dell’education interna, la quasi totalità delle imprese (92%) indica di promuovere iniziative volte a sensibilizzare i dipendenti relativamente ai rischi ed alle minacce di natura cyber. Di queste, il 38% lo fa regolarmente e con strumenti specifici, il 31% in modo regolare e il 24% in modo saltuario; mentre c’è un 7% invece che si sta adoperando per farlo. Inoltre, il 78% delle BMC ha assegnato formalmente nel proprio organigramma/mansionario la responsabilità nella gestione della cybersecurity: nel 54% delle aziende è in capo all’IT, nel 13% è stato istituito il ruolo di Chief Information Security Officer e nell’11% quello di Cyber Security Manager.
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