23 Aprile 2024
L'ex Presidente della Fondazione Crt Fabrizio Palenzona
Il presidente della Fondazione Crt Fabrizio Palenzona si è dimesso con una lettera inviata ai consiglieri e sarà sostituito ad interim dal vicepresidente Maurizio Irrera. L'annuncio è arrivato dopo che ieri anche il segretario generale Andrea Varese aveva deciso di lasciare il suo incarico, sostituito ad interim da Annapaola Venezia.
Già da giorni il conflitto tra Palenzona e la leadership della Fondazione era evidente. Lo scorso venerdì lo scontro con la sfiducia Varese, in cui Palenzona aveva interrotto due volte l'incontro, già lasciavano intendere che le dimissioni del Presidente non avrebbero tardato ad arrivare.
Davide Canavesio sarà il presidente e amministratore delegato delle Ogr, Caterina Bima la vicepresidente. Lo stesso Canavesio sarà vicepresidente di Equiter, mentre Antonello Monti presiederà Ream con vice sempre Bima e Canavesio.
Così Palenzona all'interno di una lettera inviata ai Consiglieri:
"Ho sempre onorato e servito la Fondazione Crt per quasi 30 anni pur non avendo negli ultimi 25 rivestito ruoli istituzionali. Posso affermare che tutti gli investimenti strategici che hanno fatto della Fondazione la terza più importante a livello nazionale portano la mia impronta e quella di chi con me ha ridato a partire dal 1995 equilibrio territoriale alla fondazione. Ci sono patti occulti tali da creare una fondazione nella fondazione e alterare le dinamiche di funzionamento degli organi sociali. In questo senso, le dimissioni sono l'unica scelta possibile"
"Taluni componenti degli organi sociali hanno cercato di piegare a logiche spartitorie la gestione dell'ente", ha proseguito Palenzona nella lettera, in cui ribadisce di avere agito "sempre per la legalità". "Chi è chiamato ad amministrare - ha scritto l'ex presidente - deve avere ben chiaro che, entrando a far parte degli organi sociali, si assume un vincolo fiduciario nei confronti degli stakeholder attuali e futuri nella gestione del patrimonio della fondazione secondo linee guida coerenti con lo sviluppo durevole della missione della fondazione, ma anche un obbligo morale ad agire per il solo ed esclusivo bene della propria comunità e del proprio paese. Se chi è chiamato ad amministrare una fondazione non ha queste profonde radicate convinzioni e non è disposto a comportarsi in coerenza con questi principi e valori morali non c'è futuro per le fondazioni bancarie che rischieranno sempre più di essere o di apparire come luoghi autoreferenziali nei quali i comportamenti individuali sono sottratti a ogni forma di controllo"
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