21 Ottobre 2025
Documento riservato membri Aeronautica israeliana, fonte: Telegram, @war_zone
In una nota trasmissione d'inchiesta prodotta da Al Jazeera, l'emittente qatarina ha svelato un documento riservato israeliano, riguardante oltre 30 mila membri e piloti dell'Aeronautica di Tel Aviv, che si sono resi complici o che hanno portato avanti in prima persona i bombardamenti sulla Striscia.
Il programma investigativo di Al Jazeera Arabic “What is Hidden is Greater” ha diffuso una nuova inchiesta dal titolo “The Pursued”, che sostiene di aver ottenuto un documento trapelato dell’esercito israeliano contenente i nomi di circa 30 mila piloti e membri dell’Aeronautica Militare coinvolti nei bombardamenti su Gaza dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
Secondo quanto mostrato nell’episodio, il file includerebbe dati personali come numeri di identificazione, nomi in ebraico, date di nascita e ruoli operativi, ma non fotografie. Al Jazeera afferma che l’elenco proverrebbe da una fuga di informazioni interna, anche se l’autenticità del documento non è stata ancora verificata da fonti indipendenti.
Il programma collega i nomi ad accuse di crimini di guerra, basandosi su documenti forniti dalla Hind Rajab Foundation, organizzazione con sede in Brasile che promuove azioni legali contro membri dell’Idf. Uno degli episodi più drammatici citati riguarda la morte della bambina palestinese Hind Rajab, di sei anni, uccisa insieme alla sua famiglia e a due paramedici a Tel al-Hawa, Gaza City, il 29 gennaio 2024. Secondo l’inchiesta, l’attacco fu ordinato da ufficiali della 401ª Brigata Corazzata, tra cui il tenente colonnello Daniel Ela e il maggiore Sean Glass, che avrebbero autorizzato il fuoco di un carro armato contro l’auto della famiglia.
Al Jazeera ha inoltre identificato un militare israeliano della 551ª Brigata di Ingegneria, accusato di aver distrutto abitazioni e infrastrutture civili a Khan Yunis, vantandosi poi delle operazioni sui social network.
Israele non ha ancora rilasciato commenti ufficiali sull’episodio o sulla presunta fuga di notizie. In passato, tuttavia, il governo di Tel Aviv ha respinto le inchieste di Al Jazeera definendole “di parte” e basate su “disinformazione”, arrivando a vietare l’attività del canale nel Paese per motivi di sicurezza nazionale.
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