09 Ottobre 2025
È passata la conversione in legge del decreto approvato lo scorso 23 settembre, dal governo spagnolo, in merito all'embargo totale di armi ad Israele. Si tratta di un traguardo importante per l'esecutivo Sánchez, da settimane tra i governi più attivi nella dura critica ad Israele.
Soli otto punti di stacco, ma cruciali per portare a casa il sì definitivo a rendere legge il decreto che il Consiglio dei ministri aveva varato appena due settimane fa. Ieri sera, 8 ottobre, la Camera spagnola si è espressa: 178 voti favorevoli contro i 169 contrari. Mentre l'Upn, sigla indipendentista di Navarra, si è astenuto. Il no alla proposta di conversione in legge è arrivato dal Partito Popolare e dalle sponde di estrema destra di Vox, mentre incredibilmente anche Junts e Podemos, quelli più refrattari alla risoluzione, hanno dato l'assenso. La portavoce del partito Junts per Catalunya, nonché membro del Congresso dei deputati della Spagna, aveva infatti fino all'ultimo sostenuto come non fosse il momento di approvarlo, ora che una qualche risoluzione al conflitto israelo-palestinese sembra essersi aperto. Per Podemos invece, la posizione contraria era motivata dal fatto che il decreto era considerato un "colabrodo", zoppicante, pieno di fragilità. Le misure previste dal decreto riguardano essenzialmente (oltre che l'embargo totale di armi ad Israele), il divieto di esportare e di importare a/da Israele materiale di difesa e prodotti di tecnologia di doppio uso. Ma anche: rifiuto delle domande di transito per carburanti per aerei con finalità belliche, e divieto di importazione di prodotti provenienti da insediamenti illegali nei territori palestinesi occupati.
Podemos aveva - prima del sì - evidenziato le mancanze della nuova norma. Anzitutto, il fatto che vi sia discrezionalità, da parte del governo, su ciò che andrebbe importato e che è di "interesse nazionale". Ovvero: la Spagna si impegna a non comprare armi da Israele a meno che queste non siano "insostituibili" - un punto su cui però, a quanto emerge, Carlos Cuerpo, ministro dell'Economia, ha detto che riferirà, garantendo che la Spagna ha già trovato un nuovo fornitore rispetto ad Israele. Poi, il fatto che la norma non dia il potere al governo di impedire l'utilizzo agli Usa delle basi di Rota e Morón de la Frontera. Secondo l'opposizione, le nuove misure del governo s'inquadrano nei ranghi di "elettoralismo a buon mercato", tuttavia resta, chiaro e forte, il messaggio spagnolo di fronte alla crisi umanitaria di Gaza.
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