29 Settembre 2025
Trump, Netanyhau e Blair, fonte: FT
Donald Trump, dopo l’incontro con Benjamin Netanyahu e il ministro israeliano Ron Dermer, avrebbe introdotto “cambiamenti sensibili” alla bozza di piano per Gaza. L’obiettivo, ovviamente, è renderla più “realistica” agli occhi di Israele, ma gli ostacoli rimangono. A partire dalla posizione di Hamas, che rifiuta l’ipotesi di una gestione internazionale della Striscia e boccia il nome di Tony Blair.
Secondo un alto funzionario vicino al premier israeliano, citato da Channel 12, la revisione americana ha portato a una maggiore attenzione agli interessi di Tel Aviv. Restano però punti di frizione decisivi: “Sappiamo che Hamas non accetterà di disarmare. Non sono pronti a rilasciare gli ostaggi in un’unica fase, né a liberarli tutti senza una garanzia assoluta che la guerra sia finita. E anche in quel caso, resta il dubbio che manterranno la parola data”.
Hamas, infatti, ha respinto l’idea che un organismo guidato dall’ex premier britannico Tony Blair possa assumere il controllo amministrativo di Gaza. “Tony Blair è una figura inaccettabile per il nostro popolo. Abbiamo accettato di formare un comitato che non rappresenti nessuna delle fazioni palestinesi per gestire gli affari di Gaza dopo la guerra, e non accetteremo l’imposizione di una tutela straniera sul nostro popolo”, ha dichiarato a Reuters Taher al-Nono, consigliere del leader politico di Hamas, secondo quanto riportato da Haaretz.
Al-Nono ha inoltre ribadito che le armi della resistenza palestinese “sono legate all’esistenza dell’occupazione e alla difesa del nostro popolo”. E ha aggiunto: “Se l’occupazione finirà e sarà istituito uno Stato palestinese, allora queste armi diventeranno parte dello Stato”. Hamas, ha concluso, è disposto ad accettare “una tregua che possa durare anni”, ma valuterà i piani in discussione “secondo gli interessi del nostro popolo”.
Parallelamente, la Casa Bianca ha reso noto che nel colloquio trilaterale tra Trump, Netanyahu e il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, “i leader hanno accettato la proposta del presidente (Trump, ndr) d’istituire un meccanismo trilaterale per migliorare il coordinamento, ottimizzare la comunicazione, risolvere le reciproche controversie e rafforzare gli sforzi collettivi volti a prevenire le minacce”.
Un passaggio che Washington interpreta come segnale di apertura, rafforzato dall’impegno comune dei leader a collaborare “in modo costruttivo e a eliminare le percezioni errate, basandosi sui legami di lunga data che entrambi hanno con gli Stati Uniti”.
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