29 Settembre 2025
Trump-Netanyahu Fonte: Abc
Hamas prende le distanze dal piano promosso da Donald Trump e discusso alla Casa Bianca con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Mentre da Washington filtrano voci di possibili aperture diplomatiche, il movimento islamista nega qualsiasi coinvolgimento nelle trattative. Nel frattempo, sul fronte dei rapporti internazionali, Netanyahu ha compiuto un passo distensivo verso il Qatar, presentando scuse ufficiali per il raid avvenuto a Doha lo scorso 9 settembre.
Un alto funzionario di Hamas, Taher al-Nunu, ha dichiarato all’emittente qatariota Al-Arabi che "finora non ci sono state discussioni dirette o indirette sul piano promosso dagli Stati Uniti, e che Hamas ne è a conoscenza solo attraverso indiscrezioni sui media. Hamas non ha preso parte ai negoziati sul piano americano". Secondo lui, "Hamas è pronto al rilascio degli ostaggi come parte di un accordo globale che porrà fine alla guerra e porterà al ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza".
Anche all’emittente Al-Araby, al-Nunu ha ribadito che "finora non ci sono state discussioni dirette o indirette sul piano promosso da Donald Trump, di cui Hamas è a conoscenza solo grazie a indiscrezioni trapelate dai media". Secondo il portavoce, "Hamas è disposta a liberare gli ostaggi nell'ambito di un accordo globale che porti alla fine della guerra e al ritiro di Israele dalla Striscia".
Sul fronte diplomatico, Benjamin Netanyahu ha telefonato al premier del Qatar, Mohammed Bin Abdulrahman al-Thani, scusandosi per il raid del 9 settembre scorso a Doha che aveva come obiettivo la leadership di Hamas. Lo riferisce il giornalista di Axios Barak Ravid, citando una fonte a conoscenza del colloquio, avvenuto mentre alla Casa Bianca era in corso l’incontro tra Netanyahu e Trump. Durante la telefonata, il premier israeliano ha anche espresso “rammarico per l’uccisione di una guardia di sicurezza qatarina” nell’attacco. Secondo Ravid, le scuse ufficiali erano la condizione posta da Doha per riprendere il ruolo di mediatore tra Israele e Hamas.
Il Qatar, da tempo attore centrale nella mediazione per la Striscia di Gaza, avrebbe inoltre assicurato a Trump, insieme ad altri Paesi arabi, di “essere in grado di convincere Hamas ad accettare un accordo che includa la smilitarizzazione”. Lo rivela una fonte al Jerusalem Post, mentre la Cnn conferma che il presidente americano ha avuto un colloquio con l’emiro Tamim bin Hamad Al-Thani prima del faccia a faccia con Netanyahu. Secondo due fonti citate dalla rete, un consigliere qatarino era stato ricevuto alla Casa Bianca poco prima dell’incontro.
Parallelamente, gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto pressione sul premier israeliano affinché accetti la proposta di pace avanzata da Trump e abbandoni ogni progetto di annessione della Cisgiordania. Lo riportano i media israeliani. Abu Dhabi – primo Paese arabo del Golfo ad aver normalizzato i rapporti con Israele nell’ambito degli Accordi di Abramo – avrebbe infatti avvertito Netanyahu che un’eventuale annessione chiuderebbe le porte a ulteriori passi di normalizzazione con potenze arabe e musulmane di primo piano, come Arabia Saudita e Indonesia.
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