01 Settembre 2025
Stefano Boeri (imagoeconomica)
Non bastava l’inchiesta sulla speculazione urbanistica a Milano che lo vede tra gli indagati, ora l'archistar Stefano Boeri deve occuparsi di un'altra questione: uno dei suoi progetti più noti, ossia il Bosco Verticale di Milano, viene citato nel piano postbellico "Gaza riviera" redatto dall’amministrazione Usa per la Striscia.
Nel piano di Donald Trump per la ricostruzione della Striscia di Gaza dopo la guerra, compare una foto del complesso dei due palazzi residenziali a torre, ricoperte da piante e arbusti, progettati da Boeri Studio e noti con il nome di Bosco Verticale. Si trova nella sezione dedicata agli alloggi residenziali permanenti.
“Vivo come un cupo paradosso – ha dichiarato l’architetto all’Ansa – che tra le sue ispirazioni ci sia anche un’immagine del Bosco Verticale di Milano, il prototipo di un’architettura che al contrario promuove l’armonia con la natura e con la storia dei luoghi e che in questi anni ha dimostrato nel mondo di saper ospitare non solo abitazioni per ricchi ma edilizia sociale in affitto, spazi pubblici e servizi sanitari”. “Il Piano Riviera per Gaza è un’orrenda e violenta proiezione di un futuro inaccettabile e perverso, che presuppone la deportazione e la diaspora forzata di migliaia di famiglie già oggi esposte a una continua minaccia di morte”, ha concluso Boeri.
Nelle 38 pagine del progetto Great Trust (Reconstitution Economic Acceleration and Transformation Trust) sulla ricostruzione di Gaza in 10 anni, che prevedono grattacieli, smart city, riviere e resort, campeggiano anche i loghi di diverse aziende: accanto a marchi del lusso mediorientali e di società di security americane, appaiono quelli di società internazionali come Ikea, Amazon e il gruppo alberghiero IHG. Ma a distanza di due mesi nessuna delle aziende interpellate dal Corriere si dice al corrente. Ikea parla di "un’informazione nuova e sorprendente per noi. Inter Ikea Systems, proprietaria globale dei marchi Ikea, non è a conoscenza di questa iniziativa e può confermare che non ha approvato l’uso del logo Ikea in questo contesto".
No comment da parte di Amazon web services, che dice di aver appreso del progetto dai media. Persino dalla Tesla di Elon Musk, il magnate ex alleato di Trump che nella nuova Gaza dovrebbe realizzare un’area dedicata all’industria avanzata (la Elon Musk Smart Manufacturing Zone), dicono: "Non ci risulta nulla, non abbiamo alcuna informazione in tal senso".
A smentire qualsiasi coinvolgimento, il gruppo di hotel e resort a 5 stelle Mandarin Oriental: "Non abbiamo mai autorizzato in alcun modo l’utilizzo del logo su questa presentazione, alla quale Mandarin Oriental è assolutamente estranea. Il logo utilizzato è peraltro una vecchia versione".
Il progetto ha iniziato a prendere forma lo scorso febbraio quando Trump ha postato il video sulla "Gaza Riviera" generato con l’AI.
Gli autori sono Michael Eisenberg e Liran Tancman, due imprenditori israeliani coinvolti anche nella Gaza Humanitarian Foundation, unica società autorizzata a distribuire aiuti nella Striscia, ma considerata una "trappola mortale per i civili palestinesi". Proprio in corrispondenza di questi centri di aiuti, infatti, sono state uccise dalle Idf migliaia di persone in cerca di cibo. La GHF è gestita dalla BCG, Boston Consulting Group, che ha un ruolo anche nel piano Aurora di deportazione dei 2,2 milioni di palestinesi al di fuori della Striscia.
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