14 Agosto 2025
Striscione esposto dalla Uefa a Udine, fonte: X, @Uefa
La Uefa si è finalmente pronunciata sul genocidio a Gaza, pur non dicendolo chiaramente. Nella finale di Supercoppa Europea, giocata mercoledì 13 agosto allo stadio di Udine fra Paris Saint-Germain e Tottenham, la Uefa ha esposto uno striscione con scritto "Basta uccidere bambini, basta uccidere civili" e, al momento della premiazione, ha fatto salire sul podio due bambini gazawi.
La finale di Supercoppa Europea tra Paris Saint-Germain e Tottenham, disputata a Udine, si è trasformata in un raro momento di presa di posizione simbolica da parte della Uefa di fronte alla tragedia umanitaria di Gaza. Prima del calcio d’inizio, al centro del campo è stato srotolato un enorme striscione con la scritta “Stop killing children – Stop killing civilians”, sorretto da nove bambini rifugiati in Italia provenienti da zone di conflitto come Afghanistan, Iraq, Nigeria, Palestina e Ucraina.
Il gesto, ufficialmente presentato come un messaggio universale contro tutte le guerre, ha assunto inevitabilmente un significato particolare alla luce della situazione nella Striscia di Gaza, dove nelle ultime 24 ore si sono registrati quasi 100 nuovi morti e dove la vita dei civili è ormai al collasso.
Durante la cerimonia di premiazione, la Uefa Foundation for Children ha voluto dare un volto concreto alla sofferenza palestinese. Sul podio sono saliti Tala, 12 anni, affetta da gravi problemi di salute e trasferita a Milano per ricevere cure impossibili da ottenere a Gaza, e Mohamed, 9 anni, che ha perso entrambi i genitori in un attacco aereo ed è rimasto gravemente ferito, trovando rifugio in Italia con la nonna.
L’iniziativa arriva pochi giorni dopo le critiche di Mohamed Salah, stella del Liverpool, nei confronti della Uefa per il modo in cui aveva ricordato Suleiman al-Obeid, soprannominato “il Pelé palestinese”. Il calciatore era stato ucciso dall’esercito israeliano mentre si trovava in fila per ricevere cibo, ma nel post ufficiale della Uefa non era stato menzionato né il contesto né la responsabilità dell’attacco.
Se da un lato la presenza di Tala e Mohamed e lo striscione in campo segnano un segnale forte di solidarietà verso le vittime civili, dall’altro l’organismo calcistico europeo continua a mantenere un linguaggio prudente, evitando riferimenti diretti alla guerra in corso e alle sue cause.
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