12 Luglio 2025
Putin-Trump Fonte: X @World_Affairs11
Donald Trump si schiera ancora una volta contro la Russia di Vladimir Putin. Dopo mesi di tentativi falliti di mediazione, il presidente americano sembra deciso a voltare pagina e ad adottare una linea più dura. Lunedì è atteso un annuncio ufficiale di sanzioni alla Russia che potrebbe segnare una svolta nei rapporti tra Washington e Mosca. Nel frattempo, gli Stati Uniti si preparano a inviare nuovi armamenti all’Ucraina da 300mln di $, tra cui missili Patriot per la difesa, ma anche razzi offensivi a medio raggio, stavolta finanziati integralmente dalla Nato.
Donald Trump sembra pronto ad una svolta contro Vladimir Putin. L'attenzione è ora puntata su lunedì, giorno in cui il presidente americano ha promesso di fare un “importante annuncio sulla Russia”, dopo essersi sentito “deluso” dallo zar. “Vedrete cosa succederà”, ha detto con tono minaccioso ai reporter che gli chiedevano dei droni russi su un ospedale per la maternità a Kharkiv, prima della sua visita alle zone colpite dalle alluvioni in Texas.
Qualcosa, però, si sta già muovendo. Il tycoon ha annunciato alla NBC di aver raggiunto un accordo con la Nato in base al quale gli Stati Uniti invieranno armi all’Ucraina tramite l’Alleanza: e la Nato pagherà tali armi “al cento per cento”, assicura. Sono previsti, oltre ai sistemi di difesa Patriot, anche razzi offensivi a medio raggio. Secondo la Reuters, Trump invierà armi a Kiev, per la prima volta dal suo ritorno alla Casa Bianca, utilizzando la Presidential Drawdown Authority, potere presidenziale già impiegato dal suo predecessore Joe Biden. Il pacchetto è stimato intorno ai 300 milioni di dollari.
Finora, l’amministrazione Trump aveva inviato a Kiev solo forniture belliche autorizzate durante il mandato Biden. La Presidential Drawdown Authority consente al presidente di attingere direttamente dalle scorte di armi americane in caso di emergenza. Una svolta significativa, dopo che il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, aveva bloccato gli aiuti a Kiev senza nemmeno informare il presidente, costringendo Trump a scusarsi con Volodymyr Zelensky.
Nel frattempo, Trump si prepara a esercitare pressione anche sul fronte economico. È infatti pronto a sostenere un disegno di legge bipartisan promosso dal senatore repubblicano Lindsey Graham e dal democratico Richard Blumenthal. Il provvedimento, che potrebbe essere votato entro fine mese, prevede l’introduzione di una tariffa del 500% sulle importazioni da Paesi che continuano ad acquistare energia dalla Russia — tra cui Cina e India, che rappresentano circa il 70% del commercio energetico russo. Di fatto, si tratta di sanzioni secondarie temute dal Cremlino, perché rischiano di incrinare il sostegno dei principali alleati di Mosca.
Trump ha preteso che la decisione sull’attuazione del provvedimento resti una prerogativa esclusiva del presidente, e non del Congresso. “Ci stiamo concentrando sulla sua clientela (di Putin). Ed è questo che, credo, rende gli europei più soddisfatti”, ha commentato Graham. Gli ha fatto eco Blumenthal: “Questa non è solo una sorta di continuazione della nostra strategia attuale. È una vera svolta perché dice a Putin: ‘Ti colpiremo proprio dove fa male’”.
Il coordinamento con l’Europa appare sempre più centrale. Da Roma, dove si è svolta la conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, Graham e Blumenthal hanno aggiornato la cosiddetta Coalizione dei Volenterosi: oltre 30 Paesi pronti a inviare truppe per garantire la pace in Ucraina dopo la fine delle ostilità. A loro si è unito anche l’inviato Usa per l’Ucraina Keith Kellogg, che ha annunciato la sua presenza a Kiev per una settimana, a partire da lunedì.
Intanto, Mosca ha reagito con durezza, definendo “inaccettabile” l’ipotesi di un contingente europeo in Ucraina e accusando i Paesi del Vecchio continente di voler “continuare la guerra ad ogni costo, quella che chiamiamo una guerra fino all’ultimo ucraino”.
Resta ora da capire se e come la “nuova idea” evocata dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov influirà sulle mosse americane. Lavrov ha parlato con il segretario di Stato Marco Rubio durante un incontro in Malesia, e pur ribadendo le posizioni ufficiali di Mosca, ha lasciato intendere che una proposta alternativa sia stata avanzata. Ma alla domanda su cosa consista tale idea, ha risposto: “Non ve lo dirò, non vogliamo fare una piccola sorpresa?”, riecheggiando le stesse parole usate da Trump in merito alle possibili nuove sanzioni contro Mosca.
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