27 Giugno 2025
Pedro Sanchez, fonte: imagoeconomica
Il Consiglio Ue si divide su Israele. Se da una parte il premier spagnolo Pedro Sanchez chiede lo stop agli accordi di associazione tra Unione Europea e lo Stato ebraico, dall'altra leader come Meloni e Merz frenano. Sanchez, secondo cui a Gaza è in corso un genocidio, ha dichiarato come "è evidente del Israele sta violando l’articolo 2 dell’accordo di associazione con l’Ue sul rispetto dei diritti umani. L’Europa deve sospendere l’accordo di associazione immediatamente", mantenendo una linea già tracciata dal Paese, non solo su Gaza. Sanchez è infatti l'unico leader europeo che si è opposto all'accordo guerrafondaio della Nato sul 5% del pil per le spese militari. Schierati con lui sul tema della sospensione degli accordi ci sono sicuramente Irlanda, Belgio, Norvegia, Olanda, Portogallo e Slovenia. Meloni invece sostiene che sarebbe un errore perché contribuirebbe "all'isolamento di Israele".
Divisioni sulla linea da adottare su Israele al Consiglio Ue. Nessuna decisione sulla revisione dell'accordo di associazione con Tel Aviv. L'ampia maggioranza che ha portato Kallas ad innescare la revisione del Consiglio di associazione con Israele - 17 Paesi su 27, con 1 astenuto - resta sostanzialmente la stessa anche al tavolo dei leader. 9 i Paesi che non hanno votato per la revisione, vale a dire Germania, Ungheria, Italia, Repubblica Ceca, Croazia, Cipro, Lituania, Grecia e Bulgaria.
Al contempo, l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas ha presentato ai 27 un rapporto basato sulle valutazioni di istituzioni internazionali indipendenti secondo cui "vi sono indicazioni che Israele violerebbe i propri obblighi in materia di diritti umani". Kallas ha in corso contatti con Israele, di cui sta "acquisendo i pareri", nella sostanza una 'memoria difensiva'. A quel punto la decisione spetterà, con la formula dell’unanimità, al Consiglio Affari esteri, che si riunirà a luglio.
I leader Ue hanno dato il via libera politico alla proroga delle sanzioni semestrali contro la Russia che sarebbero scadute a fine luglio. "Abbiamo 18 pacchetti di sanzioni alla Russia per l’aggressione all’Ucraina e, con un doppio standard, l’Europa non riesce a sospendere un accordo quando si violano i rapporti umani", ha dichiarato lo stesso Sanchez. Ma sui nuovi provvedimenti c'è lo stop del premier slovacco Robert Fico.
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