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Trump pronto a riconoscere lo Stato della Palestina, Usa: "Al via aiuti umanitari a Gaza senza Israele"; cala il gelo con Netanyahu

Il Presidente Usa dal 13 maggio in visita in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Gli Stati Uniti annunciano un piano di distribuzione degli aiuti ma senza Israele. Leader Eurocamera: "A Gaza blocco intollerabile, basta impunità"

10 Maggio 2025

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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, pronto al riconoscimento dello Stato della Palestina. Nel frattempo gli Usa hanno annunciato un piano di distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, senza Israele. Negli ultimi giorni si parla sempre di più della "frustrazione di Trump per la linea portata avanti dal premier israeliano Benjamin Netanyahu", con il quale sarebbe calato il gelo. A metà maggio previsto un vertice Golfo-Usa in Arabia Saudita, dove Trump farà "un annuncio importante". Pochi giorni fa ha comunicato di aver deciso di cambiare nome al Golfo del Messico in "Golfo d'America", il Presidente Usa ha deciso di fare la stessa cosa con il Golfo Persico che si chiamerà "Golfo d'Arabia" o "Golfo Arabico".

Trump pronto al riconoscimento dello Stato della Palestina, Usa: "Al via aiuti a gaza senza Israele"

Secondo fonti diplomatiche dei Paesi del Golfo persico Donald Trump è pronto ad annunciare il riconoscimento dello Stato della Palestina. Il Jerusalem Post ricorda come da giorni circolino le voci di una grande e imminente annuncio da parte del presidente americano atteso nei prossimi giorni in Medio Oriente dove parteciperà anche al summit dei Paesi del Golfo ospitato dall'Arabia Saudita.

Gli Stati Uniti hanno annunciato che Israele non parteciperà al piano di distribuzione di aiuti alimentari alla Striscia di Gaza, dove il cibo scarseggia da quando Israele ha deciso di bloccare tutte le consegne più di due mesi fa. "Gli israeliani saranno coinvolti nel garantire la necessaria sicurezza militare, perché questa è una zona di guerra, ma non saranno coinvolti nella distribuzione del cibo o nel suo trasporto a Gaza", ha affermato l'ambasciatore degli Stati Uniti in Israele Mike Huckabee in una conferenza stampa.

Leader Eurocamera: "A Gaza blocco intollerabile, basta impunità"

I leader dei gruppi politici PPE, S&D, Renew Europe, Verdi/EFA e LEFT al Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo su una dichiarazione congiunta sulla situazione a Gaza, promossa dalla presidente dei socialisti Iratxe Garcia Perez. "Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per la minaccia di un'ulteriore escalation militare nella Striscia di Gaza e protestiamo contro tutte le violazioni del diritto internazionale in questo conflitto, comprese tutte le dichiarazioni che prevedono cambiamenti territoriali o demografici nella zona - si legge nella dichiarazione -. Chiediamo un'azione internazionale immediata ed efficace per alleviare l'intollerabile crisi umanitaria a Gaza, sullo sfondo del blocco imposto dal governo israeliano che impedisce agli aiuti umanitari di raggiungere la popolazione civile che vive in condizioni disumane". "Ribadiamo il nostro appello al pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e condanniamo qualsiasi atto di politicizzazione o militarizzazione degli aiuti umanitari - proseguono i leader politici -. Chiediamo alle autorità israeliane di intervenire immediatamente, in cooperazione con le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie, per garantire l'accesso illimitato agli aiuti umanitari essenziali alla popolazione palestinese di Gaza. Chiediamo la cessazione immediata e duratura delle violenze. Esigiamo il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi israeliani ancora detenuti. Condanniamo qualsiasi dichiarazione che proponga lo sfollamento forzato di persone o modifiche territoriali, insistendo sul pieno rispetto del diritto internazionale".

Vertice Golfo-Usa a metà maggio, Trump cambia il nome al Golfo Persico, si chiamerà "Golfo d'Arabia"

https://www.ilgiornaleditalia.it/video/esteri/703397/usa-trump-cambia-il-nome-al-golfo-persico-si-chiamera-golfo-d-arabia-vance-ai-tifosi-dei-mondiali-2026-dopo-la-finale-tornateveneacasa-video.html

Mancano pochi giorni al vertice in Arabia Saudita, dove il presidente americano sarà presente e si siederà al tavolo con tutti i leader dei Paesi del Golfo. Si tratta della seconda visita del tycoon in Arabia dopo quella del maggio 2017, durante il suo primo mandato. Un viaggio che lo stesso Trump aveva presentato con un velo di mistero, anticipando un "annuncio molto importante" proprio in occasione del vertice. Non tutti gli analisti sono concordi, anzi il riconoscimento americano di uno Stato di Palestina sembra più un miraggio che altro. "Non mi aspetto che riguardi la Palestina. Il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi e il re Abdullah II di Giordania non sono stati invitati - fa notare l’ex diplomatico Ahmed Al-Ibrahim-. Sono i due Paesi più vicini alla Palestina e sarebbe importante che fossero presenti a un evento come questo".

Ahmed Al-Ibrahim ha dichiarato a The Media Line: "Ci saranno accordi importanti, forse simili a quanto accaduto al vertice Golfo-Stati Uniti del 2017, con accordi sauditi per un valore di oltre 400 miliardi di dollari. Non dimentichiamo che gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato investimenti negli Stati Uniti per oltre 1.000 miliardi di dollari, e l'Arabia Saudita ha annunciato investimenti per oltre 600 miliardi di dollariQuesto è chiaro perché il presidente Donald Trump intende visitare gli Emirati Arabi Uniti e il Qatar dopo aver concluso la sua visita in Arabia Saudita. Si tratta di due economie importanti con significative risorse finanziarie e ingenti investimenti negli Stati Uniti". Ahmed Boushouki, analista politico saudita, ha dichiarato a The Media Line: "Si tratta di importanti accordi economici che avranno luogo nel Regno dell'Arabia Saudita. Forse il presidente degli Stati Uniti Donald Trump vi ha accennato quando ha invitato il popolo americano a 'comprare azioni ora, prima del suo grande annuncio nei prossimi due giorni'".

Trump ha deciso di cambiare nome al "Golfo Persico", gli Stati Uniti d'ora in poi ribattezzerebbero "Golfo Arabico" o "Golfo d'Arabia" quel tratto di Oceano Indiano di 251.000 chilometri quadrati che si incunea, bagnandoli, fra i paesi Oman, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar, Bahrein, Kuwait, Iraq e Iran, un'ampia insenatura che da secoli si chiama Golfo Persico.

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