10 Ottobre 2024
Uragano Milton (Pixabay)
L'uragano Milton si è abbattuto sulla Florida, ma fortunatamente è sceso di categoria prima di toccare terra, passando da forza 4 a forza 2 e poi a 1; secondo il meteorologo Guido Guidi, tenente colonnello dell’Aeronautica militare, "non c'entra il cambiamento climatico e non si tratta dell'uragano più forte degli ultimi 20 anni".
La Florida era in allerta per l'arrivo dell'uragano Milton, definito dal presidente americano Joe Biden e da diversi esperti come il "più devastante degli ultimi 100 anni".
"L’uragano Milton si è abbattuto sulla Florida - ha spiegato il meteorologo Guidi - ma prima di toccare terra è sceso da categoria 4 a categoria 2 e poi a categoria 1, evitando di causare ciò che si temeva, compreso l'effetto ha un potenziale distruttivo elevatissimo, ma non è il più forte degli ultimi 20 anni. Anche se i conti si fanno alla fine".
"Prima di atterrare sulla costa della Florida - ha aggiunto - è stato classificato con categoria 4, in una scala che va da 1 a 5, con dei venti associati che possono andare tra 209 e 251 chilometri orari. È quindi definito come un uragano major, come lo sono quelli di categoria 4 e 5. Non è un evento senza precedenti, nel senso che c’è una lunga storia di uragani con questa intensità che sono arrivati sulla terraferma. Il touchdown, ossia il punto in cui l'occhio della tempesta farà il suo atterraggio sulla costa della Florida occidentale centrale, dovrebbe essere più o meno a sud della baia di Tampa. Poi si sposterà sulla costa orientale della Florida, attenuandosi, e probabilmente passando a categoria 2, il che significa comunque raffiche da incubo. Per effetto della combinazione tra la forte intensità del vento e la bassissima pressione atmosferica, il mare sale e inonda la costa, si chiama “storm surge”. In questo caso sono previste inondazioni che vanno da i 3 ai 5 metri, il che vuol dire sommergere praticamente tutto".
Spiegando che non si tratta dell'uragano più potente degli ultimi anni, il meteorologo ha riportato degli esempi concreti.
"Nel 2004 c’è stato l'uragano Charlie - ha ricordato Guidi - che era categoria 4. Poi, nel 2017, della stessa categoria ci sono stati Harvey e Irma. Nel 2018 Michael, che era addirittura categoria 5. Ci sono stati Laura e Ida e poi ancora Ian nel 2022, sempre contro categoria 4. La stagione degli uragani, che finisce a novembre, tra l’altro è stata finora molto poco attiva. Dal 2005 al 2015, per ben dieci anni, ci sono stati pochissimi uragani e solo di categoria uno. Sembrava che se fossero finiti. Dopodiché, invece, hanno ripreso ad accadere, quindi c'è moltissima casualità".
Sempre più negli ultimi anni, quando si verificano fenomeni violenti come uragani e nubifragi, si sente parlare di cambiamento climatico. Guidi però afferma: "Il cambiamento climatico non c'entra nulla. Le proiezioni sugli uragani dicono che dovrebbero in linea di massima diminuire di numero, ma aumentare quelli intensi. Nella realtà delle cose questo trend non c’è".
Sulle preoccupazioni di molti in merito alla possibilità che l'uragano raggiunga l'Europa, l'esperto tranquillizza: "Non arriverà in Europa perché morirà in mezzo all'Atlantico. Noi abbiamo già dato, nel senso che in queste ore sta passando sulla Francia settentrionale e sui Paesi Bassi quel che resta dell'uragano Kirk. Nato nell’Atlantico centrale, nella sua ultima fase ha perso quasi completamente la sua intensità: arriverà sulla Svezia mercoledì sera".
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