08 Ottobre 2024
Yaroslav Hrytsak, fonte Wikipedia
Il docente di storia all’Università di Leopoli, Yaroslav Hrytsak, ha spiegato le “debolezze” del presidente ucraino Zelensky nell'ultima fase del conflitto. Lo storico ha affermato che quest'ultimo starebbe “perdendo consensi” tra la popolazione ucraina, stanca della guerra e delle poche vittorie conseguite.
Hrytsak ha affermato che in una ipotetica votazione per le elezioni, il presidente ucraino verrebbe “sconfitto”: “La popolarità di Volodymyr Zelensky è ai minimi storici. Se si votasse oggi verrebbe sconfitto e l’Ucraina ha bisogno di elezioni al più presto per rinnovare la dirigenza politica. Purtroppo, dobbiamo attendere: non si potrà andare alle urne finché il Paese resterà sotto la minaccia russa”.
Il “crollo della popolarità” di Zelensky viene spiegato dal docente di storia in termini sia “strategici” che “umani”: “Due ragioni. La prima: da oltre un anno non è stato in grado di riportare una sola vittoria. Eccetto forse l’avanzata nella regione di Kursk, che però potrebbe rivelarsi molto fragile. Seconda ragione: Zelensky ci tratta come fossimo bambini che non sono in grado di ragionare e a cui non si deve dire seriamente la verità. Continua invece a ripetere la narrativa eroica dei primi mesi, per cui dobbiamo restare uniti e combattere per liberare tutte le regioni occupate dagli orchi russi, inclusa la Crimea”.
Inoltre, ha sottolineato che il popolo ucraino è “sfinito dalla guerra”: “Ormai nessuno accetta più questi discorsi: è ovvio che non riusciremo a tornare ai confini del 1991 e comunque ciò comporterebbe tantissimi morti e distruzioni, che il Paese non può sostenere. In realtà, gli ucraini cercano nuove soluzioni per terminare il conflitto e non corrispondono con i discorsi del presidente”.
Hrytsak ha affermato che, gli ultimi sondaggi tra il popolo ucraino, hanno indicato un “netto vantaggio” di Zaluzhny rispetto a Zalensky: “Gli ultimi sondaggi indicano in netto vantaggio l’ex capo delle forze armate, Valerij Zaluzhny. In maggio lo davano al 70 per cento delle preferenze con un progetto di militarizzazione della società. Lui avrebbe il carisma necessario sia per chiedere più sacrifici, che per fare dolorose concessioni a Putin. Tuttavia, per ora non sappiamo se è pronto a candidarsi”.
Secondo le parole del docente di storia, il “vero problema” del presidente Zelensky sarebbe quello si voler “concentrare a se” tutto il potere: “Si è circondato di fedeli esecutori che cercano di tenerlo lontano dalle cattive notizie. Al cuore del problema resta il suo desiderio di concentrare il potere nelle proprie mani: sceglie i collaboratori sulla base della lealtà, non della professionalità, un atteggiamento suicida”.
Inoltre, ha riflettuto sul vecchio lavoro del presidente, ovvero l'attore, “accusandolo” di comportarsi ancora come tale: “Nel nostro Paese vige la tradizione dei presidenti che tendono a governare nello stile del loro lavoro precedente. Zelensky è stato un bravo attore e ancora si comporta come tale. Sogna di interpretare il ruolo del Churchill ucraino. L’emergenza dei primi tempi di guerra lo ha aiutato: ha incarnato il volontarismo generoso e coraggioso degli ucraini, che volevano combattere a ogni costo”.
Lo storico lo ha paragonato a Gorbaciov: “Il gioco si è fatto più difficile quando è stato chiaro che la guerra si sarebbe protratta e occorreva elaborare politiche innovative di resistenza. Lo paragono a Gorbaciov: molto popolare all’inizio della Perestroika, ma poi sempre più isolato; rispettato e persino amato all’estero, però detestato in patria”.
“Putin sta vincendo”, ha affermato Hrytsak, perciò Zelesnky necessiterebbe “di consiglieri esperti che elaborino politiche e strategie di lungo periodo”. “Dobbiamo passare dalle speranze nella vittoria alla politica della sopravvivenza”, ha aggiunto. Per lo storico, l'Ucraina non sarebbe ancora sul punto del collasso, ma teme per gli sviluppi della guerra in inverno: “Vediamo cosa capiterà durante l’inverno, crescono timori, insicurezze. Ovviamente gli aiuti occidentali e i missili a lunga gittata hanno un ruolo centrale. Da noi la situazione è difficile. Ma in Russia potrebbe essere peggio. Pare che la maggioranza dei russi voglia la fine subito della guerra”.
Infine, ha dato la sua opinione sulla “strategia di Donald Trump”, che secondo lui potrebbe “fare mosse inaspettate”. “Temo però che la Harris possa essere in continuità con Biden. I ritardi degli aiuti americani ci dissanguano. Anche i contributi per accrescere le nostre industrie militari arrivano lenti”, ha concluso Yaroslav Hrytsak.
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