03 Novembre 2023
Due guerre a confronto. Quella in Ucraina e quella in Palestina. I dati dicono che in Ucraina sono morti 9.614 civili, di cui 554 bambini, in 563 giorni (dal 24 febbraio 2022 al 10 settembre 2023). In Palestina, invece, i morti sono stati 8.796, di cui 3.648 bambini, in 25 giorni (dal 7 ottobre al 1°novembre). E i numeri (evidenti) purtroppo sono destinati ad aumentare.
“Se si guardano i manuali della Nato e i calcoli che avevamo stimato, quattro mesi avrebbero dovuto essere sufficienti per raggiungere, combattere e riprendere la Crimea”. Nelle parole rilasciate del comandante in capo ucraino Valery Zaluzhny c’è un mix di frustrazione e oggettività. Gli obiettivi fissati dalla controffensiva non sono stati raggiunti, con appena 17 km di terreno riconquistati in 5 mesi.
Dopo i primi tentativi falliti di controffensiva delle forze armate ucraine, Zaluzhny ha sostituito diversi comandanti e trasferito personale militare da alcune brigate in prima linea, ma ciò non ha portato a nulla. Per sbloccare la situazione al fronte, riferisce il comandante in capo dell’esercito ucraino, Kiev ha bisogno di “qualcosa di nuovo, come la polvere da sparo, che i cinesi hanno inventato e che usiamo ancora. Cioè serve l’uso attivo delle nuove tecnologie. Il rischio più grande di una guerra di logoramento di trincea è che potrebbe trascinarsi per anni ed esaurire lo Stato ucraino”. Le parole sanno tanto di resa allo strapotere militare russo, con i soldati di Vladimir Putin che non sono stati scacciati come sperato dalle armi fornite dai paesi occidentali, ora concentrati sul conflitto in Medio Oriente per Gaza.
E proprio in Palestina è stato “completato l’accerchiamento di Gaza city”. La principale città dell’enclave palestinese è sotto il controllo di Israele, che nella serata di ieri ha comunicato che “le nostre forze sono nel cuore del nord della Striscia, dentro Gaza city, che è completamente circondata”. Tel Aviv, però, non è ancora pronta a rifornire di carburante gli ospedali della Striscia, aprendo così, come se ce ne fosse bisogno, un altro fronte di attrito con l’esercito.
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