13 Ottobre 2023
Già cinque anni fa il direttore del Comitato popolare contro l’assedio di Gaza, il deputato Jamal al-Khudari, aveva parlato di che quello era stato il peggior anno dall’occupazione israeliana dell’enclave costiera, iniziata nel 1967 dopo la guerra dei sei giorni. L’uomo aveva riferito che l’80% delle industrie di Gaza erano state danneggiate, fatto che aveva portato alla loro parziale o totale chiusura. Oggi all’assedio totale nella Striscia si unisce il conflitto armato tra i palestinesi di Hamas e lo Stato di Israele, con il primo ministro israeliano Netanyahu che ha affermato: “Come è stato schiacciato l'Isis, così sarà schiacciato anche Hamas”.
Nel 2018 Al-Khudari, aveva dichiarato alla stampa che la situazione economica e umanitaria nella Striscia di Gaza si stava deteriorando in un modo che non aveva precedenti, riferendosi a perdite economiche dirette e indirette superiori a 300 milioni di dollari. Le parole sembrano fare eco proprio a quelle del presidente turco Erdogan che nella giornata di ieri, in riferimento alla mancanza d’acqua ed elettricità nella Striscia di Gaza aveva affermato: "Gli Stati sono vincolati a difendere i diritti umani dalle leggi di guerra, purtroppo stiamo assistendo alla graduale erosione di questo impegno fondamentale da parte di Israele”.
Il blocco imposto da Israele va avanti dal 2007, aveva spiegato Al-Khudari, e si è tradotto in quella che il deputato ha definito una “sofferenza senza fine risultante da tre devastanti aggressioni militari”, con famiglie palestinesi che nel 2018 si ritrovavano ancora senza case, distrutte durante l’aggressione del 2014 e che nella maggior parte dei casi non sono ancora state ricostruite.
I divieti di Israele e la disoccupazione palestinese
La striscia di Gaza è stata però per anni tenuta sotto scacco proprio dai numerosi divieti che sono stati imposti dall’occupazione israeliana, come quello relativo all’ingresso di merci e materie prime che non possono entrare nella Striscia di Gaza, ma che sarebbero fondamentali per l’industria della Striscia che cinque anni fa vedeva già circa 300.000 lavoratori disoccupati a causa dei gravi danni che avevano coinvolto le fabbriche della zona, circa il 90%. A peggiorare ancor di più una situazione che nella Striscia è già devastante sono i dati sul tasso di disoccupazione a Gaza. Nel 2018 il parlamentare palestinese si riferiva a migliaia di laureati disoccupati con un percentuale oltre il 65%, con l’85% dei palestinesi a Gaza che vive al di sotto della soglia di povertà.
I dati aggiornati al terzo trimestre del 2022 però non sono molti più confortanti, il tasso superava infatti il 46%, ma si alzava al 60% nella fascia compresa tra i 15 e i 29 anni. Un panorama drammatico che emerge da anni di stagnazione economica della Cisgiordania e in particolare nella zona della Striscia di Gaza, proprio a causa della imposizioni Israeliane, dove il reddito pro capite sarebbe il più basso del mondo, inferiore ai 2 dollari, aveva spiegato Al-Khudari.
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