06 Ottobre 2023
Joe Biden (fonte: fisco24_info)
Una giornata nera (una delle tante, commenta qualche malizioso nei media conservatori americani) quella del 5 ottobre per l'amministrazione del Presidente Biden. Giovedì, infatti, il democratico ha annunciato alla nazione di essere in procinto di infrangere uno dei più identitari elementi del partito del mulo, quello riguardo all'ampliamento del famigerato muro sul confine con il Messico.
Nonostante la costruzione di una barriera fisica sul limes meridionale degli states, infatti, fosse tema bipartisan ai due partiti sin dagli anni '90 (tanto Clinton quanto Obama avevano alacremente contribuito ad ampliarlo), la politicizzazione della questione migratoria in epoca Trump ne aveva fatto argomento tabù per i democratici, da alcuni anni strenui oppositori al suo ampliamento.
Durante la campagna elettorale per le elezioni di midterm del 2019, infatti, Biden si era più volte espresso a sfavore del muro, arrivando a promettere agli elettori americani che, in caso di elezione, sotto la sua presidenza "non ne sarebbe stato costruito un solo pollice in più rispetto a quanto già fatto". Dal canto suo, invece, Trump infiammava i propri sostenitori con la promessa di chiudere ermeticamente l'intero confine con il gigante centramericano.
Giovedì 5 ottobre, tuttavia, tre anni dopo averle vinte, quelle elezioni, Biden torna sui propri passi e annuncia la costruzione di 20 miglia, circa 32 chilometri, di muro. Non solo, per farlo sarà necessario aggirare 26 leggi federali, molte delle quali ambientali, tradendo il proprio elettorato non solo sul tema migratorio, ma anche su quello dell'ecologia.
Il nuovo tratto di barriera sorgerà nella zona del Rio Grande e, nonostante l'assicurazione di Biden che si tratti di 32 chilometri la cui costruzione era già stata approvata durante la presidenza Trump e che non era possibile per la Casa Bianca bloccarla, l'evento agli occhi di molti americani ha già assunto il carattere di un'immagine rivelatrice di quello che sempre di più chiamano il "fallimento delle politiche migratorie dell'amministrazione".
Nonostante un certo senso di imbarazzo ad ammetterlo, infatti, ormai sono molti, anche tra i quadri dem, a riconoscere che la situazione al confine stia sfuggendo di mano. Tra le voci che più spesso si alzano in questo senso, quella del sindaco di New York, il democratico Eric Adams, che da mesi accusa Washington di aver abbandonato la grande mela in balia di decine di migliaia di immigrati.
Se l'amministrazione Biden perde così la faccia, forse nella maniera finora più umiliante dall'inizio del mandato, Trump può invece permettersi di incassare una, importante per il voto degli indecisi nel 2024, vittoria su uno dei temi alla sua narrazione elettorale più caro. Il tycoon non ha ovviamente perso tempo per commentare la decisione del suo, ancora una volta, sfidante per la corsa allo studio ovale.
L'ha fatto poche ore dopo l'annuncio, con un post pubblicato su Truth, il social da lui fondato: "È così interessante vedere Joe Biden dover infrangere ogni regola ambientalista per dimostrare che avevo ragione nel costruire il muro al confine. Chissà se Biden si scuserà con me e con l’America per averci messo così tanto tempo e per aver consentito al nostro Paese di essere inondato con 15 milioni di migranti".
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