26 Aprile 2023
Mentre continuano i morti e quasi 300 mila sudanesi si preparano a lasciare il Paese, l’OMS informa che nella capitale Khartoum un laboratorio biologico contenente campioni di polio, colera e rosolia, sarebbe caduto in mano ai ribelli. Senza più tecnici e colpita da continui black out, la struttura viene considerata una bomba pronta ad esplodere. L’OMS ha richiesto l’intervento internazionale in Sudan per mettere in sicurezza l’area.
Martedì 25 luglio l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha comunicato l’alto “rischio biologico” connesso ai combattimenti nella capitale sudanese Khartoum. La città, infatti, ospita il Laboratorio Nazionale di Salute Pubblica, al momento nelle mani dei ribelli. Parlando coi media, una fonte di alto livello del centro medico, rimasta però anonima, avrebbe rivelato che nella struttura sarebbe stoccata una grande quantità di malattie ed altro materiale biologico. A riferirlo la CNN. Il rappresentante dell'OMS in Sudan, Nima Saeed Abid, ha confermato che nel laboratorio sono custoditi campioni di polio, colera e rosolia. “C’è un grande rischio biologico collegato all’occupazione della struttura da parte di una delle due fazioni combattenti”, ha concluso.
I tecnici del laboratorio non avrebbero più accesso al centro, che negli ultimi giorni ha anche subito diversi black out. Il terrore della comunità scientifica è che possano esserci scontri a fuoco nel laboratorio, cosa che potrebbe trasformarlo in una bomba batteriologica. Una nota dell'OMS recita a riguardo: “È necessario un urgente e rapido intervento della comunità internazionale per ripristinare le linee elettriche attorno alla struttura e mettere in sicurezza il laboratorio contro qualsiasi scontro armato. Abbiamo di fronte un gigantesco rischio biologico”.
https://www.ilgiornaleditalia.it/video/politica/480563/tajani-rimpatriati-da-sudan-83-italiani-e-13-stranieri-operazione-non-semplice-ma-ottimi-risultati.html
Dopo la partenza di molti civili stranieri, il timore di molti analisti è ora l’acuirsi degli scontri. Solo negli ultimi dieci giorni si contano almeno 500 morti. Non si fermano poi le partenze degli stessi sudanesi, con l’Onu che sempre nella giornata del 26 aprile parlava di almeno 280 mila persone pronte a fuggire nei Paesi limitrofi di Ciad e Sud Sudan. La previsione delle Nazioni Unite è che molte di queste persone imboccheranno il corridoio diretto verso la Tunisia, per poi tentare l’attraversamento del Mediterraneo.
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