28 Marzo 2023
Niente da fare per la risoluzione russa che sul caso del sabotaggio al gasdotto Nord Stream 1 e 2 chiedeva all'Onu un’indagine internazionale che andasse a fondo sull'origine dell'attentato. La mossa della Russia avvenne qualche giorno dopo l'inchiesta del giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh, la cui versione è considerata la più vicina alla realtà da Mosca. A votare a favore sono state solamente Cina e Brasile, nessun contrario, gli altri dodici membri del Consiglio si sono astenuti.
Al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non passa la risoluzione della Russia. Nessuna indagine internazionale per risalire all'origine dell'attentato dello scorso 26 settembre. “Senza un’indagine internazionale obiettiva e trasparente, non si scoprirà la verità su ciò che è accaduto”, aveva detto l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia prima del voto. Ne servivano nove ma come detto, a favore oltre ovviamente alla Russia hanno votato solo il fido alleato Cina e sorprendentemente il Brasile.
Sono tre i Paesi che stanno conducendo delle indagini proprie, vale a dire Svezia, Danimarca (zone economiche esclusive dove è avvenuto l'accaduto) e Germania, la cui procura ha aperto un'inchiesta dopo il ritrovamento dello yacht, servito secondo fonti Usa e della Germania ad portare le sei persone e l'esplosivo dal porto di Rostock fino al Mar Baltico dove è avvenuta l'esplosione. Il documento incoraggiava Stoccolma, Copenaghen e Berlino a collaborare pienamente con la commissione e a condividere tutte le informazioni anche con il Consiglio.
Il Cremlino si dice "rammaricato" per la mancata risoluzione Onu. È questo il sentimento che proviene da Mosca espresso dal portavoce russo Dmitry Peskov: "Chiaramente continueremo i nostri sforzi per impedire che la questione venga posta in stallo", ha poi aggiunto sollecitato sul tema.
Un acceso dibattito tra l'ambasciatore russo Nebenzia e quello Usa Robert Wood è andato in scena durante la discussione per la risoluzione. Gli Stati Uniti accusano Mosca di voler "politicizzare" le indagini dato che i russi “avevano già dichiarato di esser certi che fossero gli USA responsabili ma senza aver portato alcuna prova al Consiglio". Nebenzia ha replicato che tali accuse sono state perpetrare "dopo aver letto l’articolo del giornalista d’inchiesta Seymor Hersh".
Pronta la replica Usa: "Innanzitutto, non leggo gli articoli di Seymour Hersh. E francamente, gli Stati Uniti non basano le proprie politiche né rispondono semplicemente alle accuse di un singolo giornalista. Invece di fare domande, il collega russo dovrebbe chiedersi cosa stanno facendo all’Ucraina e alle sue infrastrutture civili”, ha rincarato. L'ambasciatore russo ha invece tirato in ballo Joe Biden ed il suo celebre annuncio sulla distruzione dei "gasdotti russi". Annuncio fatto davanti al mondo in conferenza con Scholz, poche settimane prima dell'invasione.
La Cina, che ha votato a favore della risoluzione, è corsa in aiuto dell'alleato definendo l'attentato "feroce". Dicendosi poi contrariata del voto finale. Delle indagini portate avanti dall'Onu infatti, per Pechino sarebbero state più "autorevoli", ed avrebbero ugualmente evitato di contrastare quelle dei vari Paesi che per forza di cose, secondo il pensiero dei vari soggetti non possono essere "imparziali".
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