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Covid, "La cura è stata peggio della malattia". Lockdown e restrizioni? "Interessi politici, non scienza"

Pubblicata l'inchiesta del "Daily Telegraph" sulla gestione pandemica in Uk: i "Lockdown Files". Interviene la deputata Tory Esther McVey, co-presidente del gruppo parlamentare misto "Pandemic Response and Recovery": "Macchinazioni politiche a danno della società"

07 Marzo 2023

Covid, "La cura è stata peggio della malattia". Lockdown e restrizioni? "Interessi politici, non scienza"

Esther McVey. Fonte: Twitter, @EstherMcVey1

Chi avrebbe potuto immaginare che i messaggi di Matt Hancock su WhatsApp sarebbero stati così rivelatori e dolorosi? I “Lockdown files” hanno messo a nudo fino a che punto ministri, funzionari pubblici e scienziati abbiano permesso alle macchinazioni politiche piuttosto che alle prove scientifiche di ispirare le misure catastrofiche che hanno inflitto alla nazione lockdown, mascherine e altro ancora.

Covid, "La cura peggio della pandemia": i retroscena di lockdown e restrizioni in Uk

La mia speranza ora, come co-presidente del gruppo parlamentare misto "Pandemic Response and Recovery", è che queste rivelazioni alimentino un dibattito rigoroso sulle politiche Covid che avremmo dovuto tenere nel 2020-21. Si spera che l'inchiesta ufficiale sul Covid fornisca una piattaforma per tale discussione. Essa offre un'opportunità unica di chiedere il conto a chi ha preso le decisioni, non solo in merito agli errori che possono aver portato a un numero maggiore di morti per Covid, ma anche agli errori che hanno condotto a una grande quantità di decessi in eccesso dopo il lockdown.

Ma temo che l'interrogazione possa non portare a nulla. C'è il forte rischio che ci ritroveremo con un'inchiesta che si concentri in modo sproporzionato su piccoli dettagli, come ad esempio se il lockdown avrebbe dovuto essere imposto una settimana prima, piuttosto che sui danni incalcolabili causati alla nazione da due anni di restrizioni. Questo, ironia della sorte, rifletterebbe gli errori dei ministri pro lockdown, che si sono concentrati così a fondo sul virus in sé da non accorgersi dell'impatto che le politiche governative stavano producendo sulla società nel suo complesso.

L'incapacità di prendere in considerazione fattori non clinici come l'istruzione, l'assistenza sanitaria che non riguardasse il Covid e l'economia è stata particolarmente dannosa per le generazioni più giovani, che pagheranno il prezzo di questa follia negli anni a venire. L'inchiesta Covid dovrebbe chiedere ai politici di rendere conto delle loro scelte soprattutto e prima ai giovani.

Insieme ad altri parlamentari e colleghi, ho già esortato la baronessa Hallett, presidente dell'inchiesta, a prendere in considerazione una gamma più vasta di voci, per evitare che ci si limiti a un'operazione di dissimulazione. L'inchiesta deve andare oltre i costi diretti della malattia stessa e quantificare le perdite dovute ai danni involontari, ma assai reali, che le politiche Covid hanno provocato. Deve anche porsi la domanda forse meno conveniente di tutte: avremmo dovuto attenerci al piano pandemico originale, che non prevedeva l'isolamento di massa?

Covid, "macchinazioni politiche" dietro le misure restrittive

In effetti non ho ancora sentito una risposta convincente al perché la strategia pandemica britannica del 2011, rivista nel 2014, sia stata apparentemente scartata. I lockdown non hanno mai fatto parte di questi piani, né di quelli di altri 27 Paesi europei, tutti pubblicati dal Centro europeo per il Controllo delle Malattie il 5 febbraio 2020. La Svezia ha avuto il coraggio di attenersi al suo piano e non solo i suoi tassi di mortalità sono stati sostanzialmente migliori dei nostri, ma hanno anche evitato alcuni dei danni collaterali tipici delle chiusure.

Inoltre, non dobbiamo dimenticare che la gravità della malattia si è dimostrata molto più modesta di quanto i nostri politici abbiano previsto. Michael Gove ci ha avvertiiti, nel marzo 2020, che "eravamo tutti a rischio", ma come sottolinea il Prof. Mark Woolhouse, già nel febbraio 2020 sapevamo che il virus era "altamente discriminatorio" , con l'età e le comorbilità come fattori cruciali.

Questo si è tradotto nella trasformazione in arma della comunicazione mediatica sulla salute pubblica che, come esperta di primo piano in pianificazione dell'emergenza e della ripresa, Lucy Easthope afferma che "va contro tutto ciò che sappiamo sulla comunicazione del rischio, rendendo il recupero molto più difficile".

Dovrebbe essere trattata dalla commissione anche un'altra questione. L'inchiesta potrebbe anche mettere in chiaro, alla luce delle rivelazioni contenute nei "Lockdown Files", perché sembra che il sistema di governo possa essere manipolato da un paio di ministri o funzionari troppo zelanti. E dovrebbe analizzare quanto sia stato fatto solo per per il gusto di fare qualcosa, portando a molte restrizioni non necessarie. Non si tratta di questioni facili, ma avrebbero fatto una grande differenza quando era importante.

Essendo stata una dei pochi parlamentari conservatori che si è sempre espressa contro e votato contro le restrizioni Covid, per me è abbastanza ovvio: la nostra cura è stata peggio della malattia.

di Esther McVey

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