05 Febbraio 2023
Sarebbe davvero una bella notizia: mettere ordine nella «giungla» degli influencer. È con queste parole che il deputato transalpino Arthur Delporte presenterà in Parlamento tra qualche giorno una proposta di legge che punta a regolamentare un far west in cui si moltiplicano scandali e truffe. Una gran parte di tali personaggi, spuntati dal nulla, pensano di essere chissà chi, nella convinzione di condizionare la mente delle persone ad acquistare determinati prodotti oppure a comportarsi secondo i loro dettami. Dopo essere stato uno dei primi Paesi a varare una legge per il diritto alla disconnessione e aver applicato la direttiva sul copyright nei contenuti di informazione, la Francia è ancora una volta pioniera. La sacrosanta iniziativa punta a creare uno status giuridico per gli influencer e vietare la promozione sui social network e sulle piattaforme di prodotti farmaceutici, dispositivi medici e atti chirurgici, in particolare cosmetici, ad eccezione delle campagne governative di salute pubblica. Si propone anche di impedire la propaganda di contratti finanziari a rischio, di alcuni asset digitali o di investimenti in libretti di criptovaluta o Nft. L'articolo 1 definisce anche cosa sono le agenzie di influencer. In caso di inadempienza, il testo prevede una pena detentiva di sei mesi e una multa di 75mila euro. L'esame del testo oltrefrontiera comincerà il 9 febbraio alle Camere e ha buone chance di essere approvato poiché nel frattempo pure un deputato della maggioranza macronista, Stéphane Vojetta, ha deciso di far convergere un altro testo già in preparazione.
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