19 Gennaio 2023
Kiril Petkov, primo ministro della Bulgaria, fonte: Imagoeconomica
La Bulgaria all'inizio del conflitto russo-ucraino ha segretamente aiutando Kiev sfruttando altri Paesi NATO come intermediari. A sostenere le spese per le armi e il carburante sono stati gli Stati Uniti e l'Inghilterra.
Fino a dicembre 2022 la Bulgaria non ha autorizzato alcun invio di armi a favore dell'Ucraina. Lei e l'Ungheria erano gli unici due Paesi Nato a non aver preso una simile decisione, quindi sono stati internazionalmente accusati di essere ambigui o di stare dalla parte di Putin.
Il Guardian riferisce che il 70% della popolazione era d'accordo sul non inviare armi all'Ucraina perché avevano paura di venir trascinati nel conflitto. L'ex primo ministro Kiril Petkov, in carica allo scoppio della guerra e ora all'opposizione, rivela in una lunga intervista per il quotidiano tedesco Die Welt che in realtà armi e carburanti all'Ucraina sono stati inviati eccome, sebbene per vie non ufficiali.
Kiril Petkov ha raccontato di non averle potute inviare per via ufficiale perché nella maggioranza c'erano molti sostenitori di Putin che non avrebbero mai accettato. Lui, invece, dice di essere sempre stato a favore dell'Ucraina tanto da aver licenziato Stefan Yanev, l'allora ministro della Difesa, a soli 4 giorni dall'inizio del conflitto perché si rifiutava di dire che la Russia aveva invaso l'Ucraina.
Petkov allora ha deciso di spedire le armi all'Ucraina per vie traverse. Lui e il suo ministro delle finanze Assen Vassilev diffondono alcuni dettagli dell'operazione sul quotidiano tedesco: munizioni e carburanti sono passate per altri Stati NATO, come la Polonia e la Romania.
Le trattative sono iniziate già nei primi mesi della guerra. Il 19 aprile il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba è andato in visita nella capitale della Bulgaria dove ha discusso con Petkov dell’estrema necessità di munizioni, in particolare per i lanciarazzi di epoca sovietica BM-21 di cui la Bulgaria ha grosse scorte.
Petkov, che rispose che "avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere", alla fine diede via il 30% del fabbisogno di munizioni necessarie all'Ucraina e, in alcuni picchi, il 40% del carburante necessario. Il carburante è materia particolarmente sensibile per la Bulgaria perché è prodotto dal petrolio greggio di una raffineria di Burgas di proprietà di Lukoil, società russa.
Questo rifornimento non ufficiale è avvenuto tramite commissioni foraggiate dal denaro statunitense e inglese, come riferiscono Petkov e Vassilev stessi. Molti dettagli sono stati omessi, ma è appurato che queste armi sono arrivate in Ucraina e abbiano avuto un ruolo decisivo per i primi mesi dello scontro.
Ora che Petkov si è esposto, Kuleba ha riconosciuto pubblicamente il contributo bulgaro, lo ha ringraziato e ha sottolineato l'essenzialità del loro aiuto. Al quotidiano tedesco ha detto: "Kiril Petkov ha mostrato la sua integrità e li sarò per sempre grato di aver usato tutte le sue doti di politico per trovare una soluzione."
Ha aggiunto: "Ha deciso di stare dalla parte giusta della Storia, di aiutarci a difenderci da un nemico molto più forte di noi."
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