20 Ottobre 2022
Tre nomi e una suggestione: Rishi Sunak, Penny Mordaunt, Jeremy Hunt e il sorprendente ritorno di Boris Johnson. Tra i Tory sarebbero questi i profili che potrebbero giocarsi il posto a Downing Street dopo le dimissioni di Liz Truss. Il primo, 42 anni, ha ricoperto il ruolo di ministro dell’Economia nel governo di Johnson. Mordaunt, classe 1973, è il leader della Camera dei comuni, mentre Hunt, 55 anni, è stato appena nominato cancelliere dello Scacchiere al posto di Kwasi Kwarten. BoJo, invece, ha preceduto Truss prima di annunciare a sua volta le dimissioni e il suo ritorno sarebbe gradito dal 32% dei conservastori. L’opposizione, però, ha un’altra idea: il leader della minoranza britannica, il laburista Keir Starmer, ha chiesto “elezioni anticipate”. Vale a dire in netto anticipo rispetto alla scadenza naturale del 2024, quando l’Uk tornerà al voto dopo le consultazioni del 2019 che avevano premiato ancora una volta i Tory.
“Data la situazione, non posso attuare il mandato per cui sono stata eletta”, ha detto Truss, che rimarrà in carica sino a quando non sarà deciso il suo successore. Il voto, ha annunciato l’ex premier, si terrà “da qui alla prossima settimana”. Il governo, ha dichiarato Truss, “ha ottenuto risultati sulle bollette energetiche“, oltre a “delineare una visione per un’economia a bassa tassazione e alta crescita che sfrutterebbe le libertà della Brexit”. Ma, precisando di essere entrata “in un momento di grande instabilità economica e internazionale”, ha spiegato di non potere dare seguito al suo mandato.
Ora i conservatori sono alla ricerca del sostituto, che andrebbe ricercato tra Sunak, Mordaunt e Hunt, con un occhio di riguardo per Johnson. Nomi che erano presenti nelle idee dei Tory da giorni, dato che la fiducia in Truss è andata rapidamente scemando. Ben 16 esponenti del partito, notizia di oggi, giovedì 20 ottobre, erano pronti a chiedere le sue dimissioni. Truss li ha anticipati. Pochi giorni fa, subito dopo l’uscita di scena di Kwarten, silurato dal ministero dell’Economia dalla stessa Truss, un deputato dei Tory, Crispin Blunt, aveva detto che i giorni erano finiti. E che “la questione, ora, è come verrà gestita la successione di Truss”. Be’, ci aveva preso. Inoltre, secondo un recente sondaggio di YouGov, il 62% degli elettori che avevano partecipato alle ultime elezioni e avevano scelto Truss come primo ministro britannico ha ammesso di aver preso la decisione sbagliata. Insomma: tra l’insurrezione dei mercati, il crollo della sterlina, l’inflazione ai massimi da 40 anni e il pentimento degli elettori, Truss non aveva alternative alle dimissioni.
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