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Mikhail Gorbaciov causa morte e malattia: "Era ricoverato dal 2020"

L'ultimo leader dell'Unione Sovietica aveva 91 anni ed è morto in ospedale. Era affetto da una grave malattia ormai da lungo tempo

31 Agosto 2022

Mikhail Gorbaciov causa morte e malattia: era ricoverato dal 2020

fonte: Imagoeconomica

L'ultimo segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica Mikhail Gorbaciov è morto a 91 anni. Scopriamo insieme la causa della morte e la sua malattia

Mikhail Gorbaciov causa morte: malattia ai reni e complicazioni

"Questa notte, dopo una grave e prolungata malattia, Mikhail Sergeyevich Gorbaciov è morto". E' quanto recita l'annuncio del Central Clinical Hospital della Russia, dove era ricoverato, nel comunicato diffuso dal nosocomio e riportato dalla Tass

Mikhail Gorbaciov era stato recentemente ricoverato in ospedale, dove era in dialisi. Aveva infatti gravi problemi ai reni. Gorbaciov soffriva inoltre di diabete.

Mikhail Gorbaciov causa morte: "Una grave malattia"

Il ricovero in ospedale si era reso necessario a partire dal 2020, secondo fonti vicine al politico: "E' stato ricoverato in ospedale all'inizio della pandemia di coronavirus", su richiesta dei medici.  A quanto riferisce la Tass citando una fonte vicina al politico, le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi mesi e dal 20 giugno Gorbaciov era sotto la costante supervisione dei medici. 

Chi era Mikhail Gorbaciov

Mikhail Gorbaciov è stato l'ultimo segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica dal 1985 al 1991. Appena ottenuto l'carico lanciò un processo di riforme noto come  'Perestrojka' (in russo ricostruzione) che trasformò le dinamiche politiche interne e i rapporti di Mosca con gli altri paesi. La sua azione politica portò alla fine alla caduta del Muro di Berlino nel 1989.

Il 15 marzo del 1990 il Congresso dei rappresentanti del popolo dell'Urss lo elesse alla nuova carica di presidente dell'Unione Sovietica: fu il primo e l'unico perché l'Urss si dissolse di lì a poco. Gorbaciov infatti trovò una forte opposizione ad alcune sue riforme economiche e nell'estate del 1991, quattro mesi dopo un fallito colpo di Stato nei suoi confronti, si dimise.

Nel 1990 gli venne attribuito il Nobel per la pace. Nel 1991 venne sequestrato per tre giorni nella villa presidenziale in Crimea, vittima di un golpe dei comunisti conservatori spento solo dalla coraggiosa resistenza del presidente russo Ieltsin.

Nella sua biografia rimangono delle ombre: l'invio del carri armati in Lituania contro le prime aspirazioni indipendentiste e la catastrofe nucleare di Cernobyl nel 1986, passata sotto silenzio per diversi giorni nonostante la glasnost.

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