26 Maggio 2022
Foto: Facebook Volodymyr Zelensky
Nella giornata di giovedì 26 maggio 2022 è andato in scena l'incontro-provocazione tra Zelensky e la premier finlandese Sanna Marin. Una "visita", per così dire, programmata nel momento peggiore, una "visita" che sa di provocazione, che fa pensare che, più alla pace, l'Occidente stia mirando all'escalation. Ci mancherebbe ora solo che Georgia chieda di aderire al Patto Atlantico, giusto per far sentire ancora più minacciato Putin e buttare benzina sul fuoco. Un fuoco che, a quanto pare, nessuno ha intenzione di spegnere, né da una parte né dall'altra.
È stato lo stesso Zelensky a dar conto della visita condividendo su Telegram le foto ufficiali e ribadendo quanto il sostegno della Finlandia sia essenziale in questo momento. "Armi, la politica delle sanzioni e l'unità dei nostri partner in relazione all'ingresso dell'Ucraina nell'Ue: questo è ciò che può garantire forza alla difesa della nostra terra. Grazie al primo ministro finlandese Sanna Marin per la visita e il supporto", ha scritto accompagnando le immagini.
Dopo il colloquio con Zelensky, la premier finlandese si è spostata a Irpin, città di 60mila abitanti non molto distante dalla capitale. Il centro abitato è stato uno dei primi avamposti della resistenza ucraina a Nord nelle prime settimane del conflitto, quando la Russia puntava a chiudere in breve tempo l'operazione speciale con la presa di Kiev. Per questo è stato particolarmente colpito dalle operazioni di guerra, tanto che il consiglio comunale della città ha reso noto che oltre il 70% degli edifici è stato danneggiato.
Sanna Marin, protetta da un giubbotto antiproiettile e scortata da una pattuglia di militari ucraino, ha percorso alcune strade della città per vedere in prima persona la distruzione della guerra. "Abbiamo mostrato le conseguenze della 'pace russa' lasciata dagli occupanti e discusso la questione dell'assistenza nella ricostruzione della nostra città", ha spiegato la segretaria del consiglio comunale Angela Makeyeva che l'ha accompagnata durante la visita.
La visita di Sanna Marin conferma l'approccio del Paese scandinavo da tre mesi a questa parte, da quando è scoppiato il conflitto. Le strategie di sicurezza di Helsinki, che con Mosca condivide più di mille chilometri di confine, hanno subito uno shock storico e per questo il Paese, insieme alla Svezia, ha optato per l'abbandono della storica neutralità, chiedendo l'ingresso nella Nato.
Scelta che però ha anche i suoi rischi, visto che l'ingresso di ogni nuovo membro nell'Alleanza atlantica deve essere approvato all'unanimità da tutti i Paesi dell'organizzazione. Il no della Turchia, che osteggia la protezione che Stoccolma ed Helsinki accordano da anni a membri e simpatizzanti del partito curdo Pkk, che Ankara considera un'organizzazione terroristica, rischia di esporli a tempo indeterminato alla minaccia di ritorsioni russe. Per questo il viaggio in Ucraina, a voler ribadire ulteriormente con chi sta la Finlandia, potrebbe rivelarsi un azzardo.
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