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Brexit, Londra snobba l'UE e tratta con Parigi, Berlino e... Roma

Boris Johnson si rifiuta di trovare un'intesa comune con tutti gli stati membri dell'UE su politica estera e difesa. E tratta a livello bilaterale con Francia, Germania e Italia. Che cosa può significare per il nostro Paese

01 Giugno 2021

Superlega europea, Johnson: "Valuto tutte le azioni per bloccarla"

Boris Johnson (foto LaPresse)

Bilateral is better. Il Regno Unito post Brexit snobba l'Unione Europea, dalla quale è uscita sbattendo la porta, e punta a trattare con i singoli stati membri. A partire da Germania, Francia e (udite udite) Italia. Un approccio totalmente diverso da quello multilaterale e associativo garantito dalla permanenza di Londra in Europa. Ora, il tanto bistrattato Boris Johnson, sta cercando di dare una nuova postura internazionale a quella che ora non esita più a chiamare "Global Britain". Certo, all'interno c'è più di un problema irrisolto, visto il rinnovato desiderio di indipendenza della Scozia e la questione dell'Irlanda. Ma per quanto riguarda il piano esterno, Londra sta segnando discreti punti a suo favore.

Via ai negoziati bilaterali tra Regno Unito, Francia, Germania e Italia

Secondo quanto rivela il The Guardian, sono in corso discussioni bilaterali sulla cooperazione nel settore della difesa e non solo, a livello di ambasciatori e a livello ministeriale. Discussioni nelle quali sono coinvolte Londra, Berlino, Parigi e Roma. Uno sviluppo arrivato dopo che il governo britannico ha fatto sapere di non essere interessato a raggiungere un'intesa sui temi della sicurezza e della politica estera con l'intero blocco dell'UE. Prima dell'estate si terrà il tradizionale vertice annuale dei ministri della difesa e degli esteri di Francia e Regno unito e non è escluso che entro l'anno ci sarà un incontro fra Boris Johnson ed Emmanuel Macron. E infine, da mesi Londra e Berlino stanno lavorando a una dichiarazione comune sulla cooperazione bilaterale in cui si sottolineano i valori condivisi fra i due Paesi malgrado la Brexit. L'ambasciatore tedesco a Londra Andreas Michaelis, ammette che in questa fase l'elemento centrale deve essere quello di costruire una relazione bilaterale più forte.

Brexit, l'Italia punta sulla cooperazione militare

E per quanto riguarda l'Italia? L'ambasciata italiana a Londra auspica che Roma raggiunga una intesa o mini trattato con la Gran Bretagna quest'anno. Per rilanciare la cooperazione, ha detto il vice ministro della Difesa Giorgio Mulè, è necessario "ancorare alla competenza, al know-how, all'abilità e all'innovazione tecnologica, una politica industriale in grado di fare fronte a una competizione internazionale aggressiva e a volte senza scrupoli, in particolare della Cina". Per questo si stanno cercando le modalità per adattare la legge italiana in modo che il commercio con Londra nel settore della difesa possa essere considerato come commercio con un partner sulla stessa linea e non genericamente come partner terzo. Come presidente del G20, l'Italia sta anche cercando di modulare il suo lavoro sui cambiamenti climatici con quello del Regno Unito che presiede il vertice di Glasgow Cop26 dell'Onu.

La politica estera di Boris Johnson e il ruolo dei partner europei

Se, da una parte, l'approccio britannico indebolisce la strategia comune dell'UE, dall'altro può portare sviluppi interessanti a livello bilaterale. Londra è molto attiva nell'ambito dei Five Eyes, il gruppo che riunisce i servizi di intelligence di cinque paesi anglofoni (USA, Australia, Nuova Zelanda, Canada e appunto Regno Unito), e nell'area dell'Indo Pacifico, dove ha mandato delle navi militari per mostrare il suo impegno alla strategia americana nella regione. Il Regno Unito post Brexit ha una linea meno morbida nei confronti della Cina, e prova a diversificare i suoi rapporti asiatici con una lunga serie di accordi commerciali e militari che hanno coinvolto in particolare Vietnam, Singapore e India. Anche l'Italia potrebbe presto accendere i riflettori su una zona del mondo che ha a lungo ignorato ma che in futuro sarà decisiva per delineare gli equilibri globali. 
 

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