19 Dicembre 2025
Leonardo Maria Del Vecchio, Presidente della Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia
L'erede di Luxottica Leonardo Maria Del Vecchio è sempre più vicino a rilevare il 30% delle quote del quotidiano "Il Giornale" dalla famiglia Angelucci, che ora ne detiene il 70%, per una somma di circa 6 milioni di euro. Angelucci rimarrebbe quindi con il 40% delle azioni, che andrebbero rimpolpate dal 25% delle quote che verranno presumibilmente vendute dalla famiglia Berlusconi, rimanendo con il 5%. Alla fine, ad Angelucci rimarrebbe con il 65% delle azioni, il 5% a Piero Berlusconi e il 30% a Leonardo Maria Del Vecchio: la gestione rimane agli editori, quindi, che hanno appena nominato come nuovo direttore del giornale Tommaso Cerno. L'amministratore delegato della testata rimane Nicola Speroni.
Leonardo Maria Del Vecchio guarda con crescente interesse a Il Giornale. Dopo il tentativo andato a vuoto di acquisire il gruppo Gedi con una controfferta da 140 milioni di euro, l’erede di Luxottica sembra deciso a rafforzare la propria presenza nell’editoria italiana puntando sul quotidiano fondato da Indro Montanelli. L’obiettivo, secondo indiscrezioni convergenti, è rilevare il 30% della testata oggi detenuto dalla famiglia Berlusconi, aprendo così una nuova fase negli assetti proprietari del giornale.
L'offerta di Del Vecchio, già recatosi a sondare il terreno dai due attuali soci di maggioranza, Antonio e Giampaolo Angelucci, sarebbe di circa 6 milioni di euro, sulla base di una valutazione uguale a quella di acquisto sancita dal notaio Cerasi il 7 settembre 2023, ovvero 20 milioni euro, con aggiustamento delle perdite che saranno calcolate alla chiusura del bilancio del 2025. Il prezzo tiene conto le perdite pregresse verranno coperte dal venditore. I due imprenditori, attivi soprattutto nel settore della sanità privata e dell’editoria, controllano infatti il 70% de Il Giornale, quota acquisita nella primavera del 2023 con un investimento di circa 35 milioni di euro.
Proprio gli Angelucci appaiono oggi sempre più disillusi dall’operazione. L’acquisto del quotidiano era stato letto, negli ambienti romani, come una mossa strategica per rafforzare il loro peso politico e istituzionale, anche in vista di possibili opportunità nel ricchissimo comparto della sanità lombarda. Aspettative che, a quanto risulta, non si sono tradotte in risultati concreti. In Lombardia, il sistema sanitario resta saldamente controllato da grandi gruppi storici come Humanitas e San Raffaele, lasciando poco spazio a nuovi ingressi.
A complicare il quadro c’è anche il fatto che gli Angelucci siano già editori di un altro quotidiano di area conservatrice, Libero, rendendo Il Giornale una sorta di “doppione” editoriale, costoso e politicamente meno utile del previsto, che sta calando sempre di più sul dato del numero delle copie vendute. Da qui la disponibilità a valutare un riassetto societario, che potrebbe passare proprio dall’ingresso di Del Vecchio, ed editoriale, con al centro il nuovo direttore Tommaso Cerno.
La famiglia Berlusconi, dal canto suo, sembra pronta a ridurre la propria partecipazione, mantenendo solo una quota simbolica per preservare il legame storico con la testata. Il passaggio del 30% a Del Vecchio segnerebbe la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova stagione, con l’imprenditore veneto in pole position per diventare socio di riferimento accanto agli Angelucci.
Per Del Vecchio, l’operazione rappresenterebbe non solo un investimento finanziario, ma anche un tassello strategico nel mondo dell’informazione.
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