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Combinazione MPS - Mediobanca - Banco BPM, verso il “terzo polo” bancario da 50 mld, advisor a lavoro; il "nodo" delle liste del CdA e di Crédit Agricole - RUMORS

Azionisti Mps - Mediobanca e Governo al tavolo per allargamento con BancoBpm, con una capitalizzazione aggregata, ad oggi, di € 47,2 miliardi: il sogno di Lovaglio di creare un Gruppo bancario da € 50 miliardi di market cap

14 Novembre 2025

Combinazione MPS - Mediobanca - Banco BPM, verso il “terzo polo” bancario da 50 mld, advisor a lavoro; il "nodo" delle liste del CdA e di Crédit Agricole - RUMORS

Luigi Lovaglio, sx alto - Giuseppe Castagna, centro alto - Giampiero Maioli, dx alto - Giancarlo Giorgetti, sx basso - Francesco Caltagirone, centro basso - Francesco Milleri, dx basso

Procede la messa a punto del "terzo polo bancario allargato", ovvero la combinazione MPS - Mediobanca - Banco BPM anticipata da Il Giornale d'Italia, che darà vita ad un gruppo da 50 miliardi di capitalizzazione: gli advisor sono già al lavoro anche per risolvere due principali "nodi", quello delle liste del CdA (non presentabili da Mps e BancoBpm post approvazione del nuovo "ddl Capitali" se non previa modifica dei relativi Statuti, con la necessità di convocare le Assemblee e ottenere almeno i 2/3 dei voti) e di Crédit Agricole (al 25% di Piazza Meda e pronta al lancio dell'Opas, sotto "stop" da parte del governo).

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"Terzo polo allargato", la capitalizzazione a € 47,2 miliardi, l'obiettivo di € 50 miliardi di Lovaglio

La combinazione dei 3 istituti ad oggi esprimerebbe infatti una capitalizzazione di € 47,2 miliardi: Siena, a € 8,6 per azione (+2%), ha raggiunto i 26,15 miliardi di euro includendo l'86,3% di Piazzetta Cuccia detenuto (€ 12,6 miliardi su 14,6, quindi da aggiungere € 2 miliardi, per un totale di € 28,15 miliardi), Piazza Meda i € 20,1 miliardi, ma, detenendo il 3,74% di Mps - Mediobanca è necessario sottrarre € 1 miliardo, per un totale, appunto di € 47,2 miliardi netti.

L'obiettivo di Luigi Lovaglio, Ceo di Mps, dalle informazioni raccolte da Il Giornale d'Italia, è infatti quello di creare un Gruppo da € 50 miliardi di capitalizzazione, un "terzo polo bancario allargato", includendo, appunto, l'istituto guidato da Giuseppe Castagna.

"Terzo polo allargato", il nodo di Credit Agricole e delle liste del Cda

Credit Agricole, come anticipato da Il Giornale d'Italia, è pronto al lancio dell'Opas su Banco Bpm, avendo già raggiunto il 25% di Piazza Meda, operazione messa a punto anche a seguito del ritiro dell'Ops da parte di Unicredit.

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Il percorso auspicato dai francesi sarebbe quello di fondere Credit Agricole Italia con Banco Bpm e poi confluire nel cd "Terzo Polo allargato", con una quota che arriverebbe al 20% e la facoltà di indicare il presidente (tra i nomi, quello di Giampiero Maioli, attuale presidente ed ex ceo della banque verte italiana).

Questo passaggio, dalle informazioni raccolte da questa Testata, è ancora al vaglio del governo, con seri dubbi da parte di diversi componenti della maggioranza e dello stesso ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, che si troverebbero esposti a serie critiche "per aver contrastato l'acquisizione di Piazza Meda da parte dell'italiana Unicredit per lasciarla invece ai francesi".

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L’interesse di Credit Agricole per Banco BPM ricorda, per molti analisti, l’operazione realizzata nel 2006 da BNP Paribas, quando il gruppo francese acquisì il controllo della Banca Nazionale del Lavoro (BNL), comprando circa il 48% del capitale per un valore di €2,925 per azione. Quell’operazione – conclusa con successo – rappresentò uno dei passaggi chiave per l’espansione dei grandi gruppi bancari francesi nel mercato italiano, "senza situazioni di reciprocità".

Un altro nodo da sciogliere è quello della governance, infatti sia Luigi Lovaglio che Giuseppe Castagna sono attualmente impegnati nella processo di definizione della lista del consiglio di amministrazione delle rispettive banche, che scadrà con l'approvazione del bilancio 2025, concorrendo entrambi per i rispettivi rinnovi. A seguito dell’introduzione articolo 7 del “ddl Capitali”, non è più possibile che il CdA in carica possa proporre la propria lista per il rinnovo del board, come avveniva in passato. 

Ad Aprile 2025 infatti, si era presentata la stessa situazione per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione di Generali: il CdA in carica non aveva potuto presentare una propria lista, che fu quindi proposta da Mediobanca e successivamente votata dagli azionisti. Questo processo portò alla riconferma di Philippe Donnet per un nuovo mandato, il terzo consecutivo alla guida del gruppo - nomina anticipata da il Giornale d'Italia

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Attualmente l'ipotesi al vaglio è che ciascuno istituto possa convocare un'"assemblea preventiva" rispetto a quella di approvazione del bilancio per poter inserire nello statuto la possibilità per il CdA di proporre una sua lista di candidati per il rinnovo dello stesso che sarà poi votata dall'assemblea. Ma la strada è in salita in quanto non solo l'assemblea dovrebbe raggiungere almeno i 2/3 del capitale sia di Mps, sia di Banco Bpm, ma gli azionisti principali, in primis Francesco Gaetano Caltagirone (che si sta portando al 20% del Monte-Mediobanca) insieme a Francesco Milleri di Delfin, oltre allo stesso Governo, azionista del gruppo, potrebbero non approvare tale variazione in quanto rappresenterebbe un "travaso di potere" da loro al management / CdA.

Scenari e candidature in vista del rinnovo del board

Gli scenari più plausibili saranno quelli di liste per il CdA presentate dagli azionisti e poi proposte in Assemblea per la votazione, con il supporto dei Proxi Advisor, come è statoo, appunto, per Generali. Anche Credit Agricole dovrebbe presentare una propria lista per il rinnovo del board di Banco BPM, indicando nuovamente come AD il nome di Giuseppe Castagna, l’amministratore delegato uscente. Come Presidente, invece, potrebbe essere indicato o Giampiero Maioli, AD di Crédit Agricole Italia, oppure un esponente del gruppo francese, in sostituzione dell'attuale Massimo Tononi, che comunque resta in corsa per la poltrona. Parallelamente, per MPS, grazie ai risultati raggiunti nel risanamento e per l’operazione con Mediobanca, che non ha comportato sovrapposizioni ed esuberi tra i due istituti bancari, ma di fatto un completamento dell'offerta proposta, potrebbe giocarsi la riconferma al vertice del gruppo Luigi Lovaglio.

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