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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Debito pubblico Italia record ad agosto 2025, a 3.082 mld €, +119 mld sul 2024, pari a 52mila € pro capite; rapporto col Pil a 136,8%

Cresce ad agosto il debito pubblico italiano, soprattutto a causa di un aumento molto ampio delle disponibilità del Tesoro. Scende la quota in possesso della Banca d’Italia, mentre sale quella in mano ai cittadini residenti in Italia, che rimane però inferiore alla metà di quella posseduta da enti o privati all’estero

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Cresce il debito pubblico ad agosto, in un anno +119 miliardi

Ad agosto 2025 il debito pubblico italiano è cresciuto di 25,4 miliardi di euro, una cifra che ha portato il totale della crescita negli ultimi 12 mesi a 119 miliardi di euro. Questa crescita deriva praticamente per intero da un aumento delle disponibilità liquide del Tesoro, pari a 24,3 miliardi di euro. A fine agosto, il Tesoro disponeva quindi di 72,1 miliardi di euro liquidi.
La Banca d’Italia ha sottolineato anche la variazione nella composizione del debito pubblico. A livello nominale, il denaro che lo Stato italiano deve ai creditori è pari a 3.082,2 miliardi di euro, il 137% del Pil. Questa percentuale è stabile rispetto a luglio.
Il debito è in mano per il 19,2% alla Banca d’Italia, quota in calo in linea con la politica di normalizzazione degli acquisti dei titoli di Stato a livello europeo. La vita media del debito è invariata a 7,9 anni, segnale che il Governo punta soprattutto su titoli a lunga scadenza per migliorare la sostenibilità del rifinanziamento. Sale la quota nelle mani dei residenti, dello 0,3% al 14,3%, mentre cala dello 0,1% al 33,3% quella in possesso di enti o privati all’estero.

Perché è cresciuto il debito pubblico ad agosto

Come visto, il debito pubblico è cresciuto ad agosto soltanto perché il Tesoro ha richiesto un aumento delle sue scorte di denaro liquido. Questo, con ogni probabilità, è accaduto perché a settembre andavano in scadenza alcuni titoli di Stato con somme particolarmente ingenti da pagare ai creditori:

• Il BOT 12m codice ISIN IT0005611659 in scadenza il 12 settembre per 9,7 miliardi di euro;
• Il CCTeu codice ISIN IT0005331878 (11) in scadenza il 15 settembre per 13,9 miliardi di euro;
• Il BTP Short codice ISIN IT0005557084 in scadenza il 29 settembre per 15,5 miliardi di euro;
• Il BOT 6m codice ISIN IT0005643009 in scadenza il 30 settembre per 9,9 miliardi di euro.

In totale, quindi, 49 miliardi di euro, che il Tesoro all’inizio di agosto non aveva in cassa. Senza l’aumento che ha causato la crescita del debito pubblico, infatti, le riserve dello Stato sarebbero state a 46,7 miliardi di euro.
Questo spiega il meccanismo del rifinanziamento del debito e mostra la situazione debitoria dell’Italia. Il nostro Paese, da circa 20 anni, spende sostanzialmente poco meno di quello che ricava dalle tasse, se si escludono gli interessi sul debito. Fa debito solo per pagare il debito passato.

In periodi come quello attuale, in cui i titoli di Stato rendono relativamente poco e lo spread con i Bund tedeschi è basso (attorno a 80 punti), questa operazione è conveniente. Si eliminano titoli di Stato con interessi molto alti in cambio di altri con interessi più bassi. Il costo del debito scende e quindi anche la necessità di fare nuovo passivo per ripagarlo.

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