Giovedì, 25 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Mps-Mediobanca, eredi Del Vecchio primi soci (20,9%), seguono Caltagirone (12,2%), il MEF (5%) e Banco BPM (4,4%)

Montepaschi sale all’86,33% di Mediobanca, i vertici cedono azioni e monetizzano, mentre i principali soci vedono ridotte le loro quote e si ridisegna la governance

25 Settembre 2025

Mps-Mediobanca, eredi Del Vecchio primi soci (20,9%), seguono Caltagirone (12,2%), il MEF (5%) e Banco BPM (4,4%)

Il Monte dei Paschi di Siena ha raggiunto l’86,33% del capitale di Mediobanca, completando con successo l’offerta sulla banca d’affari fondata da Enrico Cuccia, sostenuta dal governo. L’esito dell’operazione apre la strada a un possibile ritiro dal mercato di Piazzetta Cuccia e a una futura integrazione con Mps, con le attività di banca d’affari, private banking e gestione patrimoniale che potrebbero essere consolidate sotto il marchio Mediobanca. L’operazione, tuttavia, comporterà costi superiori alle attese per Siena, suscitando una reazione cauta tra gli osservatori che ricordano i precedenti interventi pubblici a sostegno della banca toscana.

Il successo dell’offerta riduce le quote dei principali azionisti di Montepaschi: Delfin, la holding degli eredi Del Vecchio, detiene ora il 20,94%, Caltagirone il 12,26% (destinata a scendere sotto il 10% per vincoli regolamentari), il ministero dell’Economia il 5% e Banco BPM il 4,47%.

Tra gli azionisti di Mps si conferma UBS con il 4,33% complessivo, per gran parte derivati, e Blackrock con un 3,59%, tra il 2,25% di azioni e il resto di partecipazione potenziale. Dimezzano invece la partecipazione i francesi di BPCE che scivolano al 3,37%. Inoltre, ora MPS può vantare una partecipazione indiretta del 13,18% su Assicurazioni Generali e sulle altre partecipazioni di Mediobanca (il 6,81% di Italmobiliare e il 5,01% di Piquadro).

Hanno aderito all’offerta anche i vertici di Mediobanca, inizialmente critici nei confronti dell’operazione: l’ad Alberto Nagel, il presidente Renato Pagliaro e il direttore generale Francesco Saverio Vinci. Pagliaro ha ceduto un milione di azioni, pari alla metà del suo pacchetto di performance share; Nagel 364mila azioni, poco più del 10% dei suoi bonus azionari; Vinci 263mila azioni, poco meno del 20% del suo stock titoli. La cessione, motivata da strategie di trading piuttosto che da un cambiamento di valutazione sull’offerta, consente loro di monetizzare un pacchetto che ha generato circa 90 milioni di euro lordi, con ulteriori potenziali guadagni stimati tra 50 e 60 milioni.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x