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Intesa, Unicredit, Bpm, Bper e Mps al lavoro sul salvataggio di Banca Progetto, in campo ricapitalizzazione o divisione attività

Le principali banche italiane valutano un piano per il rilancio di Banca Progetto, commissariata da Bankitalia a marzo, possibili un aumento di capitale tra €200 e €250 milioni o la suddivisione delle attività, in partita anche il Fitd e fondi di private equity, decisione attesa entro settembre

29 Agosto 2025

Intesa, Unicredit, Bpm, Bper e Mps al lavoro sul salvataggio di Banca Progetto, in campo ricapitalizzazione o divisione attività

Le principali banche italiane stanno valutando un intervento congiunto per il salvataggio di Banca Progetto, istituto milanese attivo nel credito alle piccole e medie imprese tramite prestiti garantiti dallo Stato. Commissariata dalla Banca d’Italia lo scorso marzo in seguito a un’inchiesta su presunti legami con la criminalità organizzata. L’istituto ha recentemente visto la revoca dell’amministrazione giudiziaria grazie all’azione dei commissari Lodovico Mazzolin e Livia Casale, affiancati dall’amministratore giudiziario Donato Maria Pezzuto. Il provvedimento era stato adottato a seguito della rilevazione di perdite non registrate a bilancio per oltre 110 milioni di euro, oltre al peggioramento significativo di due indicatori chiave relativi alla qualità del credito, risultati inferiori ai limiti previsti dalla normativa vigente.

Sembrerebbe in fase di definizione un’operazione di sistema che coinvolge Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper e Mps. Al gruppo si affiancherebbe anche il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), che potrebbe fornire garanzie. L’obiettivo è mettere in sicurezza Banca Progetto attraverso una ricapitalizzazione, stimata tra i 200 e i 250 milioni di euro, o una suddivisione delle sue attività. Al momento, non è stata definita una strategia definitiva, ma le opzioni in campo restano aperte.

Alcuni degli istituti coinvolti erano già a conoscenza del dossier, valutato in via preliminare anche da Piazza Meda senza sviluppi concreti. Parallelamente, si erano ipotizzate operazioni parziali con soggetti come Aidexa o CF+, ora apparentemente meno interessati. Tra le soluzioni esplorate vi era anche un’eventuale separazione degli attivi in una bad bank e una good bank, con l’intervento di MCC, controllato da Invitalia.

Il processo di salvataggio resta aperto anche al settore del private equity. Tra i soggetti in campo figurano Davidson Kempner, JC Flowers e Oaktree. La scelta definitiva dovrebbe arrivare entro la fine di settembre, con l’intento di ridare stabilità sull’istituto.

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