27 Marzo 2025
									La crisi di Tesla si fa sempre più evidente, confermata dai dati diffusi dall’Acea, l’Associazione dei costruttori europei di automobili. Nel mese di febbraio 2025, le vendite del marchio californiano in Europa sono diminuite del 49% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, fermandosi a 19.046 unità e riducendo la quota di mercato all’1,1%. Un calo significativo, testimoniato anche dall’assenza di Tesla nella top 10 delle auto elettriche più vendute nel continente.
Diverse sono le ragioni dietro il declino delle vendite di Tesla. Tra queste, la percezione di un’offerta di modelli ormai poco innovativi rispetto alla concorrenza. Inoltre, il cosiddetto “fattore Musk” sta giocando un ruolo chiave: il crescente malcontento nei confronti del fondatore, a causa della sua forte esposizione politica a favore di Donald Trump, ha contribuito a danneggiare l’immagine del brand. Musk, oggi a capo del nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE), è una figura sempre più polarizzante per l’opinione pubblica.
Anche negli Stati Uniti la situazione non è migliore: a febbraio 2025, le immatricolazioni sono calate del 47%, con sole 11.743 unità vendute. Un dato ancora più allarmante se confrontato con la crescita generale del mercato delle auto elettriche in Europa, che nello stesso mese ha registrato un incremento del 28,4%, superando le 255.000 unità vendute e raggiungendo una quota di mercato del 15,2%.
Per contrastare la crisi, Tesla sta pianificando nuove mosse. L’azienda ha annunciato l’imminente lancio di modelli più accessibili, anche se i dettagli restano vaghi. Nel frattempo, ha introdotto incentivi come il bonus per la Model 3, cercando di contrastare la concorrenza sempre più agguerrita di marchi cinesi come BYD, che propongono veicoli elettrici a partire da circa 35.000 dollari.
Oltre alla crisi di vendite, Tesla si trova anche sotto la lente d’ingrandimento per questioni finanziarie. Un’analisi del Financial Times ha evidenziato investimenti per circa 1,4 miliardi di euro negli ultimi sei mesi, senza una chiara correlazione con nuovi asset fisici o immateriali nei bilanci aziendali. Questo, unito al fatto che Tesla, pur disponendo di una cassa da 37 miliardi di dollari nel 2024, abbia comunque richiesto nuovi finanziamenti per 6 miliardi di dollari, solleva dubbi sulla solidità dei suoi controlli interni.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia