19 Febbraio 2025
I principali emittenti italiani, tra cui Terna e Mediobanca iniziano a considerare con maggiore attenzione la possibilità di riportare in Italia l’approvazione dei bond, che fino ad oggi venivano collocati nel cosiddetto euromercato e quotati in piazze finanziarie come Irlanda e Lussemburgo, secondo il meccanismo di "reshoring". In parallelo, alcuni emittenti stanno seguendo un doppio binario, ossia ottenere l'approvazione estera per il prospetto, ma quotare anche le obbligazioni sui listini della Borsa di Milano.
Un esempio recente di questa tendenza è rappresentato dal green bond di Terna, emesso il 10 febbraio 2024, per un importo di 750 milioni di euro. L’obbligazione è stata collocata sia sul mercato regolamentato Luxembourg Stock Exchange, sia su Euronext Milano. Tuttavia, il prospetto è stato inizialmente approvato in Lussemburgo, per poi essere trasferito in Italia.
La Consob sta svolgendo un ruolo attivo nel favorire il "reshoring", ossia il ritorno delle emissioni obbligazionarie in Italia, tramite misure che rendono più attraente la piazza finanziaria nazionale. Cristiano Tommasi, partner di A&O Shearman, La law firm che ha supportato le banche durante l'operazione di Terna, offrendo consulenza legale di Leasys nel collocamento di un prestito obbligazionario da 500 milioni di euro, ha anche affiancato Unicredit e Sea nell'ultimo mese per le rispettive emissioni di un bond dual tranche da due miliardi di euro e di un prestito obbligazionario da 300 milioni di euro. Tommasi ha spiegato come la Consob stia contribuendo a questa dinamica, con una razionalizzazione delle procedure autorizzative, tempi più certi per l'esame dei prospetti, e la possibilità di usare l’inglese anche nelle domande di approvazione. Queste modifiche puntano a rendere l’Italia più competitiva e a stimolare gli emittenti a scegliere il nostro Paese. “La tendenza è già in atto e la Consob sta partecipando attivamente, insieme a tutto il sistema, nel favorire il reshoring e la quotazione a Milano”, ha commentato Tommasi, aggiungendo che l'adozione di procedure più efficienti potrebbe incentivare ulteriormente gli emittenti a restare in Italia.
Nonostante i segnali positivi, l’Italia è ancora lontana dai numeri di altri Paesi come l'Irlanda e il Lussemburgo. “Casi importanti, come quelli di Mediobanca e A2A, hanno scelto di far approvare i loro programmi di emissione di debito in Italia, ma siamo ancora lontani dai numeri degli altri Paesi”, ha affermato Tommasi. Secondo i dati di Esma e Banca d'Italia, nel 2023 solo 11 miliardi di euro di emissioni sono state approvate in Italia, rispetto ai 208 miliardi complessivi. In Italia, sono stati approvati 23 prospetti, contro i 359 in Irlanda e i 450 in Lussemburgo.
Tommasi sottolinea che gran parte degli emittenti italiani che operano nel mercato del debito wholesale ha scelto l’Irlanda o il Lussemburgo per l'approvazione dei prospetti obbligazionari. Per colmare questo gap, la Consob sta cercando di migliorare ulteriormente i processi e i tempi di approvazione, con l'obiettivo di rendere il sistema italiano più competitivo.
A tal proposito, una delle misure più significative introdotte dalla Consob è la creazione dell’Ufficio Prospetti Informativi, che fornisce agli operatori un interlocutore unico per la gestione delle pratiche. Questo nuovo approccio permette di razionalizzare i processi e ridurre i tempi di attesa, rendendo l’Italia più attrattiva per gli emittenti.
Quando si parla di mantenere l'appeal delle piazze estere, Tommasi osserva “se non giocheranno su una riduzione delle spese, sarà difficile”, sottolineando però che la Consob ha già fatto significativi passi avanti semplificando i contributi di vigilanza per le offerte rivolte agli investitori istituzionali e ai piccoli risparmiatori.
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