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Bracco Imaging, investiti €800 mln per innovazione e microbolle Ceus, nuova frontiera della diagnostica a ultrasuoni

Il gruppo Bracco investe su innovazione e internazionalizzazione: triplicata la produzione di microbolle e nuove espansioni per crescere del 10% in cinque anni

11 Novembre 2024

Bracco Imagin, investiti €800 mln per innovazione e microbolle Ceus, nuova frontiera della diagnostica a ultrasuoni

Fulvio Renoldi Bracco, amministratore delegato di Bracco Imaging e vice presidente di Federchimica, ha una convinzione: se per la farmaceutica italiana questo è un buon momento, è perché le aziende del settore hanno cercato anche altre strade. «Grazie a tante imprese e famiglie imprenditoriali — dice — vediamo i risultati della perseveranza nella ricerca di spazi nuovi. C’è stato coraggio nell’esplorare nuove aree, il momento è favorevole per la farmaceutica e continuerà anche quest’anno». È un concetto che si adatta ai piani di sviluppo del gruppo Bracco, che dichiara di avere in cantiere investimenti per 800 milioni da qui al 2029, dalla ricerca agli impianti produttivi, dalla Svizzera a Torviscosa. Bracco ha immesso risorse nella diversificazione e nell’innovazione di prodotto, che ultimamente ha un nome: piattaforma Ceus di microbolle, un rivoluzionario agente di contrasto per ultrasuoni. Racchiuse in un preparato liofilizzato che le genera a contatto con una soluzione salina, le microbolle amplificano infatti l‘effetto dell’ecografia, tecnologia che è uno dei cardini del gruppo Bracco. Bracco Imaging le produce nello stabilimento di Plan-les-Ouates a Ginevra, il cui ampliamento con un secondo impianto, chiamato Hexagon, è stato inaugurato il 6 novembre scorso, alla presenza degli ambasciatori di Svizzera e Italia. «Con un investimento di oltre 80 milioni triplichiamo la produzione di questo mezzo di contrasto innovativo—dice Fulvio Renoldi Bracco, nipote di Diana che è presidente e ceo del gruppo Bracco, a cui Bracco Imaging fa capo—. Ci impegniamo a diventare l’azienda di riferimento nel mondo delle microbolle Ceus, tecnologia complementare a Tac-raggi x e Pet-Spect».
Proprio per il fermento del settore, ai piccoli imprenditori della farmaceutica Fulvio Renoldi Bracco—quarta generazione, i suoi due figli Andrea e Marco ancora studiano: il primo segue un master in International management a Parigi, il secondo un corso di laurea magistrale in Optics and photonics a Londra — suggerisce di non scoraggiarsi, ma di «puntare sull’innovazione, come tante biotech stanno facendo», e qui l’esempio è Genenta che si è quotata alNasdaq. Altro consiglio è «investire sui talenti, di cui l’Italia è ricca». Naturalmente serve anche una buona base finanziaria, «perché per fare ricerca con un orizzonte di lungo periodo occorrono investitori che lavorino con costanza». Bracco è in Svizzera dal 1997, quello di Plan-les-Ouates è uno dei suoi nove impianti, con i tre in Italia a Ceriano Laghetto (Monza), Colleretto Giacosa (Ivrea) e Torviscosa (Udine) più quelli in Germania, Cina, Giappone, Usa e Canada. «Grazie anche al distretto fertile dell’asse Ginevra-Losanna, dove c’è una comunità di aziende di ricerca supportate dalle università, abbiamo sviluppato la nostra piattaforma di tecnologia con microbolle che è una delle più avanzate al mondo — dice Renoldi Bracco —. L’ecografia è una delle pratiche diagnostiche più diffuse». Quando l’ecografia è considerata «inconclusiva», cioè insufficiente per una diagnosi accurata, il mezzo di contrasto con le microbolle aiuta a superare il problema. «Oggi sono il primo strumento con cui si può fare un approfondimento in ecocardio, con ecodoppler e per indagini del tratto urogenitale — dice l’imprenditore —. Stiamo anche sviluppando microbolle per riconoscere i tessuti dove è in atto un processo di angiogenesi, la produzione di nuovi vasi sanguigni associata a formazioni tumorali e infiammazioni croniche».

I mercati 

Dopo gli Usa e l’Europa, è la Cina il terzo mercato per Bracco, che controlla al 70% la joint venture Bracco Sine con Shanghai Pharma. Dalla Svizzera, lo stabilimento cinese riceve i flaconi di preparato liofilizzato che, attivato con la soluzione salina, produrrà le microbolle. Con Bracco Sine il gruppo lombardo prevede di avviare una nuova linea di flaconi sterili nel 2026 e proprio la Cina resta una delle leve dell’espansione del gruppo lombardo: «È importante esserci». Vale circa il 15% dei ricavi di Bracco spa (che nel 2023 sono stati di 1,812 miliardi (+1,7% in un anno), con un margine operativo lordo di 273 milioni e una quota estero dell’88%. L’obiettivo di quest’anno è sfiorare i due miliardi di ricavi (1,980 miliardi) con una crescita intorno al 9%. «Sul fatturato del 2023 la tecnologia delle microbolle incide circa il 6% — dice il ceo di Bracco Imaging —, vorremmo portarla al 10% entro cinque anni». È dello scorso anno anche l’ampliamento e il rinnovamento del quartier generale di Bracco, a Lambrate, nel Milanese, con laboratori e open space «pensati in una logica di sostenibilità e vivibilità, di cui siamo molto contenti», dice Fulvio Renoldi Bracco. Vi lavorano quasi 400 persone sui 3 mila 800 dipendenti totali del gruppo che nel mondo ha 11 centri d’innovazione, dei quali tre con laboratori di ricerca e sviluppo: oltre a Ginevra, anche Colleretto Giacosa (Torino), in Italia e Eden Prairie (Minnesota) negli Usa. Altro passo dello scorso anno è l’avvio di Bracco Japan, per spingere la produzione verso il Giappone, altro mercato in crescita: «Abbiamo risultati incoraggianti — dice Fulvio Renoldi Bracco —. Per ora distribuiamo tre prodotti, ma intendiamo portare qui tutto il portafoglio. A lungo termine è una grande opportunità». Oltre che sulla diagnostica per immagini, il gruppo Bracco — che fra l’altro controlla il Centro diagnostico italiano, Cdi — ha investito sulla medicina nucleare, attraverso un’acquisizione del 2019 che le sta consentendo di allargare l’offerta del suo portafoglio prodotti. Il modello però ora è quello delle alleanze, in particolare con le imprese che producono macchine per le terapie. «Sulle microbolle abbiamo avviato partnership con la canadese Arrayus e la taiwanese NaviFus — dice il ceo di Bracco Imaging —. Ne stiamo valutando un’altra con una società di Losanna». Quanto all’efficienza del sistema sanitario italiano, Fulvio Renoldi Bracco è chiaro: «Se vogliamo ridurre le liste d’attesa bisogna riorganizzare l’accesso alla sanità, anche con collaborazioni pubblico-privato che possono portare vantaggio ai pazienti. Ma va anche aumentato il fondo sanitario».

Fonte: Il Corriere Economia

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