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Patrimoniale europea: le scomode verità

17 Aprile 2024

Patrimoniale europea: le scomode verità

Claudio Togna

Di fronte alla "testardaggine" dei fatti anche la sinistra sta iniziando (finalmente) il suo percorso di approccio alla realtà.

Ricordiamo i fatti. La sinistra europea ed italiana ed i media (televisioni e stampa) ad essi contigui hanno alimentato l'idea (astuta nella sua apparente ingenuità) che la nuova direttiva europea che introduce obblighi per l'efficientamento energetico delle case potesse essere alimentata con una patrimoniale ad esclusivo carico dei patrimoni dei miliardari e che, comunque, l'impegno sarebbe stato, tutto sommato, non importantissimo di tal chè avrebbe potuto essere coperto con le risorse europee del PNRR già stanziate.

Più volte, su questo giornale, siamo intervenuti sul punto cercando di dimostrare una verità economica elementare: e cioè che la cosiddetta "direttiva green " per le case sarebbe stata un'ulteriore patrimoniale a carico degli italiani (in aggiunta alle patrimoniali già esistenti) e che l'idea di una "global minimum tax" sui patrimoni dei miliardari sarebbe stata impossibile atteso lo strutturale fenomeno della globalizzazione dei mercati finanziari: come peraltro riconosciuto, e gliene va dato atto, dallo stesso ex premier Professor Romano Prodi.

Il quotidiano Repubblica di data odierna riporta un esauriente articolo dell'Avvocato Andrea Silvestri il cui incipit merita di essere riportato: "Si dice che in questo mondo nulla è certo tranne la morte e le tasse. Ma secondo l'economista Joseph Stiglitz i super-ricchi, pur non essendo ancora riusciti a evitare la morte, sono però già riusciti ad evitare le tasse. Quantomeno, a ridurle al minimo".

Gli Stati hanno, ora più che mai con le due guerre in Europa ed in Medio-Oriente, bisogno di risorse fiscali per far fronte alle maggior spese pubbliche che il momento richiede (transizione energetica ed esigenza di difesa): spese pubbliche che è difficile finanziare a debito a causa dei bilanci pubblici già molto indebitati.

Tenuto conto che paesi come la Francia hanno abolito l'imposta patrimoniale che avevano da lungo tempo e molti paesi hanno introdotto normative ad hoc per attrarre persone benestanti con regimi fiscali di favore.

Al di là delle speranze (che richiedono più fede che certezza) la proposta risulta di difficile realizzazione per tutta una serie di tecnicalità che la rendono di fatto inattuabile: potrà esserci a livello di singolo stato l'abolizione di qualche norma di favore od il contrasto a strutture elusive ma difficilmente una tassazione a livello globale o su larga scala.

La conclusione è che i soldi per la transizione ecologica e per l'aumento delle spese di difesa non possono che avvenire attraverso una tassazione patrimoniale a carico dei cittadini italiani che coinvolga tutti ma proprio tutti: l'idea che a pagare possano essere solo i cosiddetti "super - ricchi" appare definitivamente archiviata anche dalla sinistra.

Infatti è stato notato che l'attuazione della global minimum tax sulle imprese, che rappresenta il modello per la prospettata tassazione patrimoniale dei miliardari, sta incontrando enormi difficoltà che ne riducono sostanzialmente l'efficacia. Sono ancora relativamente pochi gli stati che l'hanno adottata e tra questi non figura il più importante, gli Stati Uniti, che pure avevano sostenuto la sua introduzione a livello nazionale (poi hanno preso atto della sua inattuabilità).

Infine, nel corso degli astratti dibattiti sulla sua attuazione, si è di molto ridotta la base imponibile di questa imposta: ed infatti il suo gettito risulta estremamente ridotto anche per quei pochi paesi che l'hanno adottata.

Per cui si può sostenere che tale tassazione abbia imboccato il trend del tramonto a livello internazionale.

Rimane quindi la vecchia idea (che era anche quella, neppure tanto mascherata, del governo Draghi) di

assoggettare a tassazione patrimoniale anche gli immobili che oggi ne sono esenti e cioè le prime case.

L'Europa ha un bisogno disperato di soldi anche perchè si è accollata (e sarà difficile sottrarsi), la spesa della ricostruzione dell'Ucraina stimata, in maniera molto riduttiva, intorno ai mille miliardi di Euro: ma potrebbero tranquillamente triplicare.

E l'Europa i soldi non può che prenderli dai singoli stati. Oltretutto con il problema che l'Ucraina ricostruita con centrali nucleari, fabbriche efficienti (anche di armi) ed agricoltura industrializzata di prim'ordine costituirebbe un problema all'interno degli stessi stati europei.

L'ulteriore dato di realtà sul quale si sta infrangendo l'ideologia (utopistica e priva di basi finanziarie) della sinistra è anche quello delle priorità.

Alessandro Barbera sulla Stampa constata che l'obiettivo della direttiva europea sulle case green è quello di ridurre entro il 2030 i consumi delle case italiane di circa 5 volte quanto chiesto per gli immobili che hanno beneficiato del superbonus targato 5 Stelle (pochi, il 4% del totale) azzerati dal governo Meloni.

Ciò significa che l'impegno finanziario necessario è enorme, enormemente più grande di quello di cui si è fatta carico l'Italia nell'ultimo triennio.

Di qui la domanda obbligata: chi pagherà? L'Unione Europea? Il contribuente italiano? O sarà un onere per i singoli proprietari?

La direttiva in è neutra in quanto la via della patrimoniale risulta "obbligata" stante il fatto che i fondi comunitari esistenti come quelli per la coesione non sarebbero sufficienti ed il debito pubblico non sarebbe possibile per gli accettati vincoli di bilancio.

La via ultima rimane quella di pensare che gli italiani possano pagare di tasca propria.

Una prospettiva, anche per la sinistra, finalmente dichiarata inimmaginabile.

La patrimoniale sulla casa in Italia già c'è e si chiama IMU ed è inutile farsi illusioni: nessuno la cancellerà.

Perchè lo Stato non può fare a meno dei quasi 25 miliardi di gettito.

Ma un governo di centro - destra una cosa può fare: impedire, visto anche la presa d'atto di realtà della sinistra, che ne vengano introdotte di nuove.

Se l'Europa è così brava a trovare soldi per l'Ucraina deve essere altrettanto brava a trovare, senza gravare sui cittadini italiani, le risorse per la transizione energetica ed i costi per la difesa.

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