03 Febbraio 2024
Claudio Togna
Lo spettro dell'imposta patrimoniale è tornato, inesorabile come la morte e le tasse, nel dibattito politico della sinistra.
La Professoressa Fornero, il leader della GGIL Landini, la segreteria del Partito Democratico Schlein e ideologi di area non perdono occasione in interviste e dibattiti televisivi di indicare nell'imposta patrimoniale lo strumento perequativo destinato secondo loro all'eliminazione delle cosiddette "diseguaglianze".
La loro impostazione vuol dare l'idea agli italiani che il nostro Paese non sia (per il momento) dotato di una imposta da loro genericamente definita quale imposta patrimoniale.
La Professoressa Fornero e gli ideologi di osservanza sinistra omettono di dire che le imposte patrimoniali in Italia esistono già e sono circa 10.
L'imposta patrimoniale per eccellenza (la più feroce) in Italia esiste già. Si chiama IIMU e fu introdotta dal Governo Monti di cui la Professoressa Fornero faceva parte quale Ministro (a).
Secondo uno studio della CGIA di Mestre le patrimoniali attualmente esistente in Italia comprendono circa una decina di voci.
Esse sono: l’Imu/Tasi (gettito nel 2022 pari a 22,7 miliardi di euro), l’Imposta di bollo (7,7 miliardi), il bollo auto (7,2 miliardi), l’Imposta di registro e sostitutiva (6,2 miliardi), il canone Rai-Tv (1,9 miliardi), l’Imposta ipotecaria (1,8 miliardi), l’Imposta sulle successioni e donazioni (1 miliardo), i diritti catastali (727 milioni di euro), l’Imposta sulle transazioni finanziarie (461 milioni) e l’Imposta su imbarcazioni e aeromobili (1 milione).
Tali patrimoniali garantiscono alle casse dello Stato quasi 50 miliardi di Euro l'anno: per la precisione 49,8.
Come è evidente dai numeri quasi due volte una legge finanziaria.
Se a ciò si aggiunge un'imposizione sul reddito ferocemente progressiva, l'altissimo numero di persone esenti da qualsiasi versamento sulle imposte sui redditi e la globalizzazione finanziaria che rende complicatissima la tassazione delle liquidità e degli strumenti finanziari si comprende come un economista di livello quale il Professor Romano Prodi ha categoricamente affermato l'inattuabilità, allo stato, di una imposta patrimoniale in Italia.
Lo stesso Prodi in un'intervista televisiva ha svelato, con onestà intellettuale, il "paralogismo" dell'imposta patrimoniale come propugnata dalla sinistra.
Nel senso che un'imposta patrimoniale aggiuntiva sui capitali di importo elevatissimo non sarebbe altro che un inasprimento delle aliquote delle imposte dirette di grande impatto mediatico ma di scarso gettito.
Come conferma, con sincerità, il Presidente Romano Prodi la patrimoniale per funzionare non può limitarsi a togliere tanto a pochissimi ma deve togliere tanto a tutti: e cioè anche a quelli che oggi sono esenti dalla patrimoniale IMU.
La patrimoniale IMU produce già oggi effetti distorsivi enormi ed insostenibili in quanto grava oltre che su pochi immobili di lusso sulle seconde case (spesso in borghi abbandonati), sugli immobili produttivi (capannoni e negozi) e sul magazzino (case in costruzione ed aree edificabili) delle imprese edilizie: con i noti effetti sui canoni di locazione e sul costo delle case in conseguenza della inevitabile traslazione dell'imposta all'interno dei canoni e dei prezzi di vendita degli immobili.
Approfondendo il pensiero della Fornero e di Landini risulta evidente che la loro idea di patrimoniale si sviluppa in tre distinte fattispecie:
1 - aumento delle aliquote delle imposte sui redditi;
2 - aumento delle imposte di successione e donazione;
3 - tassazione generalizzata del patrimonio immobiliare: in modo da farvi rientrare, ai fini del pagamento dell'imposta, tutti gli immobili esentati dall'IMU nel 2013.
Naturalmente una tale patrimoniale che finirebbe per gravare solo su chi le tasse le paga già tutte costituirebbe il colpo di grazia per l'economia del Paese.
Nella trattazione dell'imposta patrimoniale e immobiliare universale della Fornero e del Landini non appare mai affrontato il problema dei mutui: come si fa a considerare patrimonio imponibile un bene che, di fatto, è di proprietà delle Banche? Ed inoltre come si può considerare ulteriormente tassabile in sede di trasmissione ereditaria un patrimonio acquistato con denaro già tassato?
La proposizione (ingenua e/o in malafede) di un ulteriore aggravio delle imposte patrimoniali già esistenti assomiglia al tentativo di coloro che su una nave su cui era aperta una falla cercano di togliere l'acqua con i secchielli (patrimoniale) invece di cercare di otturare la falla.
Ed il problema vero è proprio qui. La patrimoniale intesa dalla sinistra (magari anche declinata con il prelievo forzoso notturno sui conti correnti come fece Amato) dà soldi facili: un po' come quelli di molti (non tutti) autovelox.
Soldi facili da sperperare nell'immenso mare della spesa improduttiva.
E' molto più difficile riparare le falle del sistema: e cioè porre un argine alla spesa pubblica, obbligare gli enti locali a rendere il proprio patrimonio immobiliare produttivo e non in eterna perdita, a far generare profitto dalle società partecipate.
"Vasto programma" direbbe qualcuno.
E' vero: meglio i soldi facili delle patrimoniali.
Vuoi mettere?
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia