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Gesa (Officine CST): "Effetti della stretta monetaria su liquidità del sistema evidenti; allarme aumento debito commerciale"

Paolo Gesa, CEO di Officine CST, ha lanciato con una nota l'allarme sull'aumento del debito commerciale per i conti pubblici e sulle conseguenze della stretta monetaria

30 Ottobre 2023

Gesa (Officine CST): "Effetti della stretta monetaria su liquidità del sistema evidenti; allarme aumento debito commerciale"

Paolo Gesa

Paolo Gesa, CEO di Officine CST, società controllata dal Fondo Cerberus e presieduta da Roberto Nicastro, ha lanciato oggi con una nota l'allarme sull'aumento del debito commerciale per i conti pubblici, sulle conseguenze della stretta monetaria di quest'anno, sul rischio di una nuova ondata di dissesti tra i comuni, e sull'entrante Regolamento Europeo per il contrasto dei ritardi di pagamento delle transazioni commerciali.

Secondo il CEO di Officine CST, servicer e piattaforma d’investimento che ha battuto il record di investimenti nell'anno 2022 in Italia, dopo poco più di un anno dalla stretta monetaria i suoi effetti sulla liquidità del sistema sono evidenti. Tra questi Gesa individua la diminuzione degli impieghi delle banche alle imprese, e la diminuzione delle erogazioni di nuovi finanziamenti alle PMI garantite dallo Stato di oltre di circa il 60% rispetto al 2021. Altre problematiche figlie della stretta monetaria sono l'assorbimento da parte della finanza pubblica della liquidità del sistema e la concorrenza dello Stato alle banche e agli asset manager risultato della possibilità di emettere btp per il retail al posto degli investitori stranieri, una mossa che a detta di Gesa, drena le risorse del sistema. 

Inoltre, il CEO sostiene che, se fino a qualche tempo fa l'abbondante liquidità e gli ampi margini di finanza hanno consentito di tenere a bada il problema del pagamento dei crediti commerciali della Pubblica Amministrazione e il problema della stabilità finanziaria degli enti pubblici, oggi non sarà più possibile arginare queste problematiche. Allo stato attuale, infatti, non ci sarebbe più la liquidità disponibile per continuare a finanziare a debito i deficit delle PA, perché a monte non sono state risolte le cause principali dello stress finanziario. 

I segnali di questa cattiva cura dello stress finanziario per altro, si intravedono nei problemi di bilancio dei comuni italiani: "I segnali preoccupanti non mancano. Ad inizio ottobre, ci sono 824 comuni che non hanno ancora approvato il bilancio di previsione 2023 e 356 che non hanno approvato neanche il consuntivo 2022. In Sicilia, nei giorni scorsi 192 comuni (il 49,4% del totale) sono stati commissariati dalla Regione. Dall’osservatorio di Officine CST, il rischio di una nuova ondata di dissesti, a spese dei fornitori dei comuni che impiegheranno anni per recuperare solo una parte di quanto dovuto, è al massimo degli ultimi 5 anni", riporta Gesa. 

Altre preoccupazioni da parte del CEO di Officine CST riguardano la scadenza del 1° gennaio 2024 del blocco delle azioni esecutive nei confronti del debito sanitario della regione Calabria, che ammonta a circa 1 miliardo e dovrà essere saldato per evitare l'assalto dei numerosi creditori alla cassa delle asl calabresi. Per ultimo ma non per meno importante, Gesa lancia l'allarme nei confronti della bozza recentemente pubblicata dal Parlamento Europeo sul Regolamento Europeo per il contrasto dei ritardi di pagamento delle transazioni commerciali, che si applica anche alle transazioni G2B. Secondo il CEO: "Il Regolamento supera la Direttiva 2011/7/EU ed è volta a introdurre meccanismi ulteriori di penalizzazione che inducano i committenti a pagare puntualmente i propri fornitori. Che già oggi sono pesanti, ma non sono un deterrente sufficiente". 

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