14 Giugno 2023
Il dollaro ha visto giorni migliori. Gli investitori stanno monitorando la situazione dopo i fallimenti bancari in primavera e in vista di una recessione statunitense che potrebbe svilupparsi tra il quarto trimestre del 2023 e il primo trimestre del 2024. All’orizzonte anche i tagli ai tassi di interesse a opera della Fed, previsti anch’essi per il primo trimestre del 2024. A metà anno, gli investitori si domandano se il trend ribassista continuerà o se il dollaro riuscirà a riprendersi nonostante le avversità.
Nei periodi di incertezza non resta che affidarsi alla parola degli esperti. Secondo Francesco Pesole, FX strategist della banca olandese ING, i mercati valutari “vedranno meno tendenze e più volatilità”. Non ci sono infatti le condizioni per un trend netto del dollaro, che da marzo ha solo accennato a una timida ripresa, e per di più l’inasprimento delle condizioni finanziarie da parte della banche centrali, attraverso l'aumento dei tassi e la riduzione dei bilanci, non permette di vedere grandi sviluppi. Il dollaro beneficia certamente del suo status di “valuta rifugio”, anche di fronte alla possibilità di un default americano.
Una recessione può rappresentare un grosso vantaggio nel forex trading, poiché un evento di questa portata avrà quasi sicuramente un impatto significativo sulle valute. Ad esempio, un'ulteriore riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE può portare una maggiore offerta di denaro, il che potrebbe portare a un deprezzamento della valuta. Se invece un Paese annuncia una forte crescita economica è possibile che la domanda della sua valuta aumenti, e con questo il suo valore. Conoscere in anticipo queste informazioni può aiutare i trader a prendere decisioni più informate, ad esempio decidere quando acquistare o vendere una valuta, e a contestualizzare le variazioni di prezzo.
A tal proposito, è utile conoscere i pips, l'unità di misura dell'oscillazione minima dei prezzi nel mercato forex. Servono a quantificare la variazione di prezzo di una coppia di valute, e quindi a determinare il guadagno o la perdita di un trader. Ad esempio, se il prezzo di una coppia di valute passa da 1,1200 a 1,1300, significa che c'è stata una variazione di 100 pips. Il valore dei pips è determinato dal valore nominale della valuta di base della coppia di valute. Ad esempio, un pip per la coppia EUR/USD con un valore nominale di 100.000 euro è pari a 10 dollari statunitensi.
I pips sono particolarmente importanti nel trading misto perché, quando si utilizzano coppie di valute, le variazioni di prezzo di un pip possono avere un impatto significativo sui profitti o sulle perdite del trader. Inoltre il trading misto può coinvolgere anche altri strumenti finanziari come azioni, futures, opzioni e commodity, dove i movimenti dei prezzi sono espressi in punti o ticks. In sintesi, i pips sono una misura importantissima per il trading Forex e sono spesso utilizzati come parte di una strategia che prevede l'utilizzo di più mercati e strumenti finanziari.
Come anticipato, la modesta ripresa del dollaro americano non è sufficiente per determinare un andamento definito né sul breve né sul lungo periodo. Gli investitori devono accontentarsi di un mercato valutario non eccellente, sia in termini di dati economici sia di sentiment di mercato. Da un lato, il dollaro viene percepito come meno attraente, dall’altro, i dati sull’inflazione e sull’occupazione sono moderatamente positivi. Con un calendario statunitense scarso sul breve periodo, il dollaro dovrebbe rimanere perlopiù in fase di trading laterale.
In caso di un dollaro forte, invece, questo può avere diversi impatti sul mercato:
In sintesi, l’impatto che un dollaro forte può avere dipende dalle dinamiche globali dell'economia e degli investimenti. Gli investitori devono prepararsi alla possibilità che il dollaro rimanga sottotono ancora per molto e che debbano guardarsi attorno per puntare su altri asset.
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