04 Aprile 2023
Dogecoin (fonte Twitter)
Un cane di razza Shiba Inu alla guida di una decapottabile. Di fronte a lui, un poliziotto con in mano una patente su cui è stampato un uccellino azzurro, simbolo di Twitter. Il cane, con fare sornione, guarda il poliziotto e commenta: «that’s an old photo». Con questo meme Elon Musk, fondatore di Tesla e proprietario di Twitter, rassicura i mercati: sono stato io a sostituire il simbolo di Twitter. Nessun attacco hacker ai danni della piattaforma in corso, quindi.
Nella giornata di ieri gli osservatori più attenti hanno iniziato a notare due cose interessanti. La prima: “Doge” era l’hashtag di maggior tendenza sul popolare social. La seconda: il DogeCoin, criptovaluta nata quasi per scherzo nel 2013, ha un’impennata di quasi il 50% del proprio valore. In poche ore, infatti, passa dai 7 centesimi di euro su cui era appiattita da mesi, ai quasi 10 attuali.
All’origine di questi due eventi, l’immagine di un Shiba Inu, andata a sostituire l’uccellino azzurro in cima al menu di sinistra del social network. Non certo una scelta casuale, quella di Musk, perché quell’immagine è proprio il simbolo di DogeCoin. È quindi facile capire la repentina crescita del valore della criptovaluta nelle ultime ore e l’interesse suscitato negli iscritti al social di tutto il mondo.
Più difficili da comprendere, invece, sono le ragioni che hanno spinto l’uomo più ricco del pianeta a fare questa scelta. Tuttavia, non mancano le teorie. Non sono un mistero gli interessi da sempre dimostrati da Musk nei confronti di questa crypto. Il magnate ha infatti più volte affermato come la ritenga più affidabile del Bitcoin. Non solo, all’inizio di quest’anno il Financial Times ha suggerito come il proprietario di Twitter stesse valutando di permettere agli utenti transazioni con tale valuta sul proprio social. L’adozione del “Doge” (così viene chiamato sui social il meme del Shiba Inu) come immagine fissa del menu di Twitter, potrebbe essere il primo passo in questa direzione. Un modo per renderlo famigliare alla community.
Un’altra teoria che sta rimbalzando molto in queste ore è quella che vede Musk impegnato a gonfiare artificialmente il valore della crypto per poter vendere a prezzi maggiorati i propri asset di DogeCoin. Una necessità, dicono alcuni osservatori, dato che, da quando è stata acquistata, Twitter ha perso metà del suo valore.
Proprio questa seconda teoria alimenta molte critiche nei confronti del fondatore di Tesla. Critiche, tra l’altro, non nuove. Musk, infatti, è stato accusato nel giugno del 2022 di aver manipolato, sempre tramite Twitter, il valore del DogeCoin attraverso un sistema piramidale. All’epoca a denunciare era stato l’investitore Keith Johnson, che aveva chiesto all’imprenditore un risarcimento di 258 miliardi di dollari. Attraverso la sua visibilità, diceva Johnson, Musk aveva lasciato credere ad una formidabile ascesa del valore della crypto, senza che ci fossero le reali basi economiche per tale previsione. Pochi giorni dopo, infatti, il valore era crollato.
Il dubbio è che oggi si stia ripetendo la stessa trama, con centinaia di migliaia di investitori accorsi al richiamo del flauto di Musk. Nel frattempo, mentre imperversano i dibattiti, DogeCoin guadagna in un pomeriggio più di due miliardi di dollari.
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