21 Dicembre 2022
Fonte: Imago
Nasce il reddito alimentare, l'emendamento fortemente voluto dal Pd a prima firma Marco Furfaro che come da lui dichiarato si pone l'obiettivo "di riuscire ad evitare di buttare 230mila tonnellate di cibo invenduto". Ecco cos'è e come funziona quindi il nuovo aiuto per le famiglie in difficoltà.
Il reddito alimentare presente nella manovra del governo Meloni introduce ufficialmente una nuova tipologia di sostegno da destinare a chi si trova in povertà assoluta, vale a dire la consegna di pacchi realizzati nelle grandi città con i prodotti invenduti della grande distribuzione alimentare. Obiettivo aiutare i più fragili, le famiglie in difficoltà e diminuire lo spreco. Sono ancora al vaglio le modalità di attuazione della norma. Ciò che è certo che i cibi e le bevande saranno recuperati dalla merce invenduta nei grandi magazzini. I fragili riceveranno direttamente a casa la merce, al contrario di chi può prenotarla mediante un’applicazione, da ritirare presso uno dei centri di distribuzione stabiliti.
I fondi a disposizione della misura saranno 1,5 milioni di euro nel 2023 e 2 milioni di euro nel 2024. "3,5 milioni in tutto: inizia un percorso che strutturerà il progetto in tutto il Paese, ne sono certo", ha commentato su Facebook il dem Leonardo Cecchi. Il reddito alimentare entrerà inizialmente nella sua fase di sperimentazione, ciò vuol dire che riguarderà le città metropolitane, con possibilità di essere ampliata. La data di partenza sarà il 2023. Un decreto del ministero del Lavoro entro i prossimi due mesi conterrà la platea di chi è convolto e gli enti del terzo settore coinvolti nella sperimentazione.
Il Pd si dice soddisfatto: "In Italia abbiamo 5,6 milioni di persone in povertà assoluta e possiamo aiutarle anche - ma non solo - con misure come questa, che riducono lo spreco alimentare e aiutano chi è in condizioni di fragilità. Per tale ragione questa è una bella vittoria".
Di Ivan Vito
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