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Manovra, Opzione donna: Governo al lavoro per confermarla, ma senza collegarla ai figli

Lavoro congiunto tra ministeri di Lavoro ed Economia per prorogare l’Opzione donna, probabile si torni alla vecchia versione, senza considerare la presenza dei figli

25 Novembre 2022

Manovra, oltre 30 miliardi: rimane l'RdC, bocciato lo scudo fiscale, arrivano misure per la famiglia

Si lavora ancora sulla proroga dell’Opzione donna al ministero del Lavoro, in collaborazione con quello dell’Economia. È possibile che, a differenza di quanto scritto nella bozza della Manovra di governo, la proroga possa far tornare l’Opzione alla versione originale, ovvero senza collegarla direttamente all’avere o meno dei figli, disposizione giudicata da molti discriminatoria.

Ultimi ritocchi della Manovra: Opzione donna, si torna alla versione originale?

La manovra approvata recentemente dal Consiglio dei Ministri, secondo quanto ha riportato il comunicato di Palazzo Chigi, avrebbe portato delle piccole modifiche al precedente provvedimento: in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 in tutti gli altri casi. Proprio su questo punto è stata sollevata la questione dell’incostituzionalità, in quanto una distinzione di questo genere potrebbe facilmente sollevare la violazione del principio di uguaglianza.

Al Ministero del Lavoro si sta lavorando in queste ore per confermare la norma precedente, permettendo in questo modo di far accedere alla pensione anticipata le lavoratrici che hanno sviluppato 35 anni o più di contributi ed anno almeno 58 anni d’età (nel caso delle lavoratrici dipendenti, si sale a 59 anni per quelle indipendenti). La seguente proposta è ovviamente al vaglio anche del Ministero dell’Economia, che deve controllare la possibilità delle seguenti coperture.

In questo momento le lavoratrici comprese nell’Opzione donna possono utilizzare questo canale preferenziale, con il ricalcolo contributivo dell’assegno, se in possesso di 58 anni d’età (59 per le autonome) e di 35 anni di lavoro retribuito. La misura seguente ha avuto più di una proroga negli anni, l’ultima volta con la legge di bilancio dello scorso anno fatta dal Governo Draghi, il cui costo era stato quantificato in 111,2 milioni di euro per il 2022, 317, milioni per il 2023 e ben 499,7 milioni per il 2024. L’impatto sui conti pubblici grazie alla nuova configurazione prevista sarebbe invece di 166 milioni di euro per il 2023 e di 464 milioni per il 2024, insomma un risparmio di qualche milione che certo male non può fare.

Le parole della ministra Roccella (Famiglia, Natalità e Pari opportunità)

In un’intervista alla Stampa la ministra Eugenia Roccella ha affermato convintamente che: “La pensione anticipata per le donne con figli non è discriminatoria, ma è prima di tutto un riconoscimento. Noi abbiamo parlato per tanto tempo di valore sociale della maternità. Le donne fanno un lavoro di cura, allevano i bambini, partoriscono e la norma è un modo per riconoscere il valore sociale della maternità”.

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