07 Novembre 2022
Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, una delle strategie adottate per colpire al cuore di Mosca, oltre alle sanzioni monetarie, sono stati i sequestri di beni appartenenti agli oligarchi russi. Tra questi i superyacht, anche in territorio italiano. Ma se nei mesi scorsi il sequestro è apparso come "un atto di giustizia", considerando la situazione, a distanza di mesi dall’accaduto e da un punto di vista finanziario la decisione si sta rivelando ‘pericolosa’ per le casse dello stato. La maggior parte di queste mega-imbarcazioni tenute immobili ed inutilizzate infatti, prosciuga denaro “e in alcuni luoghi, quei soldi provengono dai contribuenti".
Stando ai conti di Bloomberg, la manutenzione degli yacht confiscati agli oligarchi russi costa tra i 40 e 50 milioni di euro all'anno all'Italia. Sempre secondo Bloomberg infatti, mantenere in funzione uno yacht può costare dal 10% al 15% del suo valore, una tassa che i ricchi pagano senza problemi, ma che si rivela un salasso per i contribuenti.
Dall’altro lato, le fonti portuali di Francia e Spagna sostengono che non sono i contribuenti, ma gli stessi proprietari a coprire i costi dei loro yacht. Considerate però le sanzioni, sembra improbabile che tale accordo permanga “visto che la guerra continua e che i beni rimangono congelati".
Secondo diverse fonti, uno degli yacht sequestrati in Italia sarebbe legato al presidente russo Vladimir Putin. Si tratta di una imbarcazione da 650milioni di dollari con due eliporti e una piscina che può essere trasformata in pista da ballo. Le autorità italiane hanno anche bloccato la barca a vela più grande del mondo, che vale 550milioni di dollari con un albero maestro più alto del Big Ben ed una capsula di osservazione subacquea incorporata.
Dall'inizio della guerra, i governi occidentali hanno sequestrato più di 10 superyacht collegati ai magnati russi, del valore di almeno quattro miliardi di dollari. Mantenere una di queste imbarcazioni in buono stato durante la navigazione può costare dal 10% al 15% del valore ogni anno, se è in porto il costo scende al 3%.
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