16 Marzo 2022
Caro benzina e diesel (fonte: Lapresse)
Nelle ultime ore si parla molto di "accisa mobile", l'idea del governo per contrastare il caro benzina e diesel. Negli ultimi giorni, causa aggravarsi della crisi ucraina, il prezzo dei carburanti ha raggiunto cifre record. Il diesel, ad esempio, stando alle ultime rilevazioni del ministero dello sviluppo economico, ha raggiunto i 2,50 euro per litro. Record mai visti nel nostro paese. L'idea dell'accisa mobile si traduce, usando i corretti termini tecnici, nella "sterilizzazione" dell'accisa stessa.
Nei fatti, come noto, un peso importante nel prezzo finale applicato ai consumatori di benzina e diesel dipende in larga misura dalle accise applicate dal governo. L'accisa mobile (o anti-ciclica) è una misura introdotta dalla Legge Finanziaria del 2008 che sinora non ha trovato alcuna applicazione. Il suo uso permette in sostanza di diminuire le aliquote delle accise sui carburanti, nella fattispecie di benzina e diesel. Ciò al fine di bilanciare i maggiori introiti dello Stato grazie all'Iva e altre imposte indirette. Condizione fondamentale per la sua applicazione è che il prezzo del greggio aumenti di oltre il 2% rispetto al valore definito nel Dpef. Una condizione già soddisfatta. Bene ricordare che le accise pesano enormemente sul prezzo dei carburanti. Secondo i calcoli del ministero della transizione ecologica hanno un impatto di circa il 51% sul prezzo della benzina. Impatto che scende a circa il 47% quando si parla di gasolio.
"Il Governo sta valutando l'ipotesi di praticare sui carburanti un'accisa mobile", ha affermato il ministro Cingolani durante un'audizione al Senato. "L'Europa sta continuando a acquistare gas dalla Russia, che porta a pagamenti di circa un miliardo di euro al giorno. In un momento come questo ha un'implicazione oltre il settore energetico. È una riflessione importante in questo momento", ha sottolineato. E ancora: "Sarebbe una grande notizia un price cap a livello europeo temporaneo sulle transazioni di gas naturale all'ingrosso e il disaccoppiamento dei prezzi di vendita dell'energia prodotta da tecnologie rinnovabili elettriche rispetto a quelli del parco termoelettrico, mediante opportuna revisione delle regole di market design".
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