Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

"La Brinquebale Memorie e lettere di Louis-Ferdinand Céline" di Mahé: un capolavoro artistico da salvare, un quadro allegorico sull’assurdità del mondo

Mahé ha composto un’opera assolutamente originale, partendo dalla sua lunga corrispondenza con Céline

10 Luglio 2025

La Brinquebale Memorie e lettere di Louis Ferdinand Céline di Henri Mahé è un capolavoro artistico da salvare, un quadro allegorico sull’assurdità del mondo

Nel film capolavoro di Claude Berri Jean de Florette, tratto dal romanzo di Marcel Pagnol, un giovane Gérard Depardieu pronuncia una battuta leggendaria: “Sono venuto in Provenza a coltivare l’autentico”. Il contadino col quale sta parlando si domanda che tipo di ortaggio sia questo autentico. La vera letteratura sta tutta in questa frase. Non ha nulla a che vedere con l’artigianato, con la coltivazione di un tipo di ortaggio. Forma di arte visiva per eccellenza, in quanto è l’unica in grado di svelarci i pensieri, deve essere praticata senza alcun interesse per il suo risultato. Scrivere è una forma di comunicazione per l’altro, ma senza l’altro, come ha scritto Roland Barthes. Leggo di uno sconosciuto che si definisce scrittore e dichiara al mondo di non volere più pubblicare, perché è inutile. Dichiara di voler continuare a fare il ghost writer, confessando la propria vera natura. Ha pubblicato con La nave di Teseo, a dimostrazione di essere ben introdotto negli ingranaggi del putrido mondo editoriale. Non sentirò la sua mancanza: non sapevo chi fosse e l’ho appreso soltanto da questo suo pubblico piagnisteo. Non mi sono mai definito uno scrittore. Forse è per questo che lo sono. Mi esercito quotidianamente, alla ricerca dell’autentico. Leggo, leggo molto, ma quasi nessuno degli 85.000 titoli che vengono pubblicati ogni anno in Italia. E non è per snobismo. È per la semplice constatazione che non mi basterebbero altri 1000 anni per approfondire la conoscenza degli autori che amo. Scrivo sapendo che è inutile. La mia prima frase pubblicata è stata: “Tutto è stato già scritto ma nessuno più legge: chissà perché io scrivo”. Non farei mai il ghost writer, piuttosto la puttana. Vengo pagato per qualche articolo in cui cerco di esprimere i miei pensieri: poco più di una forma di meditazione quotidiana. Tuttavia, questo articolo non me lo pagherà nessuno. Lo sto dettando al telefono, su una spiaggia di Skopelos, perché, per una volta, uno degli 85.000 titoli pubblicati ogni anno in Italia è una piccola gemma, al pari, del resto, di molti altri titoli selezionati dalla casa editrice Medhelan. La Brinquebale Memorie e lettere di Louis Ferdinand Céline è un capolavoro artistico da salvare. Il suo autore, il pittore Henri Mahé, ha composto un’opera assolutamente originale, partendo dalla sua lunga corrispondenza con Céline. Il risultato non è soltanto uno spaccato della vita bohémienne di Parigi, È molto di più. È un quadro allegorico sull’assurdità del mondo, una grandiosa rappresentazione degna di Hieronymus Bosch, non a caso il pittore preferito di Henri Mahé. La vicenda umana di Céline è il punto di partenza per un’esplorazione dell’animo umano. Nulla ci viene risparmiato e la cifra stilistica è quell’Argot che Céline ha reso immortale nel suo Viaggio al termine della notte. Lettura per palati finissimi, lontana anni luce da quelle miserabili storielle popolari che giungono in vetta alle classifiche. Iperbole, paradosso e grottesco, dosati ad arte, danno vita a un’opera straniante ma illuminante. Henri Mahé è (perdonate l’autocitazione) “l’uomo che cammina sul filo ridendo della vita… così diverso da noi che camminiamo su strade senza né capo né coda”.

"Tout casse, tout passe, tout lasse, il n'est rien, et tout se remplace”: questo vecchio detto francese riassume perfettamente il senso dell’opera.

Sopravvive soltanto in eterno - l’eterno umano, che ha la durata di un istante che passa - l’opera d’arte. Il resto è un vano affannarsi, una ricerca di ciò che non può essere trovato. I bassifondi di Parigi sono il punto di osservazione ideale di tutti i mali del mondo, una concentrazione di tutti i rioni infernali. Il sesso è primordiale, spudorato. L’avidità e la regina di tutti i vizi, ciò che muove davvero il mondo. In quest’ottica, l’antisemitismo di Céline diventa una bagatella. “l’ebreo Deval… l’ebrea Mera… Ma no! non siamo antisemiti. Non sta bene!… Ci facciamo persino delle orge, con gli ebrei, ci divertiamo alla grande! … perfettamente consapevoli della grande solidarietà internazionale ebraica”.

L’iperbole e il paradosso, il grottesco per descrivere quel delirio che è la vita umana, in ogni luogo e in ogni tempo.

Quella di Céline è una generazione che ha conosciuto due guerre. Ferito e decorato nella prima guerra mondiale, Céline sputa sulla guerra e Henri Mahé, splendido esempio di artista anarchico, lontano anni luce dalle logiche mercantili che già in quegli anni dominavano l’industria dell’arte, aggiunge considerazioni illuminanti sull’insensatezza del riarmo: “A ciascuno la sua bomba atomica!”.

Le analogie col nostro presente distopico sono evidenti. Come succede alla vera arte, l’opera di Henri Mahé si colloca fuori dal tempo e lancia un messaggio universale, che poi è quello del suo amico Céline: “sosteniamo la libertà dei culi a disporre di se stessi, nel rispetto e nella dignità della persona umana”. Ciascuno lo interpreti come meglio crede.

Di Alfredo Tocchi

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x