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La Camera dei Deputati ricorda le vittime del Mattmark

Presentata una mostra, un libro e un doc

10 Giugno 2025

La Camera dei Deputati ricorda i caduti del Mattmark

In occasione del 60° anniversario della tragedia di Mattmark, catastrofe che il 30 agosto 1965 causò la morte di 88 operai, tra cui 56 emigrati italiani, 23 svizzeri e 9 di altre nazionalità, impiegati nella costruzione di una diga ai piedi del ghiacciaio dell'Allalin, a 2.200 metri di altitudine, è stata allestita una mostra fotografica commemorativa presso la Biblioteca Nilde Iotti del Parlamento italiano. La mostra, composta da 50 scatti provenienti dalla Médiathèque Valais - Martigny e dall'Associazione Bellunesi nel Mondo, è stata inaugurata questa mattina dal deputato Toni Ricciardi, dal sottosegretario agli Affari esteri Giorgio Silli, dal Presidente della Commissione Finanze della Camera Marco Osnato e dal deputato Simone Billi. È stata organizzata dall'associazione ItaliaValais, presieduta da Domenico Mesiano.

In occasione della mostra sono stati presentati anche un documentario realizzato da Nicolas Brun e Stéphane Marti, della Fondazione Fellini, e un nuovo libro commemorativo sulla tragedia. La mostra, patrocinata dall'Ambasciata d'Italia a Berna, dal Consolato Generale d'Italia a Ginevra e dal Governo del Cantone Vallese, è stata organizzata dall'Associazione ItaliaValais e dal Comitato ad hoc per il 60° anniversario della tragedia. Alla cerimonia erano presenti la presidente della Loterie Romande Valais, Beatrice Meichtry, e il vicepresidente Pascal Varone.

Il Presidente di ItaliaValais ha dichiarato: «È importante che gli anziani non dimentichino e che i giovani imparino. Abbiamo già organizzato iniziative nelle scuole a partire da marzo». La Fondazione Fellini, in qualità di partner esecutivo principale della commemorazione, si è impegnata a tutti i livelli dell'organizzazione (libro, film, comunicazione). Il Presidente della fondazione, Stéphane Marti, ha dichiarato: «Vorrei sottolineare che il nostro impegno è un dovere di memoria e un richiamo alle nostre relazioni con l'Italia. Soprattutto in questo anno in cui il nostro programma culturale è stato scelto per sostenere le celebrazioni del 20° anniversario della Convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali». La mostra sarà aperta al pubblico fino al 20 giugno 2025.

Il Sottosegretario Giorgio Silli ha poi risposto ad alcune domande da IGDI

D: Cosa significa per lei essere qui oggi a dare questa testimonianza? 

R: Significa, senza ombra di dubbio, dare un piccolo e umile contributo a quella che è l’operazione di cercare di tramandare la memoria. Dico “piccolo e umile” perché il grandissimo lavoro lo fanno le associazioni, molti dei colleghi eletti all’estero; io ho l’onore di avere la delega agli italiani all’estero e devo dire che ogni giorno scopro qualcosa di nuovo: perché di queste tragedie, ahimè, è costellata la storia della nazione italiana. 

D: Come si può riuscire anche dopo questi anni a costruire un percorso dove si riesca commemorare tutte queste tragedie come Marcinelle… 

R: Marcinelle è stata considerata “La tragedia” con la L maiuscola, la madre di tutte le tragedie, e intorno a quella c’è costruita una memoria e un ricordo di tipo istituzionale piuttosto che altro. Di sicuro dobbiamo continuare a lavorare attraverso le associazioni e attraverso gli amici eletti all’estero, ringrazio Tony Ricciardi, anche come tecnico, grazie al suo essere uno storico mi fa scoprire cose che io non ho mai conosciuto precedentemente. 

D: Non sarebbe bello commemorarli ogni anno? 

R: Sarebbe bellissimo, però purtroppo le tragedie sono state tantissime, riuscire a commemorarle con presenze istituzionali e di governo, tutte, ogni anno, diventa logisticamente difficile, ma dovremmo senza dubbio almeno tentare di farlo. Io cercherò di essere presente già il 30 di agosto. 

D: Sicurezza sul lavoro: queste tragedie ci insegnano che è un tema ancora importante… 

R: Senza dubbio, sì, c’è da dare atto che nella storia dei movimenti sindacali, le loro battaglie sono state basilari soprattutto quando la sicurezza era qualcosa che non esisteva. Ci hanno permesso di arrivare a un mondo che io definisco “civile” da un punto di vista lavorativo, quantomeno a livello italiano ed europeo, per il resto del mondo, ahimè, le situazione è sempre abbastanza complicata.

 

 

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