17 Aprile 2025
Non importa se da piccoli leggevamo alcune parafrasi o montagne di libri: l'esposizione alla lettura, di qualsiasi forma, ha lasciato un'impronta indelebile.
Come sostiene Louise Rosenblatt, in Literature as Exploration (1938) e approfondito in The Reader, the Text, the Poem (1978), il significato di un testo nasce nell'interazione tra lettore e libro, in modo singolare e unico per ogni individuo, apprezzando un valore intrinseco a prescindere dal libro letto.
Ogni lettore ha una reazione diversa a un libro, specialmente i giovani: il contesto, l’età, le esperienze personali influenzano fortemente la comprensione e l’impatto della lettura.
La scuola dovrebbe valorizzare queste reazioni personali, incoraggiando la lettura come esperienza formativa e riflessiva, non solo come obbligo scolastico.
Rosenblatt vede la lettura come fondamentale per la crescita personale e sociale degli adolescenti.
Attraverso i libri, i giovani possono esplorare identità, emozioni, dilemmi morali, sviluppando empatia e pensiero critico.
Non a caso, i bambini che hanno letto molto,- come dimostrano diversi studi di psicologia cognitiva- sono spesso adulti più empatici, più capaci i problem-solving, con maggiore apertura mentale e pensiero critico sviluppato.
I generi letti da giovani (da horror a romantico, da thriller a fantascienza) hanno senz’altro contribuito a differenziare il carattere attuale di un adulto, arricchendo di sfumature e di punti di vista distinti la mente dei singoli esseri umani.
Per Rosenblatt il libro non è un oggetto chiuso con un significato fisso: il senso lo costruisce il lettore, e nei giovani questo processo è particolarmente potente perché contribuisce alla formazione della loro identità.
Quindi è bene affermare con certezza che , oltre al risaputo "siamo ciò che mangiamo’’- "siamo anche ciò che leggiamo".
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