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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Secondo uno studio quello che leggiamo da piccoli ci definisce da adulti: non importa quali e quanti libri, l'identità personale si forma fin da giovani in base anche all'esposizione alla lettura

Studi scientifici dimostrano che la predisposizione precoce alla lettura sviluppi il pensiero critico, implementando la comprensione del mondo, la capacità di analisi e di espressione del linguaggio, trasformando il giovane in adulto consapevole

17 Aprile 2025

Siamo quello che abbiamo letto da bambini

Non importa se da piccoli leggevamo alcune parafrasi o montagne di libri: l'esposizione alla lettura, di qualsiasi forma, ha lasciato un'impronta indelebile. 

Come sostiene Louise Rosenblatt, in Literature as Exploration (1938) e approfondito in The Reader, the Text, the Poem (1978), il significato di un testo nasce nell'interazione tra lettore e libro, in modo singolare e unico per ogni individuo, apprezzando un valore intrinseco a prescindere dal libro letto.

Ogni lettore ha una reazione diversa a un libro, specialmente i giovani: il contesto, l’età, le esperienze personali influenzano fortemente la comprensione e l’impatto della lettura.

La scuola dovrebbe valorizzare queste reazioni personali, incoraggiando la lettura come esperienza formativa e riflessiva, non solo come obbligo scolastico.

Rosenblatt vede la lettura come fondamentale per la crescita personale e sociale degli adolescenti.

Attraverso i libri, i giovani possono esplorare identità, emozioni, dilemmi morali, sviluppando empatia e pensiero critico.

Non a caso, i bambini che hanno letto molto,- come dimostrano diversi studi di psicologia cognitiva- sono spesso adulti più empatici, più capaci i problem-solving, con maggiore apertura mentale e pensiero critico sviluppato.

I generi letti da giovani (da horror a romantico, da thriller a fantascienza) hanno senz’altro contribuito a differenziare il carattere attuale di un adulto, arricchendo di sfumature e di punti di vista distinti la mente dei singoli esseri umani.

Per Rosenblatt il libro non è un oggetto chiuso con un significato fisso: il senso lo costruisce il lettore, e nei giovani questo processo è particolarmente potente perché contribuisce alla formazione della loro identità.

Quindi è bene affermare con certezza che , oltre al risaputo "siamo ciò che mangiamo’’- "siamo anche ciò che leggiamo".

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