09 Aprile 2025
Preparatevi: è uno choc vederla affiorare a forma di nave nel blu splendente del Lago Maggiore. L’Isola Bella, punta di diamante delle Isole Borromee in Piemonte, è senz’altro una delle mete più gettonate quando ci afferra, irresistibile, la smania dei primi tiepidi e poetici weekend primaverili. Perché?! Ma perché “nomen omen” (“nel nome c’è il proprio destino”) come diceva giustamente quel furbacchione di Plauto.
E infatti l’Isola ha un nome che è tutto un programma e sbalordisce con i suoi dieci monumentali terrazzamenti barocchi tra fontane, statue, pavoni bianchi, fioriture lussureggianti. Occhio al pennone più alto: se sventola la bandiera - noblesse oblige - è segno che gli aristocratici Borromeo, signori di queste terre da tempi immemorabili, stanno soggiornando nell’abbagliante Palazzo omonimo, tra Sala del Trono, Salone da Ballo, preziosi arredi e oltre 80 dipinti del fiammingo Pieter Mulier (…bravissimo, per carità, ma non doveva essere un simpaticone, infatti fu detto “il Tempesta” perché dipingeva sempre paesaggi temporaleschi e mari burrascosi).
Se l’Italia è “il giardino d’Europa”, come si affermava nel Grand Tour dell’Ottocento, allora si potrebbe dire che il Lago Maggiore è “il giardino d’Italia”, o comunque è uno dei più leggiadri. E qui sull’Isola Bella sembra di essere a Versailles - scusate se è poco - con la possibilità di experience indimenticabili quando parte l’ultimo traghetto dei turisti e il luogo resta pressoché disabitato: una visita privata con aperitivo al tramonto, una crociera tête-à-tête con cena abbinata, un pernottamento nel silenzio più fiabesco in un minuscolo hotel di charme…beh, se non è un’oasi fiabesca per innamorati che vogliono dimenticare tutto e tutti, allora ditelo!
Novità 2025 del Lago Maggiore è la riapertura al pubblico, dal mese di giugno, dei pittoreschi Castelli di Cannero raggiungibili in battello dalla romantica Luino. Si tratta di tre isolotti rocciosi con rovine di massicce fortificazioni, suggestivi e misteriosi, sottoposti a un complesso restauro durato 15 anni, dopo un lunghissimo abbandono, e adesso dotati di un museo interattivo che farà ‘precipitare’ i visitatori in un passato di storia e leggenda. Vi abitarono infatti i crudeli pirati “Mazzarditi” che seminavano il terrore sulle sponde del Lago e che, sconfitti dal Duca di Milano Filippo Maria Visconti, preferirono gettare in acqua i loro forzieri colmi d’oro pur di non consegnarli al vincitore. Di notte, con il favore della nebbia, ancora oggi una nave fantasma perlustra i paraggi, dicono, tentando di recuperare il favoloso tesoro, genere “Perla Nera” e Jack Sparrow…
Altri misteri poco lontano, intorno all’Eremo di Santa Caterina del Sasso: indimenticabile, aggrappato alle rocce strapiombanti sull’acqua e così soprannominato a causa di cinque massi che, nel ‘700, piombarono sulla chiesa francescana rimanendovi miracolosamente in bilico senza provocare danni.
Ma torniamo con i piedi per terra…e organizziamoci un’escursione sull’Isola dei Pescatori - microscopica (appena 350 metri di lunghezza, 100 di larghezza) e di nuovo “nomen omen” perché è sempre immersa nel profumo afrodisiaco delle fritture di pesce - oppure sull’Isola Madre, dalla meravigliosa collezione di camelie. Nel suo Giardino Botanico all’inglese di otto ettari, tra i più belli e lirici al mondo, i vanitosi pavoni dalle code iridescenti lanciano sguardi altezzosi tra pergole di glicini e vasche di ninfee. Non c’è il fasto dell’Isola Bella, si avverte piuttosto un fascino intimistico, e il Palazzo Borromeo, con arredi settecenteschi, salotto veneziano decorato a trompe l’oeil e vetusta collezione di marionette, allude a tranquille serate di chiacchiere e giochi in famiglia.
Ora, si sa, arte e natura sono cose deliziose, ma qualcosina sotto i denti bisogna pur metterla. Niente paura, sul Lago Maggiore la cucina è varia e succulenta: formaggio bettelmatt con una simpaticissima caratteristica - è prodotto soltanto in questa zona e soltanto da tenaci e vispi casari ultraottantenni, qualcosa nell'aria, chissà... - poi sostanziosa “cassoeula” a base di maiale e verza - tenete a portata di mano un digestivo in dosi da cavallo - e a seguire dolcissimi “baci di Arona” e vini antichissimi e rari come il Tarlàp e il Prunent. Così corroborati, proseguiamo lungo le dimore che ospitarono Goethe, Manzoni, D’Annunzio, Hemingway, e sbarchiamo a Stresa dove il presente cede di colpo il passo alla languida Belle époque.
Ci accolgono infatti viali raffinati, palmizi, aiuole, caffè retrò e un’impressionante infilata di palazzi Liberty prediletti da regine, maharaja e star hollywoodiane - Clark Gable in testa. Imperdibile la sosta in una delle tante pasticcerie eleganti per scoprire le “Margheritine” del 1854: biscottini tondi e friabilissimi, chiamati così in onore della Regina Margherita e un tempo destinati - con buona pace della democrazia - unicamente alle famiglie ricche per nozze, comunioni o battesimi. Ottimo anche il miele del Lago Maggiore: magari assaporatelo nel bellissimo Parco Pallavicino dove, sui rigogliosi sentieri alberati, vivono in libertà daini, alpaca, lama e caprette tibetane. Una vera pacchia se si hanno bambini al seguito.
Le ‘piccole pesti’ saranno contente anche ad Angera sullo spicchio lombardo del Lago. Ancora una Rocca dei Borromeo, che si sporge vertiginosamente sui flutti e li aspetta con una chicca tutta per loro: il Museo della Bambola e del Giocattolo, tra passaggi segreti, affreschi, Ala Scaligera destinata all’arte contemporanea e Giardino Medievale con erbe medicamentose che evocano monaci canuti e sapienti. Ritenuto uno dei più importanti d’Europa, il Museo custodisce giochi di paesi ed epoche lontane, una collezione di stupefacenti automi dai sofisticati ingranaggi e migliaia di bambole sette-novecentesche, tra le altre anche la bambola “Lilli” che si ritiene antenata di quella smorfiosa di Barbie.
Insomma, poesia e bellezza di queste sponde formano una sinfonia immortale. Non a caso calza a pennello uno sguardo all’Isolino di San Giovanni (privato, non visitabile) a pochi metri dalla riva di Pallanza. Qui infatti, nell’ennesimo Palazzo Borromeo, tra il 1927 e il 1952 abitò il mitico direttore d’orchestra Arturo Toscanini: e se c’era uno che s’intendeva di sinfonie, era lui, giusto?...
Di Carla Di Domenico
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