07 Gennaio 2025
Il Conte Piola Caselli, storico che ha riscoperto il Giubileo del 1800, negletto da testi e mostre sul tema, analizzando carte inedite del Principe Chigi, approfondisce con il Giornale d'Italia i tratti del fenomeno Giubilare:
"Il logo del Giubileo 2025 rappresenta quattro figure stilizzate, per indicare l’umanità proveniente dalle quattro parti del mondo, una abbracciata all’altra, segno di solidarietà e fratellanza; la capofila è aggrappata alla Croce, segno non solo di fede, ma di speranza, avendone noi sempre bisogno e soprattutto nei momenti di maggiore necessità; infatti, la parte inferiore della Croce si prolunga, trasformandosi in un’ancora (simbolo di speranza); le onde sottostanti, mosse, indicano il pellegrinaggio della vita, non sempre in acque tranquille, sia per esperienze personali sia per gli eventi esterni che ci condizionano.
I Giubilei hanno un’impronta antica, non voglio dire che non siano stati oggetto di innovazioni importanti; una porta santa in un deserto, un’altra in un carcere, sono pietre miliari importantissime, condizioni necessarie, ma forse non sufficienti."
Spiega Piola Caselli: "La parola Giubileo deriva da yôbēl (montone), il cui corno annunciava il Giorno dell’Espiazione (Yom Kippùr), festa usuale ma che si veste di un particolare significato con l’inizio dell’anno giubilare, come era nella bibbia, fissata ogni 50 anni (sette settenni = 49 anni + 1 anno, quello giubilare, di riflessione, remissione dei debiti, restituzione dei terreni alienati ed al riposo della terra)."
Prosegue il Conte: "Inizialmente, il Giubileo doveva essere indetto dal Papa ogni 100 anni, ma già il secondo è stato indetto ogni 50 (decisione di Clemente VI del 1347) e poi ogni 25 (decisione di Paolo II nel 1470), anche perché Martino V ne aveva celebrato nel 1423 uno (per il ritorno del papato a Roma ed a 33 anni dal Giubileo di Bonifacio IX), con pellegrinaggio nelle quattro basiliche maggiori di Roma e facendo aprire, nella basilica dei Santi Giovanni in Laterano, per la prima volta, la Porta Santa. In realtà, a volte vi è stato lo scarto di qualche anno, come abbiamo accennato anche di un decennio, sia per cause esterne, situazioni politiche, guerre e quant’altro, sia per questioni interne, morte di qualche Papa od altri impedimenti.
Una Porta Santa esisteva già precedentemente al primo Giubileo (che è stato quello indetto da Papa Bonifacio VIII nel 1300, ricordato anche da Dante): si tratta di quella sinistra della basilica di Collemaggio a L’Aquila, detta della Perdonanza, istituita nel 1294 da Celestino V, ancor oggi aperta tra i vespri del 28 e del 29 agosto.
In tempi più moderni, i Papi hanno indetto anche dei Giubilei straordinari, come è avvenuto nel 1933 allorché Pio XI, anche in virtù del giubilo per il Concordato, ha indetto quello della Redenzione e nel 2015 Francesco lo ha coniugato con l’indizione dell’Anno della Misericordia; già si pensa di farne un altro straordinario nel 2033 (bimillenario della morte di Cristo in croce).
Originariamente, si svolgeva con la visita alle basiliche romane di San Pietro e di San Paolo fuori le mura, nonché ad altre chiese, poi è stata introdotta la cerimonia della Porta Santa, che viene solennemente aperta per l’afflusso dei pellegrini."
"La Porta Santa vien aperta per l’afflusso dei pellegrini, non per il deflusso, visto che escono dall’altra porta. Abbiamo accennato, a proposito del Giubileo del 1800, come non sia stato un Giubileo solenne, ma aveva insito un aspetto modernissimo, le opere di devozione ovunque si fossero trovati i fedeli. Erano contemplati persino i naviganti, che non potevano esser raggiunti in tempo, ed i carcerati. In quest’ultimo particolare di estrema pietà, Pio VII si mostra un precursore di Papa Francesco". (Leggi l'articolo integrale de Il Giornale d'Italia https://www.ilgiornaleditalia.it/news/cultura/668667/giubileo-del-1800-un-mistero-svelato-dal-conte-carlo-piola-caselli.html)"
"Vero e proprio pellegrinaggio o no, ormai ci sono i treni, i pullman, gli aerei, le automobili, per arrivare a Roma, i mezzi pubblici per girare in città. Quello che importa è che, entrando in una chiesa, si senta un senso di raccoglimento che per noi è una ricarica. Ci si carica innanzitutto delle tre virtù teologali, la fede, la speranza e la carità, poi delle quattro virtù cardinali, prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Quindi, il problema non è entrare, il problema è uscire, con le migliori intenzioni del mondo, ecco perché il passaggio della Porta Santa dovrebbe essere per il deflusso.
La chiesa, casa del Padre, è porto sicuro cui approdare, ma è quando si esce nuovamente che si possono incontrare le procelle: usciti nel mondo, attraverso la porta od attraverso la Porta Santa, siamo con le migliori intenzioni, per una pace nel mondo, con la speranza di non imbatterci in discorsi demagogici, democrazia di facciata, adorazione di falsi idoli, economia da homo homini lupus, non economia morale (come c’è la teologia morale di Sant’Alfonso Maria de Liguori). Un Giubileo futurista ci caricherebbe di più delle sette virtù, atte forse a farci godere il mondo nella sua bellezza, come Dio l’ha creato, ed anche a farcene sopportare la cattiva gestione, a cui neppure i giganti riescono porre freno."
Infine, conclude Piola Caselli: "Proprio il 1° gennaio, festa della Madre di Dio, il Papa, parlando di Maria, simbolo della Chiesa, ha logicamente accennato all’uscita, dalla sua porta, del Salvatore. Notiamo, il giorno di Natale ne è uscito, non ne è entrato. Questa impronta futurista è allora diventata realtà."
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