Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Taci, somaro romano. E paga. Lettera semiseria ai cittadini romani

22 Novembre 2024

Taci, somaro romano. E paga. Lettera semiseria ai cittadini romani

Claudio Togna

Il successo del movimento che all'inizio aveva la denominazione di "Lega Nord" rimane, storicamente, indissolubilmente legato alle intuizioni di Umberto Bossi, elettrotecnico diplomato alla Scuola Radio Elettra di Torino, che, intelligentemente e furbescamente, aveva individuato nell'"oppressione fiscale" del popolo padano una chiave di lettura in senso elettoriale che si rivelerà decisiva per gli esiti del partito Lega Nord.

Rimangono famosi i suoi manifesti: basici quanto a comunicazione, devastanti quanto ad efficacia.

Tra i tanti ce n'era uno che divenne identitario: "Taci, somaro lombardo. E paga!". 

Sia che l'intuizione fosse da addebitare ad un colpo di fortuna (che spesso in Italia premia i "quisque de populo") sia che fosse il frutto di una intuizione geniale essa denunciava il masochismo del "suddito padano" tenuto a lavorare "come un somaro" a favore di una "Roma ladrona" dissipatrice delle ricchezze duramente faticate dal popolo lombardo.

Ed il Roma ladrona rimase nella memoria collettiva.

Il "Roma ladrona" di Bossi identificava, in forma generica e populista, il governo centrale visto come un "conquistatore oppressore" e non certo, almeno nelle intenzioni, a Roma Capitale intesa quale capoluogo.

Ma se, per eterogenesi dei fini, Bossi avesse avuto ragione quanto alla capitale?

D'altronde una capitale il cui inno iconico recita: "...la società dei magnaccioni...a noi ce piace de magna' e beve ma nun ce piace de lavora'" già si "autoaccusa".

Forse non nel senso del "ladrona" ma nel senso di dissipatrice delle ricchezze onestamente prodotte dai cittadini.

Certo paragonare i cittadini romani al laborioso somaro (cui spettano biada poca ma bastonate tante) potrebbe sembrare irrispettoso. Ma esaminiamo i fatti.

Tranne la sfortunata e breve esperienza del Sindaco Alemanno (su cui la storia anche giudiziaria sta facendo giustizia) Roma Capitale risulta governata in una sorta di "imperium" secolare dalla sinistra. Con quali risultati?

La situazione dei rifiuti è al collasso, la realizzazione del termovalorizzatore al di là dal venire, con Roma Capitale famosa in tutto il mondo per gabbiani, cinghiali e "monnezza" straripante.

Sotto il profilo del trasporto locale il disastro, se possibile, risulta ancora peggiore. Intere aree e stazioni abbandonate alla criminalità da borseggio (inspiegabilmente tollerate da forze dell'ordine e magistratura) per tacere del degrado di tale aree e degli stupri ivi realizzatisi.

Non meglio va sotto il profilo del trasporto privato.

La sinistra, stanziale nelle ztl centrali, odia le auto di periferia (e le auto in genere). Le auto sono viste solo come fonte di incassi per le stangate sulle multe che i cittadini automobilisti, intrappolati come topi, sono costretti a pagare per una "mobilità" da incubo.

Per non parlare degli autovelox a 30 km/h o dell'ultima invenzione "Cerbero" che dovrebbe rimpinguare un po' di più le casse municipali in forza delle multe ai cittadini disperati in una seconda fila anche iper-momentanea.

Lo stato delle strade romane risulta peggiore di quelle in basolato dell'impero romano (e forse l'attuale inchiesta della Procura sul presunto giro di mazzette di detti lavori ci potrà dire finalmente il perchè).

Gli imprenditori e gli esercenti attività commerciali vengono vessati attraverso l'interpretazione letterale di regolamenti bizantini  per cui si finisce per multare locali in cerca di abbellimento estetico (vedi i locali di Briatore e quello dell'imprenditore vicino al Colosseo reo di aver installato con qualche giorno di anticipo delle bellissime luminarie).

Naturalmente tale encomiabile zelo non è riscontrabile nei confronti degli abusivi lestofanti che popolano le stazioni della metropolitana e/o minacciano con la violenza interi quartieri.

Il flagello dei monopattini con le loro carcasse abbandonate alla meno peggio ed i conducenti che sfrecciano anche contromano e sui marciapiedi in 2 e delle volte anche in 3 (invisibili a Cerbero che ha occhi solo per gli onesti cittadini) potrebbe a pieno titolo essere inserito nell'elenco biblico.

Per tacere degli autobus che si autoincendiano, di ogni tipo di maratona, mezza maratona, comizio, manifestazione e perdita di tempo che abbia come scopo la paralisi della città.

E i campi nomadi che hanno raggiunto, in via di fatto non solo l'"autonomia differenziata" ma addirittura di stato autonomo con conseguente "inviolabilità territoriale" ed annesso potere normativo e di signoraggio truffaldino.

Il Nord, seguendo Bossi, qualche vantaggio, rispetto alla situazione ante-Bossi, l'ha ottenuta.

Per i cittadini romani rassegnati nella indifferenza e nel cinismo del "tanto in politica so' tutti uguali" vedo poche speranze.

Ma, come insegnava il mitico maestro Alberto Manzi, non è mai troppo tardi.

Sarà compito indefettibile della coalizione di centro-destra chiedere al  "somaro romano" mandato elettorale per una guida della città che riscatti il cittadino medesimo dalla poca biada ma dalle bastonate tante.

Senza un cambiamento di guida politica significa che, in fondo, il cittadino si è "assuefatto".

Per il momento: lavora, somaro romano: e paga.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x