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"Il vestito nero" dalla produzione parigina di Amedeo Modigliani del 1918 con stile neo-manierista

Le sue opere  sono caratterizzate da un allungamento della forma umana e da volti simili a maschere,  il suo lavoro così diverso da qualsiasi altro del suo tempo che sfida ancora la classificazione

03 Novembre 2024

"Il vestito nero" dalla produzione parigina di Amedeo Modigliani del 1918 con stile neo-manierista

"Il vestito nero" e' un dipinto di 92x60 cm realizzato nel 1918 a Parigi da Amedeo Modigliani (Livorno, 12 luglio 1884 – Parigi, 24 gennaio 1920). Il capolavoro e' oggi in mani private e non esposto al pubblico.

Modigliani fu' il compendio di un artista tragico. Nato in Italia da una famiglia borghese , in seguito evitò l'educazione accademica e si dedicò volontariamente al vagabondaggio dove fu spesso colpito dalla povertà. Durante la sua adolescenza fu formalmente istruito come pittore, sviluppando rapidamente un'infatuazione per i nudi di donna che non lo lascera' piu' per tutta la sua vita. Nel 1902 si trasferisce a Firenze per studiare all'Accademia di Belle Arti, presso la “Libera Scuola di Studi del Nudo”, e un anno dopo si trasferisce a Venezia come artista alle prime armi, dove fuma hashish per la prima volta. Fu solo dopo aver scoperto i narcotici che sviluppò la convinzione filosofica che l'unico percorso verso la creatività passasse attraverso la sfida alle norme sociali e la ricerca del disordine nella vita. Iniziò così la sua passione per la bellezza corrotta, che alla fine lo avrebbe portato, proprio quando era all'apice del successo, alla morte prematura per tubercolosi cui segui', dopo due giorni, il suicidio della compagna Jeanne Hébuterne molto addolorata per la sua morte e incinta  del loro secondo bambino.

Modigliani contrasse la tubercolosi in tenera età e fu costantemente abbattuto dal deterioramento della sua salute, il che potrebbe essere uno dei motivi per cui si dedicò così volentieri a comportamenti autodistruttivi. Durante la sua permanenza a Parigi, ebbe relazioni con le piu' varie donne, bevve molto, fumo’ hashish e amo’ l'assenzio. In uno stato di torpore ubriaco, spesso si denudava quando era in compagnia. Era assolutamente contrario allo stile di vita borghese che ha volutamente abbandonato del tutto nella sua vita, arrivando addirittura a distruggere i dipinti che aveva realizzato nei suoi primi anni della sua carriera.

Sebbene abbia volutamente creato una vita in cui il caos, la povertà e i colpi del destino si nascondessero in ogni angolo, era un artista prolifico. Disegnava furiosamente, a volte disegnando oltre 100 schizzi in un giorno, ma molte delle sue opere andarono perdute, regalate o, in alcuni casi, distrutte da lui stesso. Il suo soggetto preferito era di gran lunga la forma umana, dipingeva spesso le sembianze di altri artisti, come Pablo Picasso, con il quale ebbe una aperta ed insana rivalita' dalla quale -bisogna dirlo- usci' evidentemente sconfitto, Diego Rivera (il famoso e discusso compagno di Frida Khalo), Max Jacob e Juan Gris, che posavano tutti per l'artista. 

Nel 1918 Amedeo Modigliani si trasferì da Parigi nel sud della Francia. Temendo per la salute dell'artista a causa della crescente tensione della guerra, il suo amico e venditore delle sue opere,  Léopold Zborowski, fece in modo che Modigliani e la sua compagna Jeanne Hébuterne si trasferissero in Costa Azzurra. Circondato da una comunità artistica non dissimile da quella che frequentava a Montparnasse, Modigliani trovò una rinnovata ispirazione nei tranquilli dintorni del Midi. La permanenza in Costa Azzurra durò però poco più di un anno e l'estate successiva, nonostante la salute di Modigliani si facesse sempre più precaria, i due tornarono nuovamente a Parigi.

Le sue opere da un punto di vista formale  sono caratterizzate da un allungamento della forma umana e da volti simili a maschere, e il suo lavoro è così diverso da qualsiasi altro del suo tempo che sfida ancora la classificazione. Durante il suo tempo, altri artisti lo hanno emulato impegnandosi in uno stile di vita autodistruttivo, cosa che in verita' avviene ancora oggi, magari senza la piena consapevolezza della originaria riconducibilita' di questi odierni disordinati comportamenti ad Amedeo Modigliani. 

"Vorrei che la mia vita fosse come un fiume ricco che scorre gioioso sulla terra".

Nei suoi ritratti post-1916 dominano la semplificazione della forma umana, l'equilibrio di linee morbide e angoli netti così come il collo attenuato e gli occhi vacui.

Modigliani trovava i suoi modelli tra gli amici ed anche tra il personale di servizio degli alberghi e locande che frequentava, facendo spesso assumere ai suoi vari modelli pose simili, un esercizio stilistico che rivelava come la posa del singolo soggetto alterasse il significato di un dato gesto.

Le opere di Modigliani si distinguono per un equilibrio unico di stilizzazione e un profondo interesse per la psicologia dei suoi soggetti. Questo stile neo-manierista che ha caratterizzato il suo lavoro è in parte derivato dal fascino dell'artista per gli antichi maestri italiani che aveva conosciuto in gioventu'.

Come scrisse il critico d'arte Werner Schmalenbach: “Le associazioni storiche si impongono: echi non solo del manierismo quattrocentesco di Sandro Botticelli ma del classico manierismo cinquecentesco e seicentesco del Pontormo, del Parmigianino e forse anche di El Greco…Modigliani conosceva bene dell'arte italiana, e dobbiamo presumere che di tutto ciò fosse ben consapevole, per quanto diretta o indiretta ne fosse l'effettiva influenza” (Werner Schmalenbach, Modigliani, Monaco di Baviera, 1980, p. 42). 

Oltre a queste influenze storiche, Modigliani era profondamente consapevole degli sviluppi artistici della sua stessa generazione. Sebbene non abbia mai aderito completamente alla sintassi del cubismo, ne adottò alcuni espedienti stilistici, come la semplificazione geometrica e le prospettive convergenti ispirate per la prima volta a Cézanne.

La sua pennellata breve e tratteggiata e l'esposizione mirata della tela innescata devono qualcosa a Cézanne capostipite del Modernismo, mentre le sue forme semplificate trovano risonanza nelle opere scultoree dei suoi amici Ossip Zadkine, Jacques Lipchitz e Constantin Brancusi  che erano influenzati anche dagli sviluppi stilistici del cubismo. 

I suoi dipinti e le sue sculture sono oggi considerate capolavori, sono spesso parte di prestigiose collezioni private sparse per tutto il globo, e passano di mano per cifre che si misurano nell'ordine di decine di milioni di euro.

Di Giovanni Conticelli

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