19 Aprile 2024
Il primo scoop è stata la riapertura, dopo ben 12 anni, del leggendario Caffè Di Simo che fino al 26 maggio, con eventi ogni venerdì, sabato e domenica, ricorderà Giacomo Puccini deceduto a Bruxelles nel 1924. Per il centenario della scomparsa il locale ospita presentazioni di libri, abiti di scena, concerti e recital, il tutto legato al celeberrimo autore di Bohème e Tosca, e offre degustazioni gratuite con fumanti tazzine di “Aromatica Armonia”: miscela ricreata per l’occasione e citata in una lettera del Maestro ad Alfredo Caselli, all’epoca proprietario del ritrovo e mecenate che accoglieva ai suoi tavoli, oltre a Puccini, letterati e musicisti come Mascagni e Pascoli, fior fiore della vita culturale lucchese. Ed è appena uscito anche un libro, stesso argomento, stesso titolo (Maurizio Sessa, “Aromatica Armonia. I caffè di Giacomo Puccini”), che indaga la predilezione del compositore per la nera bevanda tra nottate al pianoforte, curiosità e aneddoti.
In quest’anno commemorativo un progetto tira l’altro, a Lucca e tutto intorno: dalla vicina Pescaglia dove saranno realizzati dipinti di street art con pentagrammi pucciniani irreali e visionari, a Barga che metterà in scena mostre e rappresentazioni come “Le donne di Puccini” (27 aprile) e “Puccini Gala” (2 giugno), a Torre del Lago dove Puccini abitò dal 1900 al 1921. La villa, amatissima e romantica con le sue ambientazioni un po’ decadenti, oggi è un Museo che per la circostanza prevede il restauro del giardino e della suggestiva sala del pianoforte, l’ampliamento dell’archivio dell’artista con manoscritti e documenti autografi, l’apertura di caffetteria e bookshop. Nella città natale, poi, il clou delle celebrazioni: “Puccini secondo Muti”, grande concerto internazionale che, il prossimo 28 giugno, vedrà il carismatico direttore sul podio della splendida Orchestra Cherubini.
Comunque, anche al di là del centenario, tutto a Lucca ricorda Puccini. Lucca è Puccini. E passeggiando nel centro storico lo troviamo per ogni dove: nella toponomastica, nei ristoranti che propongono piatti con i titoli delle sue opere, nelle vecchie botteghe artigiane come i cappellai dove il Maestro acquistava i suoi Borsalino, nella Chiesa di San Paolino dove il giovane Giacomo debuttò con il saggio di fine anno accademico e in quella di San Michele dove impartiva lezioni di organo. Egli fu battezzato nella Basilica di San Giovanni e qui si svolge un festival permanente unico al mondo: “Puccini e la sua Lucca”, full immersion di romanze, tutti i giorni, tutto l’anno, spesso confrontate anche con altri artisti e generi musicali. Ed è imperdibile una sosta nel Museo Casa Natale con eleganti ambienti originali, abiti, locandine, missive e cimeli del compositore: dal pianoforte Steinway & Sons agli spartiti e libretti d’opera con annotazioni di suo pugno.
Ovunque sembra di sentire aleggiare “Vissi d’arte/ vissi d’amore…” oppure “Nessun dorma” o “Talor dal mio forziere ruban tutti i gioielli…”: nella quiete di vicoli e giardini, per la raffinata via Fillungo, sotto la duecentesca Torre delle Ore e nella straordinaria piazza dell’Anfiteatro: bellissima, ellittica, con il suo giro di case medievali gialle e ocra messe lì si direbbe per caso, addossate l’una all’altra, tutte di altezza disuguale l’una dall’altra. E invece l’effetto è colmo di grazia inesprimibile, proprio come il preludio di Manon Lescaut.
Il controcanto - è il caso di dirlo - è dato da balconcini, fioriere e trattorie: travi a vista, tovaglioli a quadretti, qualche battuta mordace ed etichette toscane belle corpose. Turismo rilassato, perché il mordi-e-fuggi, lo straniero chiassone, non fanno per Lucca. Tantissimi visitatori, certo - ma sullo sfondo, educati, seduti assorti nei bar antichi, tra fulgide specchiere e lampadari a goccia, a leggere un libro, a sbocconcellare il classico buccellato lucchese (deliziosa ciambella con anice e uva passa), a sorseggiare una tazza di earl grey tutti please e thankyou, oppure l’aperitivo nel “Caffè Turandot” - e come ti sbagli?
Insomma, tra le possenti Mura cinquecentesche e il poetico Palazzo Pfanner tra aiuole e statue degli dei dell’Olimpo, Lucca è indimenticabile per la sua doppia anima: forte e gentile insieme. Un’armonia pucciniana, appunto.
Di Carla di Domenico.
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